Campioni d’Italia Pallavolo Maschile Under 19: due ragazzi laziali sul podio

VITERBO – Due Laziali Umberto Caporossi 2006 viterbese e Flavio Morazzini 2005 romano rispettivamente provenienti dalle società Volley Life Viterbo e dalla Fenice Roma conquistano a San Giustino in Umbria questo importante titolo. Sono ormai trascorsi tre anni da quando hanno lascito le proprie case e le società da dove sono cresciuti. Sacrificio, determinazione, disciplina sono gli obiettivi che la società del Vero Volley Monza ha voluto trasmettere ai propri ragazzi. La società da anni investe in questo progetto el settore giovanile ospitando ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia, dando loro opportunità di crescita personale e sportiva. Un altra importante presenza all’interno della squadra neo Campione d’Italia è doveroso citare per la pallavolo Viterbese. Latella Germano 2005 proveniente dal Volley Meta figlio di Michele main sponsor del Tuscania Volley. Auguriamo ai ragazzi le migliore fortune. Evviva la Pallavolo.




Il Coordinamento provinciale Lega Salvini Viterbo risponde a Stefano Caporossi

VITERBO- Riceviamo dal Coordinamento provinciale Lega Salvini Viterbo e pubblichiamo la replica della Lega a Stefano Caporossi: “Come si fa a lasciare un partito di cui non si fa parte? C’è chi c’è riuscito: Stefano Caporossi. Proprio ieri ha comunicato l’addio alla Lega dove non c’è già più da parecchio tempo, non avendo incarichi né essendo tesserato. Tant’è che in questi giorni ha pure inviato i suoi saluti al coordinatore provinciale sbagliato e dimostra di non conoscere nemmeno quello comunale. Caporossi riesce a fare anche di meglio: dimettersi da incarichi che non ha. E parlare di cose che non esistono come il “gruppo ristretto e senza consistenza” che sarebbe, secondo lui, la squadra di quasi 40 coordinatori che la Lega ha in ogni Comune della Tuscia. O non li conosce o parla di qualcun altro che, forse, conosce di più. E non siamo noi. Del resto siamo a Carnevale: ogni scherzo vale. In campagna elettorale, però, no. Servono metodi più seri per attrarre consensi. Per il suo nuovo progetto politico gli consigliamo di lasciare da parte le burle e iniziare da quello che anche lui stesso promette: «Un impegno ancora maggiore» rispetto a quello che ha profuso fino ad oggi in politica”.
Coordinamento provinciale Lega Salvini Viterbo




Stefano Caporossi: “Senza pace e speranza gli agricoltori abbandonati da tutti”

VITERBO – Riceviamo da Stefano Caporossi, Dipartimento Agricoltura Lega Lazio e pubblichiamo: “Non c’è “pace” gli agricoltori e il comparto agricolo così combinato non ha futuro. Il PSR uno degli strumenti di sviluppo rurale che avrebbe dovuto essere l’arma economica dei giovani agricoltori si è rivelato un vero disastro.

Occorre trovare immediate soluzioni. Il futuro dei giovani agricoltori, che amano lavorare la terra hanno bisogno di aiuto. La politica ignora quanto sia importante investire nel settore. Le lungaggini nelle istruttorie, la tempistica con cui vengono istruite le pratiche, concessi i provvedimenti di concessione e l’effettuazione dei saldi, ha tempi medi di circa 2 anni.

E’ INACCETTABILE!

Nell’arco temporale che passa tra la decisione di fare domanda e l’erogazione del finanziamento si inseriscono troppi fattori che incidono sulla buona riuscita dell’operazione. Dal mutamento delle esigenze aziendali maturate nel frattempo, aumenti dei prezzi preventivati nella domanda iniziata (fino al 30/40%), eccessiva esposizione delle aziende che hanno deciso di effettuare l’investimento sperando in tempi istruttori “normali”.

Tutti fattori questi che purtroppo portano spesso le aziende a dover rinunciare all’investimento. A questo punto la Regione dovrebbe pensare ad esternalizzare l’istruttoria delle pratiche.

Un servizio istituzionale diventato un disservizio. Questi alcuni esempi che dimostrano questo scempio. Di seguito degli esempi di questo metodo incomprensibile di gestione , in merito all’eventuale mancato scorrimento della graduatoria delle domande 411 PSR 1ª scadenza è inaccettabile veder penalizzate le aziende che hanno fatto da “apripista” alla programmazione 2014/2020.
Dovrebbero avere gli stessi diritti di coloro che, quelle istanze, le hanno presentate nella seconda scadenza. Spesso i bandi sono stati corretti dopo la loro uscita creando difficoltà alle ditte che già avevano fatto scelte rispetto alla prima stesura del bando stesso.

I bandi vanno SCRITTI UNA SOLA VOLTA IN MANIERA CHIARA, COMPRENSIBILE A TUTTI E SENZA LASCIARE INTERPRETAZIONI tali che ogni funzionario possa avere troppa libertà individuale nella valutazione delle istanze.

Nessuna categoria è penalizzata come quella delle imprese agricole in caso di errori o ritardi di presentazione rispetto alla scadenza dei bandi.

Sia le aziende che i tecnici lavorano sempre con il terrore che un eventuale errore, il più delle volte non voluto, possa compromettere il buon esito delle istanze e creare attrito tra i diversi attori.

Sarebbe bene allestire un sistema sanzionatorio che non porti alla esclusione delle istanze, ma a una loro eventuale penalizzazione; nel caso delle misure agro ambientali tale sistema è già reso operativo, lo stesso si dovrebbe fare per le misure strutturali (411, 611, ecc) .

Giacciono ancora inevase le numerose richieste di “calamità naturale” presentate da anni dalle ditte che hanno subito ingenti danni. Tali richieste ancora non hanno risposta (es. siccità 2017 e gelata 2021).

INACCETTABILE!

Non si capisce, visto che questo danno è stato riconosciuto anche da un Decreto Ministeriale, oltretutto finanziato, la lungaggine con la quale la Regione istruisce e liquida le domande.

Se le ditte hanno richiesto un aiuto, documentando un danno reale avuto in azienda e la Regione ha dato la possibilità di inoltrare la domanda di danno; la Regione stessa deve quanto prima liquidare le domande ritenute liquidabili.

A seguito delle difficoltà causate dalla crisi pandemica e possibilità di effettuare smart working con conseguente complicanza nel fare utenza, ogni funzionario regionale DEVE poter essere raggiunto telefonicamente.

Purtroppo rimane molto difficile interfacciarsi con i funzionari regionali dall’inizio della pandemia.

Per i bandi delle misure agro ambientali è necessaria la consegna della documentazione cartacea solamente qualora la domanda fosse stata avanzata da un professionista; tale incombenza non è dovuta nel caso di presentazione della domanda da parte del caa.

Tale incombenza è incomprensibile per lo spreco di materiale cartaceo vista la possibilità di scaricare la domanda dalla rete, oltreché ingiusta per la categoria dei professionisti abilitati. Non si è mai realmente affrontato il danno che causa la fauna selvatica alle coltivazioni e non solo.

A seguito della segnalazione da parte della azienda non si da seguito ad un risarcimento reale, tanto è che spesso le ditte rinunciano a fare le segnalazioni. Vista la propensione ambientalista della Regione, si vorrebbe lo stesso interesse per la sorte delle aziende che sempre più spesso assistono inermi alla distruzione delle coltivazioni.

L’assegnazione delle istruttorie delle pratiche ai diversi funzionari dovrebbe avvenire per estrazione, oltretutto pubblica; non è tollerabile che le pratiche vengano attribuite senza un sistema indipendente dall’intervento umano; Importante sarebbe l’attivazione di un servizio gratuito per l’utenza di indirizzo e orientamento sugli interventi attuabili. Spesso gli utenti sono frastornati da quello che leggono sui bandi. Totale scollamento tra le ADA provinciali e la Direzione Regionale. Se viene posto un quesito alle direzioni provinciali, non si hanno mai risposte celeri e precise; tutto viene rimandato a pareri della direzione che purtroppo non arrivano MAI.

Le direzioni provinciali dovrebbero iniziare a prendersi le responsabilità di dare risposte ai quesiti che vengono posti dagli utenti. Non è possibile rimandare sempre a quello che “dicono a Roma”, INACCETTABILE.
Questi solo alcuni degli infiniti dubbi sulla gestione dei bandi regionali per l’agricoltura.
Quanto esposto sono alcuni dei problemi che stanno vanificando la fiducia che gli AGRICOLTORI hanno nei confronti dell’Amministrazione Regionale.
INSOMMA: gli agricoltori oltre ad essere sottoposti agli eventi in parte incontrollabili della natura (clima, fauna, mercato sono sottoposti anche a quelli di un’amministrazione non efficiente, che tuttavia rappresenta l’unico parametro che può essere modificato in positivo (amministrazione efficiente).
È giunto il momento di chiedere la costituzione di un organo superiore di controllo affinché anche l’agricoltore può ricorrere all’autotutela”.




Caporossi (Lega): “Il deposito nella Tuscia non potrà garantire la sicurezza necessaria per il periodo di esercizio previsto per trecento anni”

VITERBO- Riceviamo da Stefano Caporossi, consigliere comunale Lega e candidato al Consiglio provinciale nella lista Prima la Tuscia e pubblichiamo: “Basta tacere, bisogna avere coraggio. È passato quasi un anno dalla pubblicazione della CNAPI (carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi) da allora ho sempre vigilato attentamente sullo sviluppo del processo di individuazione del sito, ho raccolto le preoccupazioni dei tanti cittadini e agricoltori che si sono rivolti a me per comprendere meglio cosa stava succedendo e ho valutato attentamente, durante la consultazione pubblica, le osservazioni provenienti dai rappresentanti dei territori. Dopo un’attenta valutazione, sostenuta dal confronto con professionisti ed esperti, ho preso atto che qui nella Tuscia non esistono le condizioni per realizzare questo progetto.
I motivi sono semplici e ce li fornisce la stessa SOGIN con i criteri che ha attuato per cercare le aree:
– Criticità sismiche
– Presenza di vulcani quiescenti
– Presenza di falde acquifere e corsi d’acqua
– Presenza di aree naturali protette
– Imbarazzanti distanze dai centri abitati
– Mancanza di infrastrutture adeguate per i trasporti eccezionali
– Individuazione delle aree su terreni agricoli di gran pregio
– Presenze archeologiche particolarmente rilevanti.
Bastano solo questi semplici e comprensibili elementi per far comprendere che il deposito nella Tuscia non potrà garantire la sicurezza necessaria per il periodo di esercizio previsto per trecento anni.
A chi mi chiederà perché parlo solo oggi rispondo: “perché ieri si è concluso il seminario nazionale con la pubblicazione degli atti ed oggi ho tutti gli elementi per poter affermare la mia idea!”
Visto il mio ruolo politico , la mia cultura e la mia provenienza agricola non posso più tacere. Cosa dirò ai tanti agricoltori che incontrano problemi quotidiani con le erogazioni dei fondi strutturali se un giorno arriveranno nella Tuscia le scorie nucleari? Cosa faremo di ciò che abbiamo faticosamente pianificato una volta che verrà realizzato il deposito nazionale? Come potremmo più parlare di agricoltura di qualità quando avremo un impianto di smaltimento e stoccaggio di scorie radioattive nei nostri campi? Cosa racconterò a chi sarà costretto a lasciare le proprie aziende agricole perché sottrattegli ? Queste domande mi sono posto e che tanti mi hanno rivolto voglio rivolgerle ai tanti rappresentanti delle istituzioni che in questi mesi maliziosamente hanno lavorato con scarsissimo impegno per scongiurare questa fatale evenienza. So che non avrò risposte e che riceverò scomposti attacchi ma io non ho paura di combattere lo farò perché credo nei VALORI. Voglio concludere questa mia nota suggerendo che nell’individuazione del sito prevalga il buon senso e che non vengano sciupate aree agricole produttive ma che la ricerca di questi siti si rivolga verso aree industriali dismesse in modo tale da rendere fruttuoso e non distruttivo l’importante investimento che dovrà compiere la nostra nazione per mettere in sicurezza questi rifiuti”.

Stefano Caporossi
Consigliere comunale Lega
Candidato al Consiglio provinciale nella lista Prima la Tuscia.




Caporossi: “Cominciamo a predisporre l’organizzazione del trasporto della Macchina di Santa Rosa”

VITERBO- Riceviamo da Stefano Caporossi, presidente della IV commissione e pubblichiamo: “Vorrei far seguito alle parole del Sindaco Giovanni Arena, in ordine al trasporto della Macchina di Santa Rosa, poiché sono fermamente convinto che occorra dare delle risposte serie alla cittadinanza viterbese circa il regolare svolgimento, o meno, dei festeggiamenti della nostra amata Santa.
Pur essendo consapevole che la fattibilità della manifestazione sarà sino all’ultimo legata ai numeri dei contagi e all’auspicabile aumento delle vaccinazioni, credo sia giunto il momento di porci come Amministrazione nell’ottica di predisporre l’organizzazione di questo evento, cominciando a delineare, unitamente alle competenti autorità sanitarie, delle linee guida da poter adottare per ridurre al minimo il fattore contagi.
Nel novecento il trasporto della macchina di Santa Rosa ha avuto una sola interruzione durante la seconda guerra mondiale e nel passato i viterbesi hanno sempre riposto le loro speranze e richieste di protezione confidando nell’aiuto della loro Rosa.
Il trasporto 2020 è stato correttamente annullato per la pandemia visti gli eccessivi rischi.
Anche il montaggio della macchina davanti alla basilica non è stato realizzato per evitare pericolosi assembramenti. Il prossimo tre settembre potrebbero essere differenti le condizioni e non possiamo farci trovare impreparati.
Le vaccinazioni anche nel nostro territorio stanno procedendo con regolarità e si stima che a fine estate possano aver immunizzato almeno il 70% dei nostri residenti. A giugno in Europa sono previste manifestazioni di grande richiamo in presenza, come i campionati di calcio aperti al pubblico e le disposizioni governative potrebbero lasciare dei margini per consentire lo svolgimento del trasporto con la massima sicurezza.
Il sodalizio dei facchini ha solo bisogno di tempi tecnici per organizzare tutto con la consueta competenza e precisione. Come per le attività sportive in corso si potrebbe richiedere la vaccinazione della formazione dei facchini per tempo, per non escludere ogni possibilità e
non farci trovare impreparati se le condizioni dovessero essere favorevoli. L’importanza della nostra tradizione secolare, patrimonio Unesco, ci impone di tentare ogni strada pur di tenere viva la speranza. Confido nel fatto che la città accetterebbe qualsiasi compromesso con dei significati anche spirituali che andrebbero sicuramente a consolidare il rapporto che lega i fedeli alla loro Santa, tracciando la strada per la rinascita e l’auspicato ritorno alla normalità. Oltre alle vaccinazioni il sodalizio ha bisogno di tempi tecnici per la selezione della formazione e per le visite mediche di tutti i facchini, pertanto la decisione, in accordo con tutte le istituzioni preposte all’evento, va presa con la massima urgenza, visto che mancano poco più di tre mesi al tre settembre”.

 




Agricoltura, Caporossi (Lega): “Servono fatti non chiacchiere”

VITERBO – “Un destino crudele per gli agricoltori della Tuscia. Sono avvilito e preoccupato per quanto accaduto nella notte del 7 aprile e la mattina dell’8 dove un brusco calo delle temperature fino a – 7 gradi ha compromesso le nostre piantagioni e colture in campo, noccioleti, vigneti , frutteti, kiwi in piena fioritura , campi di ortaggi ed altro”. Lo scrive il responsabile dipartimento agricoltura Lega provincia di Viterbo Stefano Caporossi, che prosegue: “Sono vicino ai colleghi agricoltori oggi più che mai, in un momento particolarmente difficile per il nostro comparto agricolo che ora dovrà ulteriormente recuperare quanto perduto. In qualità di responsabile del
dipartimento agricoltura Lega della provincia di Viterbo chiedo un immediato e concreto aiuto unitamente a quanto già chiesto riguardo le decisione e dilemma che ci ” affligge” del PSR ( piano di sviluppo rurale) che ad oggi non ha dato risposte ai nostri agricoltori adulti e giovani. Ricordo quanto già chiesto con un appello accorato alla nostra regione: gestione dei nuovi fondi PSR per le annualità 2021-22, scorrimento delle graduatorie delle misure dove in molti si sono trovati
vincitori ma non ammessi per mancanza di fondi, programmazione PSR 2023-2027 riguardo gli investimenti da attuare per danni da fauna selvatica, aumento dei fondi per indennizzare le calamità naturali (gelo, siccità ) , incentivare gli impianti irrigui efficienti e rispondenti ai criteri di un’agricoltura 4.0, snellimento burocratico dell’organismo pagatore AGEA. La nuova programmazione deve assolutamente dare la priorità ai cambiamenti climatici prevedendo indennizzi volti a sostenere gli agricoltori da danni per eventi di natura catastrofale
oggi presenti in aree dove tali fenomeni sono avvenuti 20-30 anni fa. La nuova politica dovrebbe prevedere opportunità extra-reddituali come ad esempio la possibilità di realizzare piccoli impianti fotovoltaici a terra o porre limiti di superfici ( es. 10% delle SAU ) così da far assumere un ruolo sempre più ecologico. Insomma serve che siano date delle risposte e progetti veloci, è giunto il momento di agire con decisione senza perdere un minuto ne abbiamo veramente bisogno”.

 




Viterbo, Caporossi: “Obiettivo di riqualificazione delle nostre strutture sportive”

VITERBO – Riceviamo da Stefano Caporossi (Consigliere Comunale Lega) e pubblichiamo: “In qualità di Consigliere Comunale e Presidente della IV Commissione, attiva nel settore dello sport, turismo, cultura ed istruzione pubblica, intendo presentare un progetto agli organi competenti volto alla ristrutturazione delle presistenti strutture sportive, nonché alla realizzazione della “CITTA DELLO SPORT”, affinché lo sviluppo sportivo possa rappresentare un volano per l’economia locale.

Una cittadella dello sport nella nostra città, sebbene sia un progetto ambizioso e probabilmente di non immediata realizzazione, rappresenta un sogno da perseguire a beneficio delle future generazioni. I tempi attuali, grazie agli importanti finanziamenti che arriveranno dall’Europa, potrebbero rappresentare il giusto momento per pensare a grandi progetti come questo, con l’auspicio che le istituzioni sappiano coglierne l’opportunità, lavorando perché una parte di essi sia dirottata nella nostra città.

Da presidente di una squadra di volley, oltre che da Consigliere Comunale, non posso non rilevare come Viterbo non sia riuscita nel tempo ad adeguarsi alle nuove esigenze del mondo sportivo, investendo e rinnovando le proprie strutture. Nella proposta che intendo presentare alla Commissione che presiedo, il PalaMalè, una volta fiore all’occhiello della città, deve tornare ad
essere centrale nella vita sportiva viterbese ed a tal fine sarà mia cura impegnarmi affinché possano essere trovate le risorse necessarie alla sua ristrutturazione, oggi più che mai necessaria.

Così come anche il campo scuola, dove si può correre su una nuova pista, ma che non offre simile innovazione nella totalità delle strutture che compongono il complesso, come ad esempio gli spogliatoi.

Un ringraziamento particolare va ai privati che grazie ai loro investimenti e alla loro perseveranza hanno saputo comunque dotare la città di strutture d’avanguardia, specialmente palestre. So bene che quanto proposto non sia di facile attuazione, specialmente per un Comune che deve confrontarsi con i limiti del proprio bilancio e con le numerose criticità cui far fronte, ma proprio in virtù di questa considerazione ritengo sia doveroso cogliere le opportunità del momento,
facendo squadra, e puntando alla realizzazione di un grande progetto che possa cambiare il volto della nostra città”.