di WANDA CHERUBINI –
VITERBO – Grande successo, nonostante il tempo incerto, con qualche goccia di pioggia intorno alle 21,30, per la prima serata di “Cinema & terme”, ogni venerdì, dall’11 al 25 settembre, in compagnia Stefano Fresi. Molte persone hanno partecipato alla serata, immersi nel tepore della calda piscina. Prima della proiezione del film “Il Regno”, il suo ultimo film da protagonista, mai uscito nelle sale cinematografiche, si è svolto un momento di musica live offerto dal magico Sax del Maestro Marcello Balena. Subito dopo l’incontro con l’attore, intervistato dagli organizzatori, i direttori dell’Est film festival, Vaniel Maestosi e Glauco Almonte.
“Il Regno”, prodotto da Fandango, la divertentissima opera prima di Francesco Fanuele, racconta di un tragicomico medioevo e della sottomissione di un uomo alle megalomanie del potere. La verve attoriale di Stefano Fresi è affiancata dalla comicità di Max Tortora, i due costruiscono insieme delle gag irresistibili.
Fresi è smontato da appena una settimana dal set cinematografico di “Lasciarsi un giorno a Roma”, nuova fatica di Edoardo Leo, dove c’erano anche Marca Anieto, attrice spagnola e Claudia Gerini. Con Edoardo Leo Fresi forma la vera coppia di “Smetto quanto voglio”.
I due organizzatori hanno chiesto a Fresi quanto il rapporto di amicizia, di complicità li abbia aiutati. “Io ed Edoardo ci siamo trovati a fare due o tre fiction insieme sempre mai incontrarsi. In realtà è nata proprio su Smetto quanto voglio l’amicizia con Edoardo. Abbiamo con Leo anche doppiato il Re Leone. Un’esperienza con la Disney che è straordinaria, che ho amato come spettatore quando avevo 24 anni.
Hanno poi parlato di un film ambientato nella Tuscia immaginaria. “Un applauso a Mattia Torre, venuto a mandare prematuramente. Questo film era un anti cine-panettone ed abbiamo fatto il
Natale in una casa della Tuscia, contrapposta ad una casa da Roma Nord, ma non vi nascondo che gli stessi attori facevano una parte di qua e di là. C’erano Valerio Mastrandrea, Pannofino, Guzzanti, personaggi pericolossissimi, è stato veramente difficile. Giravamo due ciak così come erano scritti e poi improvvisavamo, distruggendo la vita del montatore. Se vi capita è molto strampalato, quindi, si può vedere solo a Natale dopo la quarta grappa e rischia di piacervi tantissimo.
Un film uscito da poco, è “Il grande passo”, poi Fresi ha girato un musical in costume in una New York ricostruita in Bulgaria. “E’ un bel musical, “The land of dream”. Mi avevano detto di avere un vestito elegante, un vestito di velluto verde, ma io sembravo un avocado scaduto e non contenti mi hanno pure tinto i capelli di rosso. Sono andata a dormire e sembrava il letto di Pacciani, ho
fatto una figura immonda a Sofia, ma il film è andato a buon fine”.
Gli organizzatori hanno poi chiesto quanto conti per un attore fare i film giusti e quanto conti la popolarità e come abbia cambiato la sua vita. “Rimaniamo con i piedi per terra. E’ una condizione di privilegio, ma non si diventa improvvisamente bravi. Si ha il privilegio che qualcuno se ne accorda. Quindi, la cosa fondamentale per qualunque attore che abbia la fortuna che ho avuto io di arrivare in serie A, è di ricordarsi che per quanto sei bravo ci stanno dieci attori più bravi di te che non hanno avuto quella occasione e in virtù di questo ti devi meritare quel successo e devi fare una cosa fondamentale: chi decreta il successo di un attore non è né il produttore, né il regista, ma il pubblico. Per i selfie posso dire che può sembrare fastidioso, però io con quelle foto ci pago il mutuo, ci vado avanti, ma quindi Viva Dio, venitemele a fare, mi butto di sotto e le
facciamo anche sott’acqua le foto. L’unico vantaggio con queste mascherine è che se vi fate una foto con me la potete spacciare per qualcun altro: questo è Brad Pitt.Tanto non si vede niente”.
Un altro aspetto di Fresi, la generosità. Gli organizzatori hanno evidenziato come l’attore non disdegni di girare opere prime. “Non è generosità, ma gratitudine – ha risposto- Io se sto qua è perché ho ricevuto quando avevo 20 anni. Mi sembra giusto restituire. Il talento serve a tenerti dove la fortuna ti mette. Se ti monti la testa non sei furbissimo. E’ fondamentale cercare di restituire per lo meno quello che si è ricevuto. Prendo questo lavoro seriamente, ma come lavoro . Se, infatti, mi chiedono quale sia la vetta più alta della tua vita, rispondo la nascita di mio figlio. Tendo a fare poi progetti che mi piacciono. Francesco Fanuele ha fatto un corto che mi è piaciuto. E’ nato il lungo da lì. Il Regno è un opera prima di Fanuele, spero che vi diverta tanto quanto a noi ha divertito farlo”.
Si è poi parlato del Covid, del lock down ed è stato chiesto a Fresi cosa sia successo nel suo mondo e come sia ripartito adesso il cinema. “Nel mio lock down sono andato contro corrente e sono stato a dieta. Lo so che non ve ne siete accorti. Sto in quella fase in cui perdi 30 kg e ti dicono: ti sei sgonfiato. Veramente ho perso un ragazzino di 16 anni. Se non ne perdi 50 non va
bene.. poi ti dicono sei troppo magro. Ho camminato tanto intorno a casa e poi mi sono nutrito bene, soprattutto di amore con la mia famiglia. Ho seguito mio figlio con la scuola online, esperimento meraviglioso,dove si copiava che era una bellezza, con tutti libri aperti da dietro i computer, i ragazzini contenti, tutti 10, meraviglioso. Per quanto riguarda il nostro amatissimo cinema, che dire? Viva le piattaforme perché ci hanno salvato la vita e speriamo che restino perché nessuna forma di linguaggio annichilisce l’altra. Siamo noi che scegliamo di vedere una cosa da una parte o dall’altra. Io mi permetto di suggerirvi di compiere un atto di profondo egoismo e solo per amore di voi stessi: ogni volta che potete guardate il film su uno schermo, per un motivo speciale.
Rivedersi un vecchio film già visto in tv, anche una serie su Netflix va bene, ma il film è pensato per essere visto su uno schermo grande. Se vedete il film sul divano, mentre accarezzate il gatto e poi potete mettere pausa per andare a fare pipì, poi non potete dire questo film è mediocre, perché è mediocre è stata la vostra visione. Non siete immersi in quel mondo. Cosa che al cinema non fate, entrate in un mondo e uscite alla fine. Vi garantisco che l’impatto emotivo di vedere il primo piano di un attore è diverso, vedere l’astronave di Guerre stellari che ti passa sopra grande 12 metri è un’altra cosa”.
Ma sarà possibile tornare a fare il cinema prima del Covid? “Non si può immaginare una vita senza cinema. Il cinema si piega alle regole – ha risposto Fresi – Si fa quello che si deve fare. Se pensi a quello che hanno patito i medici, noi abbiamo fatto poca cosa. E’ anche importante capire che il rispetto delle regole consente di andare avanti finché la situazione non migliora. Con un minimo di
rispetto di se stessi, delle persone a cui si vuole bene e della comunità siamo arrivati qui. E la maggior parte degli italiani è stata brava. Per uno stronzo ci sono 100 persone che si sono comportate bene, se no stasera non stavamo qui”.
Infine, si è parlato del film al momento in una quarantina di sale, “Il Grande passo”. “Questo film è una favola – ha spiegato Fresi – e di favole ne abbiamo bisogno in questo momento come non mai. E’ la storia di due fratelli che non si sono mai conosciuti, figli di uno stesso padre ma madri diverse. Uno è cresciuto a Roma, l’altro in Veneto, Giuseppe Battiston. Questi due fratelli si incontrano per un motivo: Battiston costruisce un razzo per raggiungere la Luna e brucia i campi dei vicini e viene internato in un manicomio. Deve mettere la firma uno di famiglia e chiamano me che non lo vedo da 40 anni e quindi lo raggiungo in Veneto. Ed è il film sul sogno: lui vuole
raggiungere la Luna, io cerco di fargli capire che forse è solo un po’ toccato di cervello e invece faremo delle scoperte gigantesche l’uno sull’altro e sul senso ultimo della vita e sul sogno stesso. E’ un film che ha avuto grande successo di critica, abbiamo anche vinto il Torino Film Festival come migliori attori protagonisti, ma vi garantisco che uscirete dalla sala e vi sentirete, comunque stiate, un po’ meglio”.
L’intervista si è conclusa con un esibizione canora di Fersi, che ha suonato e cantato una Ninna nanna dedicata a suo figlio Lorenzo.
Il prossimo appuntamento è per venerdì 18 settembre, quando sarà il turno di Paolo Sassanelli
con il suo primo film da regista ‘Due piccoli italiani’.
Il 25 settembre in programma il film ’10 Giorni senza Mamma’ per la regia di Alessandro Genovesi. Cosa succede se una mamma sempre presente decide di partire per dieci giorni lasciando i tre figli con un papà fino ad allora praticamente assente? Una esilarante tragicommedia interpretata da Fabio De Luigi e Valentina Lodovini, che porta sul grande schermo tematiche attuali quali il ruolo della donna nell’essere “solo” una madre o il difficile connubio famiglia/lavoro. Prima della proiezione il pubblico incontrerà Claudio Di Mauro il montatore del film, che racconterà curiosi aneddoti sul dietro le quinte della preparazione del film.
Gli ingressi saranno consentiti fino a raggiungimento della capienza massima dettata dalle regole dell’emergenza sanitaria Covid-19. Non c’è bisogno di prenotazione, il biglietto d’ingresso sarà
acquistabile la sera stessa direttamente in cassa.
Per ogni ulteriore informazione vi invitiamo a visitare il sito web www.cinemaeterme.it
Cinema e Terme si realizza grazie al sostegno e al contributo di: Mibact, Regione Lazio, Comune di Viterbo, Fondazione Carivit, Università degli Studi della Tuscia, Italiana Assicurazioni, Creval, Terme dei Papi, Menichelli 1912, KIA Autopremium.