“40 anni di scavi dell’Università Statale di Milano a Tarquinia”, il 21 settembre la presentazione del convegno

VITERBO – Un altro passo avanti nella ricerca della vita su Marte. La rivista scientifica Science Advances ha pubblicato i risultati del progetto internazionale Biology and Mars Experiment (BIOMEX- Principal Investigator J-P. De Vera) dell’Agenzia Spaziale Europea. Numerose biomolecole sono state esposte alle condizioni spaziali e di Marte all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale per un periodo di 16 mesi. Il razionale dell’esperimento è stato verificare quale può essere l’effetto delle condizioni spaziali (radiazioni e vuoto cosmico) sulle biomolecole che potrebbero essere presenti su Marte, o su altri corpi celesti, come testimonianze di vita passata o presente. Ora è disponibile un’intera lista di sostanze biologiche resistenti alle radiazioni spaziali, o che ne vengono modificate e in che modo. Questi esprimenti servono a preparare e valutare le analisi che sono e saranno effettuate dai rover robotici che esplorano la superficie e la sotto superficie di Marte, come il Rover Perseverance, parte della Missione NASA Mars Sample Return (campioni di suolo marziano che saranno riportati sulla Terra nel 2030!) o la missione Europea EXOMARS (purtroppo messa in pericolo dal ruolo significativo della Russia nel progetto).
L’Università della Tuscia, Dipartimento DEB, anche grazie al contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha contribuito in modo sostanziale ai risultati della ricerca; sotto la guida di Silvano Onofri hanno collaborato Alessia Cassaro, Claudia Pacelli, Laura Selbmann e Laura Zucconi. Motivo di orgoglio per UNITUS è anche il fatto che Alessia Cassaro ha conseguito recentemente presso il nostro Ateneo il Dottorato Europeo di Ricerca con lode, soprattutto per il suo contributo scientifico al progetto BIOMEX.
ACQUAPENDENTE ( Viterbo) – Venerdì e sabato scorso si è svolto il V convegno di studi sul Santo Sepolcro di Acquapendente; cui ha partecipato anche il Soprintendente, arch. Margherita Eichberg, con un intervento su “La venerazione dei corpi e memorie dal VI secolo all’alto Medioevo: evoluzione tipologica di cripte e spazi sacri”. La leggenda di Matilde di Westfalia, madre di Ottone I, che ha fatto di un bene monumentale architettonico, un luogo di culto. Una mèta di pellegrinaggio nel Medioevo perché sulla rotta della via Francigena, diventata sempre più frequentata. Anche per la presenza nella cripta della reliquia del Santo Sepolcro, custodita in un sacello che riproduce in miniatura quella del Santo Sepolcro di Gerusalemme; ne è la copia più antica che ci resta. E ora la necessità, la decisione e la scelta – come spiega il prof. Chiovelli – di effettuare una serie di saggi nella basilica Concattedrale del Santo Sepolcro di Acquapendente e nella sua cripta, per chiarire alcuni dubbi che permangono sulla storia dell’edificio e sulle sue particolarità decorative. Soprattutto per ritrovare degli ambienti sotterranei che facevano parte dell’avancripta, che conservavano importanti reliquie della passione di Cristo. Tutto questo fa della basilica un luogo d’interesse, non solo per la Soprintendenza, da tutelare, promuovere e valorizzare.