Talete, interventi reti idriche e sistema adduzione Le vene Bisenzio

VITERBO – La sinergia oramai sempre più rodata tra l’EGATO1 Lazio Nord Viterbo e il soggetto Gestore Talete Spa, ha consentito di formalizzare in anticipo rispetto alla scadenza del 30 ottobre 23 due proposte di finanziamenti sulla piattaforma del MIT Direzione Generale Dighe per complessivi 22 mln di euro.

Per presentare i finanziamenti non basta avere buoni progetti, ma occorre redigere una complessa Analisi Costi Benefici nel rispetto delle direttive comunitarie, che enfatizza l’impatto dell’intervento sull’intero territorio e che si confronta con le altre realtà nazionali nel settore idrico.

La fattiva collaborazione tra Talete S.p.A. e l’Ente di Governo ha consentito il raggiungimento di questo importante risultato per il territorio della Provincia di Viterbo.

Due i progetti presentati:

  • uno già candidato al PNRR e risultato ammesso ma non finanziato per carenza di fondi, prevede la riduzione delle perdite idriche e l’ottimizzazione dei costi operativi di gestione;
  • l’altro consiste nel completamento del progetto per l’integrazione dello schema idrico ex-SIIT Le Vene – Bisenzio – Piancastagnaio. Tale opera, già in fase di realizzazione grazie ai fondi del MIT-DG Dighe, permetterà di integrare 200 l/s di risorsa non contaminata, mediante l’utilizzo di nuovi pozzi nell’area compresa tra il Comune di San Lorenzo Nuovo e il Comune di Acquapendente. Il nuovo stralcio consisterà nel prolungamento della condotta verso i serbatoi del Comune di Bolsena “Canaletto” e “Monte Cuculo” con conseguente dismissione di due potabilizzatori.

“Sostenibilità ambientale ed efficienza operativa e nel servizio devono necessariamente andare di pari passo – commenta il Presidente dell’EGATO1 Lazio Nord Viterbo, Alessandro Romoli -. Ecco perché le opere idrauliche in fase di realizzazione puntano sia alla riduzione delle perdite idriche che all’ottimizzazione dei costi di gestione: perché a guadagnarci sono i cittadini e l’ambiente in un’ottica di convivenza sostenibile con le risorse che ci circondano”.

 

“Le opere idrauliche che sono in corso di completamento – dichiara l’Amministratore Unico di Talete S.p.A. Salvatore Genova – avranno un impatto rilevante sull’efficienza operativa e contribuiranno positivamente alla sostenibilità ambientale rispettando, al contempo, le normative e le linee guida in vigore.

Ringrazio le parti coinvolte in questo processo, per il proficuo contributo profuso nell’interesse delle nostre comunità”




Una svolta verso l’efficienza, la sostenibilità e la precisione amministrativa

VITERBO- Talete S.p.A. annuncia il lancio di un innovativo servizio finalizzato alla verifica, recupero e aggiornamento dei dati dell’anagrafica cliente.

Questa iniziativa migliorerà in modo significativo il rapporto con i cittadini e avrà, al contempo, un impatto tangibile sulla riduzione della dispersione amministrativa.
I dettagli del servizio includono:
• verifica dei dati: un processo importante che si estende oltre la semplice correttezza dei dati, abbracciando anche la precisione delle informazioni sulla destinazione d’uso dell’immobile e sulla tipologia di contratto. Ciò garantirà un’adeguata corrispondenza tra i dati dell’anagrafica cliente e la reale situazione sul territorio;
• recupero dei dati mancanti: attraverso l’implementazione di tecnologie avanzate e collaborazioni strette con le amministrazioni comunali, il servizio si prefigge di individuare e recuperare dati mancanti o incompleti. Un’approfondita analisi dei dati consentirà una base informativa completa e accurata;
• aggiornamento periodico: la periodica revisione e il conseguente aggiornamento dei dati rappresentano la chiave per mantenere un’anagrafica cliente sempre allineata alla realtà. Questa pratica favorirà una gestione efficiente delle risorse e contribuirà alla riduzione degli errori amministrativi.
L’allineamento tra la destinazione d’uso dell’immobile e la tipologia di contratto permetterà una corretta categorizzazione delle utenze, semplificando le operazioni amministrative e consentendo una gestione più efficiente dei servizi.
La normalizzazione dei codici fiscali e delle partite iva è un passo avanti significativo per garantire il successo della fatturazione elettronica, riducendo tempi e risorse impiegate in processi manuali e contribuendo alla sostenibilità ambientale.

“Questa iniziativa – dichiara l’amministratore unico Salvatore Geova – rappresenta un significativo passo avanti nella nostra missione di fornire servizi idrici adeguati alle nostre comunità. La collaborazione con le amministrazioni comunali è cruciale per il successo di questo progetto e confidiamo nel loro sostegno per raggiungere insieme nuovi livelli di efficienza”.

” Questo contesto in continua evoluzione – aggiunge il responsabile per la transizione al digitale Giuseppe Gasbarri non riguarda solo l’adozione di nuove tecnologie, ma è una strategia chiave per migliorare l’efficienza operativa.
La normalizzazione dei codici fiscali, l’individuazione di allacci abusivi e l’accertamento accurato tra destinazione d’uso dell’immobile e tipologia di contratto, sono elementi fondamentali che contribuiranno a una gestione più efficiente, giusta e sostenibile del servizio idrico integrato. L’aggiornamento di questi dati prevede, inoltre, la fattura attivazione di una serie di servizi digitali per i cittadini”.




Mastrogiovanni (Femca Cisl): “Con l’ingresso dei Comuni in Talete, necessario un piano di espansione occupazionale”

VITERBO – “Con il nuovo assetto societario che interesserà la Talete dopo l’entrata del privato, auspichiamo la piena tutela dei lavoratori diretti e dell’indotto, per continuare a garantire la tenuta occupazionale di tutto il sistema legato alla gestione dell’acqua potabile”. A parlare è Fabrizio Mastrogiovanni, segretario generale della Femca Cisl, sigla di rappresentanza del settore, in seguito alla recente approvazione dell’assemblea dei soci di Talete di procedere alla cessione del 40% di quote ad un soggetto privato.
“Questo nuovo atto di orientamento – continua Mastrogiovanni – aprirà nuovi scenari che bisognerà definire con particolare attenzione. E’ bene tenere presente che, dei 18 Comuni ancora fuori Talete, cinque entreranno nella partecipata entro la fine dell’anno. Di conseguenza, sarebbe auspicabile formalizzare un nuovo piano di espansione occupazionale, necessario a garantire l’efficienza e la continuità ottimale del servizio su un’area maggiormente vasta e salvaguardare al tempo stesso le competenze dei lavoratori”.
A nuove assunzioni di personale, Mastrogiovanni propone anche un piano di internalizzazione dei servizi, sulla scia di quanto accaduto nella fase costitutiva di Talete quando, superata la frammentazione gestionale dell’intera filiera idrica, il personale venne inserito nell’organico della nascente Società in-house.
“Oggi Talete – conclude il segretario generale – da lavoro a circa 120 dipendenti; si serve di altre aziende per i servizi legati alla manutenzione degli impianti di potabilizzazione e di depurazione delle acque nere. Si tratta di personale altamente specializzato e già formato che potrebbe rivelarsi una risorsa importante da internalizzare all’azienda. In questo modo la stabilizzazione del personale e l’internalizzazione dei servizi si tradurrebbe in una migliore gestione aziendale con relativo risparmio economico. Allo stesso tempo siamo convinti che la digitalizzazione e i nuovi gestionali saranno propedeutici al miglioramento del servizio e delle risorse umane”.

Fabrizio Mastrogiovanni
Segretario generale Femca Cisl Viterbo




Privatizzazione di Talete: preoccupazioni e proteste da parte dei cittadini

di REDAZIONE-

VITERBO- Il destino della società Talete sembra segnato dalla strada della privatizzazione, un dibattito che si trascina da anni ma che sembra ora avvicinarsi a una conclusione definitiva. La decisione ha ottenuto il via libera dalla conferenza dei sindaci, dove la maggioranza ha approvato una gara a doppio oggetto per cedere il 40% delle quote societarie a un socio privato. I favoriti per questa acquisizione sembrano essere i francesi di Suez, che potrebbero entrare nel quadro attraverso la controllata Acea, suscitando però forte opposizione da parte dei comitati per l’acqua pubblica.

Secondo quanto dichiarato da Noncelabeviamo, la privatizzazione è stata presentata come l’unica soluzione possibile, affermando che Talete avrebbe affrontato “costi gestionali con perdite mostruose”. Tuttavia, ciò solleva domande sulla logica di interessare privati a una società in difficoltà e sulla mancata richiesta di finanziamenti diretti dai comuni interessati. I critici sostengono che i sindaci stiano rinunciando al loro dovere di gestire i servizi pubblici, preferendo delegare a terzi e obbedire agli ordini dei loro partiti, spesso vicini alle lobby finanziarie.

Secondo Noncelabeviamo, le conseguenze di questa scelta ricadranno sui cittadini, con un aumento delle tariffe per coprire i costi di gestione e la quota di profitto cercata dal socio privato. Inoltre, preoccupazioni ambientali emergono riguardo al progetto del raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, gestito da Acea, che potrebbe minacciare il già sovrasfruttato fiume Velino e richiedere notevoli risorse pubbliche.

Il comitato critica anche il progetto Peschiera, sostenendo che alternative più sostenibili, come sorgenti locali, sono state ignorate. Le proposte di applicare leggi regionali esistenti o richiedere contributi dalle istituzioni nazionali e regionali per ridurre i costi derivanti dalla dearsenificazione sono state respinte senza discussione.

In conclusione, la privatizzazione di Talete suscita preoccupazioni sulla trasparenza, l’aumento delle tariffe e la gestione non ottimale delle risorse idriche. I cittadini, che in passato hanno votato a favore del mantenimento della gestione pubblica dell’acqua, si oppongono fermamente a questo progetto, considerandolo un tradimento della volontà popolare. La protesta, sia da parte del comitato che dei cittadini, mira a fermare l’implementazione di questa controversa decisione.




Gli Amministratori in Blu dicono no alla gestione privata dell’acqua

Qualche giorno fa la notizia della votazione da parte dell’assemblea soci di Talete, ovvero dei Sindaci, a favore dell’avvio della procedura per portare alla cessione del 40% di quote societarie ad un soggetto privato.

Come Amministratori in Blu, ovvero Consiglieri Comunali contrari alla gestione privata e, quindi, alle logiche di profitto su un bene essenziale come l’Acqua, ci siamo attivati per richiedere tutta la documentazione del 14 novembre ovvero gli atti di indirizzo, compresi quelli precedenti sul tema, nonché il verbale dell’assemblea dei Sindaci dell’A.T.O. 1. Vogliamo capire se tutte le procedure sono state o meno rispettate.

Ad ogni modo intendiamo ribadire la nostra ferma contrarietà a questa decisione chiedendo altresì ai Sindaci di parlare con franchezza ai propri cittadini e di assumersi le responsabilità dei propri fallimenti politici sulla gestione del tema idrico. Infatti non ci dobbiamo dimenticare che se la Talete è in questa situazione le responsabilità sono anche da ricercare in tutti coloro che, in questi anni, non sono stati in grado di trovare soluzioni efficaci per permettere alla società di fare investimenti e di offrire un servizio degno ai propri concittadini. Non un atto concreto si è visto in questi anni per cercare di ottimizzare la spesa per l’energia elettrica, nulla in merito all’ottimizzazione dei costi di dearsenificazione, nessuna richiesta forte ed unitaria affinché la Regione Lazio riprogrammasse interventi a sostegno degli elevati costi di gestione dei dearsenificatori, nulla in merito alla ricerca di nuovi punti di captazione, basati sullo studio della morfologia dei territori, per arrivare a fonti con una minore concentrazione di arsenico. Insomma, mai nulla che non fosse la solita cantilena di chiedere soldi ai Comuni senza nessuna prospettiva di sviluppo.

Gli Amministratori in Blu:
Agostini Domitilla, Andreani Andrea, Battisti Bengasi, Biondi Valerio, Bonanni Rita, Cavalieri Yuri, Friggi Federica, Gregori Gianluca, Mengoni Mario, Romani Maurizio.




Talete, Leoni (Federazione PRC): a Viterbo si vuole privatizzare l’acqua

VITERBO – Riceviamo da Roberta Leoni del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Federazione Provinciale di Viterbo, e pubblichiamo:” In maggioranza, Sindaci e Presidente della Provincia (Romoli) hanno votato la gara per un partner privato di Talete Spa. Tradotto: è vero che il referendum nazionale del 2011 e la legge regionale del Lazio del 2014 prevederebbero il contrario, ma qui a Viterbo si è deciso di sbrigarsi e privatizzare l’acqua. La giustificazione degli amministratori è stata che la società Talete così com’è messa costerebbe troppo ai comuni («perdite mostruose», dice il direttore dell’Ato), per cui l’unica strada è liberarsene.

Ma si tratta ovviamente di un ragionamento pretestuoso. Privatizzare significa mettere la gestione di un bene pubblico nelle mani di imprenditori che hanno l’obiettivo di tirar fuori un qualche profitto: per cui se un privato decide di farsi carico di queste «perdite mostruose», è segno che conta di trovare il modo di ricavarne un utile. È il gioco del mercato. Per cui come spesso accade l’ambiente, o la salute dei cittadini legata alla potabilità dell’acqua verranno garantiti solo nella misura in cui si riuscirà a ricavare un profitto dall’attività: altrimenti verranno sacrificati. E infatti, tanto per cominciare, l’Amministratore unico di Talete ha parlato chiaro: le nostre bollette subiranno necessariamente un rialzo, poi semmai si vedrà fra qualche anno. Come a dire: il privato gestirà un bene pubblico, ma sia chiaro che a risanare i suoi debiti ci penseranno fin da subito i cittadini con le loro bollette.

Rifondazione Comunista, con i suoi rappresentanti istituzionali, da sempre è interna al Comitato “Non Ce La Beviamo”, e si batte contro la logica della privatizzazione dei beni comuni e per un ritorno alla gestione pubblica, trasparente, controllata ed efficiente. Per questo motivo daremo in tutte le sedi il nostro contributo alla lotta contro questa sciagurata violazione della democrazia da parte di amministratori spregiudicati a cui invece sarebbe spettato il compito di difendere i diritti di tutti i cittadini (e non i profitti di alcuni)”.




Talete, con la cessione ai privati scompare il diritto all’acqua pubblica

“Non sono bastati anni di battaglie, di sensibilizzazioni, di proteste dei cittadini, l’esito chiaro di un Referendum: nella provincia di Viterbo si sceglie deliberatamente di calpestare il diritto dei cittadini a considerare l’acqua un Bene Pubblico. È ormai nota a tutti la notizia di questi giorni della decisione ratificata dall’Assemblea dei soci di Talete (ovvero i comuni della Tuscia) di procedere alla cessione del 40% delle quote della società che gestisce il servizio idrico nella provincia ai privati. Sincerandosi dietro lo spettro “di portare i libri in tribunale di Talete”, gli attori protagonisti di questo inesorabile declino, hanno dato “il via libera” alle procedure per la cessione del 40% di quote ai privati.

Siamo di fronte all’atto più grave che si possa tentare alla democrazia, ai diritti del cittadino. Con la cessione delle quote di Talete ai privati scompare il diritto dei cittadini all’acqua pubblica. E per questa scelta sappiamo bene a chi dobbiamo rivolgerci: a quella politica che negli ultimi dieci anni ha amministrato e rappresentato la Regione, ha costruito la maggioranza in Provincia, si è insinuata nella gestione di Talete (e purtroppo non solo) e ha messo radici in molti Comuni della Tuscia. Tutto senza mai tenere conto delle esigenze dei cittadini, dei diritti e della tutela del bene comune.

L’ultima assemblea dei soci di Talete ha rappresentato chiaramente il risultato di questa gestione: elencando difficoltà economiche, mancanza di investimenti, disagi per i cittadini, precarietà della rete e del servizio, organizzazione societaria discutibile. Invece di avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, di dire “scusate”, di farsi da parte, i protagonisti di questo “mistero buffo” hanno ancora una volta svicolato il problema e messo i comuni nella condizione di scegliere la via della cessione delle quote, in barba alla democrazia e al rispetto delle comunità che amministrano.

Cosa succederà ora? Intanto c’è il rammarico di aver letto la certificazione delle nostre paure: le segnalazioni sulla precarietà del servizio, sulla discutibile gestione societaria, sui disservizi, sulle bollette che aumentavano spropositatamente, sul baratro economico di Talete che si stava avvicinando. In tanti anni, per lo più da sola contro quel sistema politico che doveva negare e nascondere l’evidenza, sostenuta dai cittadini che credono nei diritti e dal movimento Per il Bene Comune, ho portato avanti una battaglia imponente.

È sinceramente un rammarico constatare che la politica è rimasta sorda e ha continuato a inseguire altre prerogative rispetto alla difesa del bene comune. Confido che i nuovi protagonisti della politica regionale possano in qualche modo tracciare un percorso risolutivo per la vita del servizio idrico e che, soprattutto, sia meno gravoso per i cittadini”.

Luisa Ciambella




Non ce la beviamo: “Acqua privata, bolletta più salata”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Cari cittadini, la maggior parte dei Sindaci presenti alla riunione del 14 Novembre u.s. insieme al Presidente della Provincia Romoli, hanno votato per privatizzare la nostra acqua.
Ci dicono che era l’unica strada perché la società Talete avrebbe “costi gestionali con perdite mostruose”.
La prima domanda che dobbiamo porci è: ma allora perché i privati sarebbero interessati a entrare in una società che sta fallendo? E se esiste la necessità di finanziamenti, perché non sono stati richiesti da parte degli stessi Comuni?
La verità è che questi Sindaci hanno rinunciato al loro dovere fondamentale di amministrare i servizi pubblici, perché è più comodo delegare a terzi e, al tempo stesso, obbedire agli ordini dei loro partiti di riferimento, vicini alle lobby finanziarie. Come dire: con una fava due piccioni.
Purtroppo però le conseguenze di questa scelta scellerata le pagheremo noi cittadini con nuove impennate delle bollette, perché con questa operazione non solo graveranno sulla tariffa tutti i costi di gestione dell’acqua ma a ciò si dovrà aggiungere anche la quota di profitto che il socio privato persegue per scopo aziendale.
Infatti, con il 40% del pacchetto azionario il privato che subentra sarà in grado di imporre le proprie decisioni dettandone la linea. Anche gli investimenti non saranno decisi in base alla logica del bene comune e del benessere della collettività, ma sempre perseguendo la stessa logica del profitto. E questo fa scattare un campanello d’ allarme anche in relazione ai disastri ambientali.
Il vicino lago di Bracciano, tuttora mutilato, non è che un piccolo assaggio di quello che può accadere.
Vedremo cosa succederà con il progetto del raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, un’opera faraonica in mano ad Acea, che – oltre a dilapidare centinaia di milioni di fondi pubblici, per portare acqua alla provincia di Roma e ad alcuni comuni della Tuscia da oltre 100 km di distanza – potrebbe anche pregiudicare la vita del fiume Velino già sovrasfruttato.
Un progetto di cui non si è verificata l’effettiva utilità per la Tuscia: i nostri Amministratori non si sono neanche degnati di discutere la fattibilità della proposta dell’Università della Tuscia di sviluppare lo studio preliminare capace di captare acqua potabile da sorgenti presenti sul territorio, con costi e tempi di realizzazioni inferiori.

Quella della privatizzazione dell’acqua e del sistema idrico è l’unica strada che Talete e i nostri Amministratori hanno continuato a perseguire, riversando su di essa tutte le energie e il loro operato, in barba ai veri problemi presenti in questa provincia, a partire dalla potabilità dell’acqua.
Tutte le strade alternative proposte non sono state neanche oggetto di discussione:
– no alla richiesta di applicazione della Legge regionale 5/2014, che avrebbe restituito la gestione delle acque ai territori;
– no agli studi elaborati dall’Università della Tuscia per reperire acqua potabile sul territorio;
– no alla richiesta di contributi alle Istituzioni nazionali e regionali per sgravare i costi derivanti dalla dearsenificazione.
In sostanza i cittadini – dopo essere stati vessati per anni attraverso una gestione costosa e poco trasparente – domani lo saranno ancora di più, poiché questo atto amministrativo sancisce già dalla nascita nuovi e incontrollabili aumenti delle tariffe, completamente a carico della cittadinanza.
Ma ciò che è ancor più grave è che la nostra acqua, il bene pubblico per eccellenza, il più prezioso perché essenziale alla vita, viene ceduto al mercato e alla speculazione. Il tradimento della volontà popolare è stato servito.
Noi da parte nostra, insieme ai cittadini della nostra provincia che a maggioranza votarono affinché l’acqua rimanesse in mano pubblica, faremo il possibile perché non si compia questo scellerato progetto”.

Comitato “Non ce la beviamo” di Viterbo e della Tuscia




Talete, Comitato “Non ce la beviamo” di Viterbo e della Tuscia: “Acqua privata, bolletta più salata”

VITERBO – Riceviamo dal Comitato Non ce la beviamo e pubblichiamo: “Cari cittadini, la maggior parte dei Sindaci presenti alla riunione del 14 Novembre u.s. insieme al Presidente della Provincia Romoli, hanno votato per privatizzare la nostra acqua.
Ci dicono che era l’unica strada perché la società Talete avrebbe “costi gestionali con perdite mostruose”.
La prima domanda che dobbiamo porci è: ma allora perché i privati sarebbero interessati a entrare in una società che sta fallendo? E se esiste la necessità di finanziamenti, perché non sono stati richiesti da parte degli stessi Comuni?
La verità è che questi Sindaci hanno rinunciato al loro dovere fondamentale di amministrare i servizi pubblici, perché è più comodo delegare a terzi e, al tempo stesso, obbedire agli ordini dei loro partiti di riferimento, vicini alle lobby finanziarie. Come dire: con una fava due piccioni.
Purtroppo però le conseguenze di questa scelta scellerata le pagheremo noi cittadini con nuove impennate delle bollette, perché con questa operazione non solo graveranno sulla tariffa tutti i costi di gestione dell’acqua ma a ciò si dovrà aggiungere anche la quota di profitto che il socio privato persegue per scopo aziendale.
Infatti, con il 40% del pacchetto azionario il privato che subentra sarà in grado di imporre le proprie decisioni dettandone la linea. Anche gli investimenti non saranno decisi in base alla logica del bene comune e del benessere della collettività, ma sempre perseguendo la stessa logica del profitto. E questo fa scattare un campanello d’ allarme anche in relazione ai disastri ambientali.
Il vicino lago di Bracciano, tuttora mutilato, non è che un piccolo assaggio di quello che può accadere.
Vedremo cosa succederà con il progetto del raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, un’opera faraonica in mano ad Acea, che – oltre a dilapidare centinaia di milioni di fondi pubblici, per portare acqua alla provincia di Roma e ad alcuni comuni della Tuscia da oltre 100 km di distanza – potrebbe anche pregiudicare la vita del fiume Velino già sovrasfruttato.
Un progetto di cui non si è verificata l’effettiva utilità per la Tuscia: i nostri Amministratori non si sono neanche degnati di discutere la fattibilità della proposta dell’Università della Tuscia di sviluppare lo studio preliminare capace di captare acqua potabile da sorgenti presenti sul territorio, con costi e tempi di realizzazioni inferiori.

Quella della privatizzazione dell’acqua e del sistema idrico è l’unica strada che Talete e i nostri Amministratori hanno continuato a perseguire, riversando su di essa tutte le energie e il loro operato, in barba ai veri problemi presenti in questa provincia, a partire dalla potabilità dell’acqua.
Tutte le strade alternative proposte non sono state neanche oggetto di discussione:
– no alla richiesta di applicazione della Legge regionale 5/2014, che avrebbe restituito la gestione delle acque ai territori;
– no agli studi elaborati dall’Università della Tuscia per reperire acqua potabile sul territorio;
– no alla richiesta di contributi alle Istituzioni nazionali e regionali per sgravare i costi derivanti dalla dearsenificazione.
In sostanza i cittadini – dopo essere stati vessati per anni attraverso una gestione costosa e poco trasparente – domani lo saranno ancora di più, poiché questo atto amministrativo sancisce già dalla nascita nuovi e incontrollabili aumenti delle tariffe, completamente a carico della cittadinanza.
Ma ciò che è ancor più grave è che la nostra acqua, il bene pubblico per eccellenza, il più prezioso perché essenziale alla vita, viene ceduto al mercato e alla speculazione. Il tradimento della volontà popolare è stato servito.
Noi da parte nostra, insieme ai cittadini della nostra provincia che a maggioranza votarono affinché l’acqua rimanesse in mano pubblica, faremo il possibile perché non si compia questo scellerato progetto”.

 




Talete, i sindaci decidono di cedere il 40% delle quote ai privati, interviene la SPI-CGIL

VITERBO – Riceviamo da Miranda Perinelli (Segretaria Generale SPI-CGIL Civitavecchia-Roma Nord- Viterbo) e pubblichiamo: “Alla fine ieri l’assemblea dei sindaci dell’ATO NORD ha votato per cedere il 40% delle quote di Talete a privati per la gestione dell’acqua pubblica, un bene necessario per la vita.

Nonostante un referendum nel 2011, i ripetuti interventi a livello locale con manifestazioni, presidi di molti cittadini con associazioni diverse abbiano mostrato la loro contrarietà, non sono stati ascoltati dalla maggioranza dei loro sindaci, sono andati avanti per decidere quello che da tempo avevano già  deciso.

La nostra contrarietà come più volte manifestata, come SPI-CGIL (Sindacato Pensionati della CGIL)  non è un fatto ideologico, come più volte siamo stati accusati,  ma è una  inevitabile conseguenza  che questo 40% di quote ai privati  peserà nelle tasche dei pensionati, già abbondantemente vessati da una tassazione nazionale, regionale, e costi per mancati servizi della sanità pubblica.   Adesso  per avere l’acqua in casa si aggiungerà un ulteriore costo   per il profitto del privato che per alcuni pensionati al minimo e non solo pensionati, è ingiusto e in molti casi insopportabile.

Auspichiamo che i Sindaci prendano atto che stiamo in un periodo dove il potere d’acquisto delle pensioni è sceso a causa dell’inflazione calcolata al 15% e che ha ulteriormente impoverito molti  pensionati,   preveda interventi economici per le fasce di reddito più basse”.

 




Privatizzazione della Talete: i consiglieri Biondi e Bonanni esprimono la loro contrarietà

Riceviamo e pubblichiamo: “Abbiamo da poco appreso l’esito del voto in assemblea dei Sindaci dell’ATO Nord che a maggioranza si è espressa favorevolmente per la cessione del 40% delle quote di Talete a soggetti privati. Così come abbiamo appreso il comunicato del Presidente della Provincia Romoli che immaginiamo sia molto fiero e soddisfatto di questo “risultato”, d’altronde non ha mai fatto un segreto della sua volontà di una gestione dell’acqua aperta ai privati.
Ciò che più dovrebbe lasciare sbalorditi e indignati tutti i cittadini della Tuscia è che da anni si parla sempre delle stesse problematiche di Talete dal punto di vista finanziario e di carenza di fondi per investimenti come pure le soluzioni sul tavolo sono state sempre quelle ovvero cessione ai privati o aumento del capitale sociale ad opera dei Comuni. Mai una parola invece della Politica, dei Sindaci che sono i soci della Talete, per quanto riguarda soluzioni alternative per abbattere i costi di gestione, siano essi quelli energetici o quelli legati alla manutenzione dei potabilizzatori (il cui contratto triennale da circa 26 milioni di euro è scaduto il 30 aprile 2023 e vi è stata un proroga di un anno in attesa di una nuova gara (sul punto da settimane stiamo approfondendo, con le nostre poche risorse a disposizione, quelli che sono gli elementi di costo che maggiormente incidono sulla manutenzione dei potabilizzatori ovvero il costo dell’idrossido di ferro, con non poche sorprese a dire il vero…).
Per non parlare poi dello studio di punti di captazione alternativi che possano presentare livelli di arsenico in partenza già inferiori ai limiti di legge, magari si qui con investimenti mirati provenienti da PNRR o fondi ministeriali e non solo quelli miliardari come il raddoppio del Peschiera che potrebbe portare a conseguenze disastrose per i territori del reatino.
Infine per concludere, riprendendo il comunicato del Presidente Romoli, leggiamo di cifre come 32 milioni per quest’anno e 50 milioni per i prossimi anni, come se il privato travestito da Babbo Natale avesse voglia di sperperare tutti questi milioni per un azienda, a loro dire, sull’orlo del fallimento. Poi leggendo tra le carte con cui, a nostro avviso in maniera “a dir poco non incisiva e convinta” hanno provato a reperire i famosi 15 milioni del finanziamento covid, si legge nel business plan di un apporto di capitali previsto dalla cessione ai privati di soli 5 milioni di euro, ovvero 4 spicci, che non risolverebbero alcunchè….
Noi del Movimento 5 Stelle locale esprimiamo, pertanto, tutta la nostra contrarietà a quanto deciso dalla maggioranza dei Sindaci, andando contro la volontà dei cittadini che si sono espressi nel famoso referendum del 2011″.
Valerio Biondi Consigliere Comunale Civita Castellana
Rita Bonanni Consigliera Comunale Ronciglione




Talete: il destino della privatizzazione dell’acqua

di REDAZIONE-

VITERBO- Nella realtà attuale, Talete, l’ente responsabile della gestione idrica, sembra essere sull’orlo di una svolta cruciale. Questa mattina, alle ore 12.00, si è tenuta la conferenza dei sindaci dell’Ambito Territoriale Ottimale Lazio Nord – Viterbo presso la Sala Mostre della Provincia di Viterbo. Secondo la relazione tecnica, presentata durante la conferenza dei sindaci, dall’ingegner Giancarlo Daniele, dell’area tecnica dell’Ato viterbese, si sta delineando un quadro finanziario preoccupante. Giancarlo Daniele, capo dell’area tecnica dell’Ato viterbese, ha illustrato le criticità del territorio, evidenziando il grave deterioramento delle infrastrutture esistenti e una perdita impressionante del 50% di acqua potabile. La proposta di una ricapitalizzazione a spese dei Comuni è stata respinta a favore di un atto d’orientamento che punta inequivocabilmente verso la privatizzazione.

Daniele ha presentato un nuovo piano d’investimenti da 3 miliardi di euro in 50 anni, mirato al risanamento ambientale e indipendente dal tipo di gestione, pubblica o privata. Tuttavia, il fulcro della questione è emerso quando Daniele ha dichiarato che Talete non è in grado di affrontare il finanziamento bancario e si è indebitato nei confronti dei creditori, una situazione insostenibile secondo gli esperti.

La conferenza dei sindaci ha votato all’unanimità per approvare gli aggiornamenti del piano d’ambito, ma la relazione degli esperti ha sollevato dubbi sulla sopravvivenza di Talete. La proposta di una ricapitalizzazione da 32,3 milioni di euro entro il 2023 e 50 milioni nei successivi anni è stata avanzata come unica soluzione possibile. I sindaci, a maggioranza, hanno appoggiato l’idea, aprendo la strada alla privatizzazione.

Il presidente della Provincia, Alessandro Romoli, ha sostenuto che non ci sono alternative realistiche alla ricapitalizzazione da parte del settore privato, considerando l’assenza di disponibilità finanziarie da parte dei soci. Di conseguenza, sembra che la privatizzazione sia inevitabile, con la società francese Suez, attraverso la sua controllata Acea, pronta ad entrare in Talete acquisendo il 40% delle quote societarie.

In conclusione, l’acqua di Talete sembra destinata a fluire verso una gestione privata, con implicazioni finanziarie e operative che potrebbero ridefinire il panorama idrico della regione.




Talete, il progetto di dematerializzazione dei documenti è iniziato  

ROMA – “Finalmente – dichiara l’Amministratore unico di Talete S.p.A. Salvatore Genova – prende corpo il progetto annunciato nella conferenza stampa del 13 ottobre in Provincia. Abbiamo presentato un programma ambizioso che punta verso l’innovazione e l’efficienza operativa. L’adesione al Polo Strategico Nazionale si sta confermando una scelta ponderata e positiva”.

La dematerializzazione rappresenta un’evoluzione fondamentale nella gestione dei dati e dei documenti aziendali.

Diversi gli obiettivi che saranno centrati a fine procedura:

  • diminuzione della dipendenza dai documenti cartacei,
  • miglioramento dell’accesso ai dati,
  • riduzione dei costi associati alla stampa e all’archiviazione fisica,
  • aumento esponenziale della sicurezza delle informazioni.

L’ambizione è quella di ottimizzare l’intera catena di gestione dei documenti, offrendo vantaggi sia internamente che verso i vari stakeholder.

 Si punta decisamente alla semplificazione dei processi e alla riduzione del consumo di carta in un’ottica di risparmio delle risorse.

Il personale che verrà liberato dalle attuali incombenze, grazie all’adozione di questo sistema, sarà destinato ad altri uffici attualmente sottodimensionati, con un reale miglioramento del servizio reso all’utenza.

“Questo progetto – dichiara il responsabile per la transizione al digitale di Talete S.p.A. Giuseppe Gasbarri – segna l’inizio di un percorso entusiasmante che porterà vantaggi nei processi interni snellendo, al contempo, i servizi resi all’utenza. L’idea principale è quella di trasformare i miglioramenti derivanti dal digitale in azioni concrete a beneficio del territorio e delle nostre comunità”




Il Futuro Incerto di Talete: problemi finanziari e ricerca di sostegno

di REDAZIONE-

VITERBO – Il futuro della società Talete è oggetto di crescente preoccupazione e incertezza. Da una parte, la politica ha stabilito una scadenza entro febbraio, mentre dall’altra, il numero uno dell’azienda, Salvatore Genova, parla di progetti a lungo termine e nuovi investimenti.

Dopo giorni di silenzi, Genova Ha rivelato che la società ha affrontato difficoltà finanziarie a lungo termine, e queste difficoltà sono aumentate con il tempo a causa dell’incremento dei costi.

Genova ha evidenziato in particolare i costi di potabilizzazione dell’acqua, passati da 9 a 13 milioni di euro, sottolineando che le regole tariffarie dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) non sono adeguate ai costi attuali dell’azienda.

Un altro problema è rappresentato dai comuni che devono trasferire il servizio a Talete. Questo comporta costi aggiuntivi poiché Talete deve adeguare e mettere a norma le infrastrutture precedentemente gestite in modo autonomo dai comuni.

Nonostante l’azienda sia gravata da costi elevati e risorse limitate, Genova ha difeso la decisione di investire in progetti a lungo termine, sottolineando che l’accesso a finanziamenti è essenziale per ridurre l’onere finanziario attuale e migliorare l’infrastruttura.

Genova ha dichiarato che l’aiuto è fondamentale, sia esso fornito dai soci, da un investitore privato o da un istituto di credito. La procedura di cessione delle quote è in corso, e spetta ai soci decidere come procedere.

Infine, Genova ha chiesto il sostegno della Regione, suggerendo che il riconoscimento dello stato di calamità naturale per la Tuscia potrebbe contribuire a far fronte ai costi di potabilizzazione. Ha anche menzionato problemi come l’arsenico, radon, uranio e fluoruri, sottolineando che affrontare questi problemi richiede investimenti di cui l’azienda al momento dispone in misura limitata. La situazione di Talete appare critica, e il futuro dell’azienda rimane incerto, dipendendo in gran parte dall’aiuto esterno che potrebbe ricevere.




Talete: un passo avanti nell’innovazione dei servizi pubblici

di REDAZIONE-

VITERBO- Talete ha compiuto un significativo passo avanti nella sua missione di offrire servizi digitali avanzati e affidabili ai cittadini. La società ha scelto di migrare i suoi servizi sul Polo Strategico Nazionale, un’infrastruttura cloud che promette trasparenza, sicurezza e affidabilità. Questa decisione è stata annunciata durante la conferenza stampa di stamani, dove l’amministratore unico, Salvatore Genova, ha condiviso alcune riflessioni importanti sul futuro dell’azienda.

Innanzitutto, Genova ha affrontato l’argomento delle difficoltà finanziarie dell’azienda, sottolineando che, nonostante le sfide conosciute e i resoconti periodici sulla situazione critica, Talete sta lavorando instancabilmente per migliorare. La società ha presentato 199 milioni di progetti negli ultimi due anni e sta collaborando con determinazione per mantenere i servizi in piedi.

Genova ha anche sottolineato l’importanza dell’informazione corretta per stimolare l’opinione pubblica e favorire un dialogo aperto tra l’azienda e i cittadini. Nonostante le sfide finanziarie, Talete sta perseguendo una visione di servizi digitali migliorati e più accessibili. La collaborazione con il Polo Strategico Nazionale mira a fornire soluzioni avanzate che rendano l’interazione tra i cittadini e l’amministrazione più semplice e diretta. Il progetto punta a garantire affidabilità, resilienza e indipendenza grazie alle tecnologie e alle infrastrutture cloud.

Il responsabile della Trasformazione Digitale di Talete, Giuseppe Gasbarri, ha sottolineato i vantaggi per i cittadini, tra cui la possibilità di comunicare con l’azienda in modo digitale, monitorare i consumi e ricevere le fatture via email, riducendo la necessità di recarsi agli sportelli fisici. Questo approccio metterà il cittadino al centro del progetto.

Il progetto rappresenta un impegno significativo delle amministrazioni locali italiane a soddisfare i bisogni dei cittadini e utilizzare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per innovare i servizi pubblici. Il Polo Strategico Nazionale offre il supporto necessario per realizzare iniziative innovative che portino benefici reali ai cittadini, garantendo allo stesso tempo sicurezza e affidabilità in un mondo sempre più digitale.




Situazione Talete, interviene Luisa Ciambella

VITERBO- Luisa Ciambella, consigliere comunale di Per il Bene Comune a Viterbo, pone l’accento sulla singolare, quanto insolita, considerazione del presidente della Provincia di Viterbo che, dopo anni di scelte inconcludenti sulla gestione di Talete, ora paventa la possibilità di portare i libri contabili in tribunale chiamando in causa la Regione per non si capisce quale miracolosa soluzione. “Stupiscono, a dir poco, le parole del presidente della Provincia, Romoli, che nell’ultima seduta di consiglio provinciale, davanti dal atri sindaci del Viterbese, ha detto chiaramente che senza un intervento della Regione Lazio a gennaio si troverà costretto a portare i libri contabili di Talete in Tribunale – evidenzia Luisa Ciambella – La domanda sorge spontanea: ma in tutti questi anni dov’era Romoli quando denunciavamo pubblicamente con i fatti la grave situazione in cui versava Talete, le anomalie nella gestione interna, le scelte discutibili e i piani di risanamento inesistenti? Piani di risanamento che hanno avuto un unico risultato: quello di aumentare di oltre il 100% le bollette dell’acqua. Quando sono stata tacciata, più volte, di minare il futuro della società (quale tipo futuro poi non si comprende) contribuendo a screditarla perché di gestione singolare non si poteva parlare in pubblico, oggi invece il presidente arriva candidamente a parlarne pubblicamente annunciando la dipartita della stessa ”.

“Come associazione Per il Bene Comune – prosegue Ciambella – abbiamo reso pubblica la drammatica situazione di Talete e le scelte di chi la gestiva e ancora la gestisce, nella completa solitudine ma sempre con la schiena dritta e la consapevolezza di stare dalla parte dei cittadini. Oggi le dichiarazioni di Romoli appaiono decisamente ardite e certificano, di fatto, quello che sosteniamo da tempo ma che certi amministratori hanno voluto negare. Tanta veemenza da parte del presidente Romoli nel coinvolgere la Regione Lazio non la ricordo al tempo in cui era amministrata da Zingaretti. Non ho trovato tanta lucidità nemmeno quando i comuni, contravvenendo alla legge, continuavano a fare causa alla società per non trasferire il servizio”.

“Non dobbiamo dimenticarci, non devono dimenticarsi i cittadini, – aggiunge il consigliere comunale – che in questi anni la gestione di Talete voluta certamente dalla nomenclatura provinciale del Pd con l’accettazione passiva di tanti soggetti politici, non ha portato nessun tipo di beneficio. E in questa situazione non può certo tirarsi fuori l’amministrazione Comunale di Viterbo – dice Ciambella – che ha completamente disatteso l’impegno che si era presa in campagna elettorale di monitorare e intervenire nella soluzione del problema del servizio idrico e invece quando è stato il momento di imporsi ha addirittura votato il bilancio della gestione che si era candidata a contrastare. Non va dimenticato che l’amministrazione Frontini ha formalizzato, con un impegno di ben 25mila euro di soldi pubblici, una consulenza per studiare la situazione finanziaria di Talete impegnandosi a rendere pubblico questo lavoro, ma puntualmente non lo ha fatto. Per questo, insieme ai colleghi di Fdi, Lega e Gruppo Misto, abbiamo chiesto un consiglio straordinario su Talete per capire oggettivamente che fine farà la società e qual’è il reale stato di salute della stessa”.

“Tuttavia – conclude la capogruppo di Per il bene Comune – avere ragione rispetto alla gestione incomprensibile e a tratti allegra di questi anni non ci conforta. Comprendiamo lo stato d’ansia che possa provare Romoli rispetto al fatto che le contestazioni sulla gestione di Talete corrispondono al vero, e tanto più che i piani di risanamento proposti erano solo operazioni a dir poco improbabili. Auspichiamo che, ora, ci sia l’opportunità di trovare una soluzione definitiva alla gestione del servizio idrico della nostra provincia perché i cittadini che vivono un momento sicuramente delicato e difficile dal punto di vista economico non possano continuare a farne le spese”.




Intervento tecnico nel comune di Orte il prossimo 25 settembre

ORTE (Viterbo) – Talete S.p.A. comunica che il 25/09/2023 verrà effettuato un intervento di manutenzione della condotta. I lavori inizieranno alle ore 8.00 e si renderà necessario interrompere il servizio idrico nelle seguenti vie:
 via Marzabotto,
 via Reggio Emilia,
 via Montegrappa,
 zone limitrofe.

Per tutta la durata dell’intervento e in fase di ripristino del flusso idrico, potrebbero verificarsi casi di abbassamento di pressione e fenomeni di torbidità.




Bolle dell’acqua salate, proteste all’ufficio Tributi di Capodimonte

CAPODIMONTE (Viterbo) – Riceviamo e pubblichiamo: “Nella calda giornata estiva del 12/08/2023, presso l’ufficio Tributi del Comune di Capodimonte (e credo anche negli altri comuni definiti “ribelli”), una lunghissima fila di cittadini residenti e non, tutti rigorosamente con bollette dell’acqua in mano, chiedevano spiegazioni sul perchè del raddoppio del costo delle suddette bollette (riferite al 2022).
Le povere impiegate prese d’assalto hanno cercato di spiegare agli utenti infuriati il cosiddetto Teorema di Talete; No, non è il teorema geometrico del famoso matematico greco Talete, ma qualcosa di molto, molto più subdolo.
Per farla breve: dopo un lungo braccio di ferro gli ultimi 8 comuni del viterbese, tra cui Capodimonte, sono stati costretti a cedere la gestione dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua a usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue, alla Talete spa.
Arera ha obbligato tutti quei comuni che erano fuori dalla gestione Talete, ad acquisire la tariffa Talete dal 2022.
Risultato: tariffe raddoppiate per il 2022 ed in contemporanea tariffe salate Talete per i primi 2 trimestri del 2023.
Il teorema di Talete dà come risultato una media di quasi 1000 € annui per famiglia.
Qualcuno, malignamente, potrebbe esclamare “tutti a medicine” ma noi no, non tutti, ma sicuramente una buona parte”.

prof. Giuseppe Crisà