Agricoltura, Tiso(Confeuro): “Clima, crisi idrica e tutela pmi siano priorità istituzioni”

“Nella giornata di oggi sono andati in scena presso l’Holiday Inn-Parco dei Medici di Roma, gli Stati Generali Confeuro sull’agricoltura. Una giornata ricca di iniziative e dibattiti a cui hanno partecipato ospiti istituzionali ed esperti di settore per parlare del presente e futuro del settore primario e di temi cruciali come clima, crisi idrica, tutela piccole e medie imprese agricole, pericolo di dazi e guerre commerciali, educazione alimentare e difesa Made in Italy. Ringraziamo tutti i presenti, eravamo quasi in 400 in una sala stracolma, segno che l’agricoltura rappresenta ormai un settore chiave anche nella vita quotidiana di comunità e territori. Ringrazio inoltre il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Aurigemma, il presidente CNG Pisani, il professore Andreassi, e gli onorevoli Lovecchio, Castiglione e Gatta per i loro autorevoli e preziosi contributi. Per Confeuro è stato un fondamentale momento di confronto al fine di fornire soluzioni di rilancio e sviluppo del comparto agricolo in questo delicato e complesso contesto storico. La nostra speranza, che si traduce in un accorato appello, è che la lotta al cambiamento climatico, la salvaguardia di una risorsa essenziale come l’acqua e il sostegno alle PMI agricole entrino finalmente in modo strutturale e prioritario nelle agende istituzionali, sia a livello nazionale che internazionale. Il futuro dell’agricoltura non può più essere rimandato: servono investimenti, visione, politiche lungimiranti e un reale coinvolgimento delle comunità agricole. Solo così potremo affrontare con determinazione le sfide che ci attendono e costruire un modello sostenibile, equo e resiliente, capace di garantire sicurezza alimentare, tutela ambientale e coesione sociale”. Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente Confeuro a margine dell’evento nazionale “Conta Ogni Goccia – insieme nell’anno che verrà”, svoltosi martedì 8 aprile a Roma.
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Sociale, Tiso(Accademia IC): “Anziani a rischio povertà, è emergenza”

“In Italia, il fenomeno della povertà tra gli anziani sta diventando una vera e propria emergenza sociale. Molti soggetti della terza età, purtroppo, si trovano in condizioni di difficoltà economica e di isolamento, incapaci di far fronte autonomamente alle spese quotidiane, comprese quelle essenziali come cibo, bollette e cure mediche. In Italia, il problema appare particolarmente grave nelle grandi città e nelle regioni del Sud, dove il costo della vita è alto e le opportunità di assistenza minori. E le cause di questo scenario preoccupante sono molteplici: dalle pensioni insufficienti all’incremento del costo della vita, dall’erosione del welfare ai cambiamenti sociali e familiare, passando per la crisi economica e la precarietà lavorativa passata: chi ha avuto una carriera frammentata o lavori irregolari oggi percepisce pensioni molto basse. Alla luce di tutto questo, per Accademia IC serve un intervento serio e immediato da parte dello Stato: aumentare le pensioni minime, maggiori servizi di assistenza domiciliare, politiche di inclusione sociale, agevolazioni fiscali e sussidi. Queste le basi di partenza per tutelare gli anziani che, va ricordato, sono coloro che hanno contribuito per anni alla crescita del Paese e continuano a essere una risorsa preziosa per la società. Ignorare le loro difficoltà significa privare il nostro futuro di memoria, esperienza e valori fondamentali. Serve un intervento immediato per garantire loro una vita dignitosa”.

Così, in una nota stampa, il portavoce nazionale di Accademia Iniziativa Comune, Carmela Tiso.




Ue, Confeuro: “PAC goda stessa attenzione della Difesa comune”

“Ci auguriamo che la crescente attenzione dell’Unione Europea verso la difesa comune non adombri altre priorità europee come il dibattito sulla nuova PAC. Piuttosto che possa essere da spunto per un piano straordinario di fondi per il rilancio della produzione e della competitività dell’agricoltura Europea. Un “ReFarm Europe” che consenta realmente di aumentarele produzioni agricole sfruttando al minimo le risorse naturali e concretizzi quella transizione tecno-ecologica che inseguiamo da tempo. Abbiamo notato la celerità con la quale l’Europa ha deciso e conseguentemente stanziato le risorse per finanziare il piano Rearm Europe, e ci auguriamo che venga posta la medesima attenzione per un piano straordinario di fondi per il rilancio della produzione e della competitività dell’agricoltura europei. La sicurezza dei cittadini europei passa anche per la sicurezza alimentare intesa come capacità di produzione e qualità delle produzioni agricole, tese come sempre a garantire la salubrità dei cibi e degli alimenti e conseguentemente a tutelare la salute dei consumatori europei. I fondi destinati alla Politica Agricola Comune (PAC) sono a nostro parere insufficienti a sostenere adeguatamente i piccoli e medi agricoltori, che rappresentano il cuore della produzione alimentare europea. Con l’aumento dei costi di produzione, le difficoltà legate ai cambiamenti climatici e la crescente pressione competitiva, il settore primario ha certamente bisogno di maggiori investimenti sia in tecnologie che in ricerca applicata. Garantire cibo sano e accessibile ai cittadini europei significa tutelare la stabilità economica e sociale dell’UE. Per questo, a prescindere da tutto, Confeuro chiede con forza che l’Unione Europea rafforzi la PAC, sia aumentando le risorse a disposizione di chi lavora la terra e produce il cibo per milioni di persone, sia costituendo un nuovo pilastro della Pac dedicato alle assicurazioni agricole, per garantire coperture adeguate contro eventi estremi sempre più frequenti e contro il riscaldamento globale. Da parte di Bruxelles, servono interventi concreti e mirati per il rilancio del nostro comparto”: serve un ReFarm Europe!”

Lo dichiara in una nota Andrea Tiso, Presidente nazionale di Confeuro, la Confederazione degli agricoltori europei e del mondo.




Ue, Tiso(Confeuro): “No a Etichette sanitarie, vino non è minaccia”

“Il vino è una eccellenza agroalimentare italiana e Confeuro difenderà il settore con fermezza a tutela dei piccoli e medi produttori del nostro territorio”. A sottolinearlo, in una nota stampa, è Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo. Che, poi, spiega: “In questi giorni il mondo del comparto primario è in subbuglio per la pubblicazione delle proposte relative alla revisione del Piano europeo di lotta contro il cancro, il “Beca”, che stabilirebbe limitazioni al commercio e l’introduzione di etichette “sanitarie” per la bevande alcoliche. Siamo di fronte a una realtà assai preoccupante: a nostro giudizio, infatti, etichettature di questa tipologia sono uno strumento assolutamente miope, distorsivo e fortemente dannoso per la nostra agricoltura ed economia. E rischia di penalizzare ingiustamente un prodotto come il vino, simbolo della tradizione mediterranea e della dieta italiana. Di natura completamente diversa è invece la promozione di una cultura della sana alimentazione e di un sano stile di vita che sicuramente non stride con un moderato consumo di vino. L’Unione Europea, dunque, non deve fare lo stesso errore che ha commesso già con altri settori produttivi e non deve in alcun modo criminalizzare e offuscare prodotti che fanno parte della sua stessa storia e cultura. Anzi dovrebbe puntare a valorizzarli nelle loro unicità e peculiarità. Confeuro chiede un approccio equilibrato, basato su educazione e informazione, piuttosto che su scelte ideologiche che minano la competitività delle nostre eccellenze enogastronomiche”. Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.




Giornata della Memoria, Tiso(Accademia IC): “Data storica contro odio e per pace”

“Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell’Olocausto e in onore di tutti coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. Dunque, oggi, Accademia Iniziativa Comune intende unirsi al ricordo della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, avvenuta nel 1945. Un giorno che, a ottant’anni di distanza, continua a simboleggiare un monito universale contro l’orrore della Shoah e le atrocità generate dall’odio, dal pregiudizio e dall’indifferenza. La Giornata della Memoria, infatti, non è solamente un occasione di riflessione storica, ma un modo per riaffermare con forza il rifiuto di ogni forma di antisemitismo, discriminazione e razzismo. Sopratutto in questo periodo storico, che purtroppo vede ancora diffondersi conflitti militari e ideologie di intolleranza e conflitti, il ricordo delle vittime dell’Olocausto ci impone di ribadire con fermezza le ragioni della pace, del dialogo e della convivenza civile. In una società che troppo spesso sottovaluta l’impatto delle parole, banalizzando la gravità di fenomeni discriminatori, l’Accademia Iniziativa Comune continuerà a promuovere la cultura della memoria e della consapevolezza storica, affinché il passato non venga dimenticato e le giovani generazioni possano sedimentare un presente e un futuro liberi da aggressione e violenza. La pace non è solamente un valore fondamentale, ma un obiettivo che spetta a ognuno di noi perseguire quotidianamente con impegno e forza”.

Così, in una nota stampa, il portavoce nazionale della Accademia Iniziativa Comune, Carmela Tiso.




Agroalimentare, Confeuro: “Bene Italia contro frodi. Nostro modello esempio in Ue”

“Confeuro esprime la sua piena soddisfazione e il più sentito riconoscimento per l’importante operazione condotta dall’ICQRF e Guardia di Finanza, che ha portato al sequestro di 700 kg di formaggi a pasta filata. La merce, destinata al consumo finale e alla distribuzione, deteneva etichette ingannevoli che dichiaravano falsamente un’origine interamente italiana. Questa operazione rappresenta un segnale chiaro e forte nella lotta contro le frodi alimentari e a favore della tutela delle eccellenze italiane. Proteggere il Made in Italy significa salvaguardare non solo la qualità e la sicurezza dei prodotti che giungono sulle tavole dei cittadini, ma anche il lavoro e l’impegno quotidiano dei nostri piccoli e medi agricoltori e produttori. Il sequestro dei prodotti irregolari, oltre ad evidenziare l’efficacia del modello di controllo italiano, mette in evidenza l’importanza di mantenere alta l’attenzione verso i tentativi di aggirare le leggi a danno del nostro settore agroalimentare, da sempre sinonimo di qualità, tradizione e autenticità. Alla luce di tutto questo, pertanto, Confeuro ritiene necessario che istituzioni e organi di controllo continuino a lavorare con determinazione per contrastare chi, attraverso pratiche scorrette lungo tutto la filiera, cerca di danneggiare la nostra economia e ingannare i consumatori. Solo attraverso un impegno costante e condiviso soprattutto a livello comunitario infatti, sarà possibile tutelare il rapporto tra produttori e consumatori che sempre più chiedono trasparenza e garanzia nei prodotti che acquistano. E’ fondamentale, inoltre, esportare il sistema di controllo italiano anche negli altri paesi europei che, anche se non hanno la stessa varieta e qualità dei prodotti nostrani, dovrebbero difendere comunque gli interessi di tutti i i cittadini europei. Da tempo, infatti, lamentiamo scarsi controlli delle merci e dei prodotti che entrano dalle frontiere europee. L’Unione Europea deve prendere ad esempio ed ispirazione le nostre tecniche di controllo e fare definitivamente sua una politica forte e decisa di contrasto delle illegalità e dell’annoso fenomeno dell’Italian Sounding”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.




Ambiente, Tiso(Iniziativa Comune): “Da Ue progressi su economia circolare, ma non abbastanza”

“Negli ultimi anni, l’Europa ha compiuto passi significativi verso un modello di economia circolare. Questa transizione, fondata su principi di sostenibilità, riutilizzo e riduzione dello spreco, rappresenta un cambio di paradigma rispetto al tradizionale modello lineare “produci-consuma-smaltisci”. Tuttavia, nonostante gli importanti traguardi raggiunti, la realtà ci pone di fronte a due certezze fondamentali: da un lato, i progressi nell’Unione Europea sono innegabili; dall’altro, rimangono insufficienti per affrontare le sfide ambientali e sistemiche che ci troviamo di fronte. La Ue ha infatti assunto un ruolo di leadership globale nella promozione dell’economia circolare: e tra le iniziative più rilevanti, troviamo il Piano d’Azione per l’Economia Circolare adottato nel 2020 nell’ambito del Green Deal europeo, che mira a rendere produzione e consumo più sostenibili lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti. Nonostante i successi, però,,il bilancio complessivo rimane insufficiente. L’Europa continua a consumare in proporzione più risorse naturali di quante il pianeta possa rigenerare e produce una quantità crescente di rifiuti, aggravando la pressione sugli ecosistemi. Per accelerare la transizione verso un’economia circolare più efficiente, l’Europa deve dunque affrontare alcune sfide strutturali: promuovere un cambiamento culturale, riprogettare i sistemi produttivi, incentivare l’innovazione tecnologica, e colmare il divario tra i Paesi europei. Insomma, serve un impegno coordinato e determinato a tutti i livelli – istituzionale, industriale e sociale – per rendere l’economia circolare una realtà sostenibile e duratura. Se non si affrontano con urgenza le sfide rimaste, il rischio è che i progressi fatti finora in Ue si rivelino solo un primo passo verso una transizione incompleta”.

Così, in una nota stampa, il portavoce nazionale della Accademia Iniziativa Comune, Carmela Tiso.




Ambiente, Tiso(Iniziativa Comune): “Serve svolta verso economia circolare imballaggi”

“Negli ultimi anni, l’impatto ambientale legato al consumo di plastica e cartone monouso è divenuto una questione globale. Per rispondere a questa emergenza, le aziende della filiera degli imballaggi riutilizzabili e le associazioni ambientaliste europee hanno sottoscritto il manifesto RE-USE. Questo accordo mira a promuovere i sistemi di riutilizzo come pilastro fondamentale per costruire un’economia circolare degli imballaggi, contribuendo a ridurre drasticamente i rifiuti e a preservare l’ambiente. Insomma un cambio di paradigma quanto mai necessario, visto e considerato che la plastica monouso rappresenta il principale responsabile dell’inquinamento degli oceani, mentre l’utilizzo massiccio di scatole in cartone per l’e-commerce esercita una pressione insostenibile sulle risorse forestali. Il manifesto RE-USE, dunque, risponde all’esigenza di adottare un approccio circolare, in cui gli imballaggi vengono progettati per essere utilizzati più volte, riducendo il consumo di risorse vergini e le emissioni di CO2. Ma, in tema di riutilizzo, quali sono le aree più attive in Italia e in Europa? Da noi, regioni come l’Emilia-Romagna e Lombardia stanno guidando la transizione, grazie a politiche locali orientate a sostenibilità e presenza di aziende innovative nel settore degli imballaggi riutilizzabili. In Europa, Germania e Paesi Bassi sono all’avanguardia, grazie a norme avanzate e a una maggiore consapevolezza ambientale tra i cittadini. Più in generale, il potenziale positivo, legato al passaggio a sistemi di riutilizzo, per ambiente e salute è molto elevato, poiché potrebbe condurre a una significativa riduzione dei rifiuti, migliorando la qualità dell’aria, acqua e suolo. L’eliminazione di plastica monouso ridurrebbe l’esposizione a sostanze chimiche nocive, migliorando la salute umana. Infine, il risparmio di risorse naturali contribuirebbe a preservare la biodiversità e a mitigare il cambiamento climatico. Speriamo dunque che il manifesto RE-USE rappresenti davvero un punto di svolta per costruire un modello economico più sostenibile e rispettoso dell’ambiente”. Così, in una nota stampa, il portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune, Carmela Tiso.




Lavoro, Tiso (CS Iniziativa Comune): “Sfruttamento minori piaga allarmante”

Riceviamo in nota da Carmela Tiso – portavoce nazionale del centro Studi Iniziativa Comune – e pubblichiamo:  “Il lavoro minorile è un fenomeno globale che, nonostante i progressi compiuti nel riconoscere i diritti dei bambini, continua a rappresentare una grave violazione dei diritti umani. Con questo termine si intende qualsiasi attività lavorativa svolta da minori al di sotto dell’età minima legale stabilita dai diversi ordinamenti nazionali e dalle convenzioni internazionali. Ma cosa si cela dietro questa realtà? Le radici del lavoro minorile sono profonde e complesse: da povertà e disuguaglianza economica alla assenza di istruzione, dalle crisi umanitarie e conflitti, alla (non) efficacia delle norme sociali e culturali. Il lavoro minorile, inoltre, ha effetti devastanti sui più piccoli, sia dal punto di vista educativo, fisico e psicologico, portando stress, ansia e mancanza di una normale socializzazione e compromettendo il loro sviluppo emotivo. Il lavoro minorile infatti non solo priva i bambini dei loro diritti fondamentali, ma perpetua anche il ciclo della povertà, poiché i minori non istruiti avranno maggiori difficoltà a trovare un impiego dignitoso da adulti. Anche l’Italia, pur essendo un paese sviluppato, non è immune da questo problema. Secondo stime recenti, il fenomeno coinvolge bambini italiani e migranti, soprattutto in settori come l’agricoltura, commercio e lavoro domestico. E si accompagna spesso all’abbandono scolastico, soprattutto nelle regioni del Sud, dove la povertà e la mancanza di opportunità educative sono più diffuse. Cosa fare per affrontare efficacemente la questione? In primis, serve un approccio integrato: rafforzamento dell’istruzione, supporto economico alle famiglie, monitoraggio concreto e conseguenti sanzioni, e ultimo ma non ultimo, lavorare sulla sensibilizzazione, promuovendo campagne per educare la società. In conclusione, il lavoro minorile non è solo una violazione dei diritti umani, ma anche un ostacolo allo sviluppo sociale ed economico. È responsabilità delle istituzioni, delle famiglie e della società civile unirsi per eliminare questa piaga, garantendo a ogni bambino il diritto a crescere, studiare e costruire un futuro dignitoso. Solo così potremo sperare in una società più giusta e prospera”.




Ambiente, Tiso (CS Iniziativa Comune): “Plastica effetti devastanti per gli ecosistemi”

Riceviamo in nota da Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune e, pubblichiamo: “La plastica è diventata un materiale onnipresente nella vita moderna, per la sua versatilità, resistenza e basso costo. Tuttavia, la produzione e il consumo di plastica a livello mondiale comportano effetti ambientali devastanti, che minacciano la salute dell’ecosistema e delle popolazioni globali. Questo materiale è infatti derivato in larga parte dal petrolio e dal gas, e la sua produzione rappresenta oggi il 12% della domanda globale di petrolio e il 9% della domanda di gas. E, la cosa preoccupante è come la produzione globale di plastica sarebbe destinata a raddoppiare entro il 2050, accentuando la dipendenza dell’industria dalla filiera petrolifera e gassosa, con implicazioni pesanti sia per la sostenibilità ambientale che per la sicurezza energetica: la plastica dispersa nell’ambiente infatti non si degrada completamente, ma si frammenta in microplastiche e nanoplastiche che penetrano nei sistemi naturali e persino nella catena alimentare. Le microplastiche, presenti ormai in oceani, fiumi e perfino nell’aria, sono un rischio per la fauna marina e per la salute umana, poiché contaminano i pesci e gli altri organismi acquatici che entrano nella dieta umana. Quali soluzioni per contrastare il fenomeno? Una delle risposte più promettenti è rappresentata dall’economia circolare, un modello che prevede la riduzione dei rifiuti e la massimizzazione del riutilizzo dei materiali. Attualmente, solo il 9% della plastica prodotta a livello globale viene riciclata, una percentuale bassa che evidenzia le lacune dei sistemi di smaltimento e riciclo. Implementare una vera economia circolare nella filiera della plastica richiederebbe miglioramenti significativi nella raccolta e nel riciclaggio dei rifiuti, nell’innovazione materiali e nell’adozione di nuove pratiche produttive. Per ridurre l’impatto ambientale della plastica, invece, molte aziende stanno esplorando l’uso di bioplastiche, derivati da risorse rinnovabili come oli vegetali non fossili, amido di mais e zuccheri. Le bioplastiche potrebbero rappresentare un’alternativa valida, poiché sono in parte biodegradabili e riducono la dipendenza dai combustibili fossili. Tuttavia, la loro diffusione è ancora limitata, e la loro produzione presenta ancora costi elevati rispetto alla plastica convenzionale. Alla luce di tutto questo, dunque, possiamo affermare che la plastica è un elemento inquinante e rappresenta una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo. L’elevata domanda di petrolio e gas necessaria per la sua produzione, unita ai bassi tassi di riciclo e alla lunga durata di vita del materiale nell’ambiente, sottolinea la necessità di trovare soluzioni rapide ed efficaci. Il potenziale dell’economia circolare, bioplastiche e l’impegno dei governi e delle imprese in strategie sostenibili sono elementi cruciali per affrontare questo problema”.




Cultura, Tiso (CS Iniziativa Comune): “Cinema veicolo di legalità per i giovani”

Riceviamo in nota da Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune e,  pubblichiamo:  “Il cinema ha da sempre svolto un ruolo di rilievo nella cultura e formazione, capace di emozionare e di raccontare storie che portano a riflettere. Da alcuni anni, però, questo potente mezzo di comunicazione è stato utilizzato per sensibilizzare i giovani al tema della legalità. Ma come è nata quest’idea? È sorta in Italia negli anni ’90, un periodo storicamente segnato da eventi di forte impatto sociale come la lotta alla mafia. E le ragioni che hanno spinto alla nascita del cinema per la legalità sono molteplici: in primo luogo, si è avvertita l’esigenza di contrastare la crescente diffusione della cultura dell’illegalità, spesso radicata in alcune realtà sociali dove il crimine è purtroppo visto come una via di successo e potere. In secondo luogo, l’Italia ha compreso l’importanza di sensibilizzare i giovani fin dalla scuola, aiutandoli a comprendere il valore della giustizia e delle leggi. Il cinema, con il suo linguaggio universale e immediato, si è rivelato un mezzo efficace per raccontare storie di coraggio, speranza e resistenza contro la criminalità organizzata. Il fenomeno del cinema per la legalità, in particolare, si è sviluppato nelle regioni del Sud Italia, come Sicilia, Campania e Calabria, territori colpiti dalla presenza della criminalità organizzata. In conclusione, dunque, possiamo affermare che il cinema, grazie alla sua capacità di emozionare e far riflettere, si è dimostrato un’arma efficace nella lotta contro le illegalità. Il messaggio che emerge, inoltre, dalla pellicola è chiaro: ognuno di noi ha un ruolo nella società, e anche i più piccoli gesti possono fare la differenza. È importante quindi continuare su questa strada, coinvolgendo sempre più giovani e ricordando che la battaglia per una società equa e giusta passa anche attraverso il potere delle immagini e delle storie che esse raccontano”.

 

 




Agricoltura, Confeuro: “A rischio esistenza piccole e medie imprese. Governo e Ue agiscano” 

“Nel nostro paese in soli 15 anni la quantità delle aziende agricole di piccola dimensione si è dimezzato. Sono davvero preoccupanti i numeri del nuovo report di Greenpeace, un trend negativo che tuttavia non ci sorprende e che anzi la nostra Confederazione, negli ultimi anni, ha messo più volte alla attenzione delle istituzioni locali e nazionali. Quello della forte riduzione delle piccole e medie imprese nel settore agricolo, infatti, è un vero e proprio allarme rosso. Stiamo parlando della sopravvivenza di migliaia di imprese per lo più a condizione familiare, che producono eccellenze di nicchia – dalla grandissima qualità – ma che purtroppo non riescono a scalare i costi di produzione e quindi non sono in grado di competere sul mercato nazionale e globale. Da questo punto di vista, la Confeuro propone due soluzioni fondamentali. La prima è quella di incentivare le associazioni e le unioni tra piccoli produttori, attraverso politiche più mirate e concrete, che consentano loro di usufruire delle economie di scala e quindi vendere i prodotti in quantità maggiore concentrandoli insieme alle produzioni di altre micro-aziende. E ancora, la promozione di provvedimenti che mirino alla suddivisione (e quindi alla riduzione) dei costi tramite l’utilizzo di nuove tecnologie. La seconda proposta è, invece, legata a un approccio più strutturato e complessivo per la tutela delle piccole e medie imprese del settore primario. Il nostro paese infatti è ed è stato sempre caratterizzato dalla varietà, dalla capacità di produrre una determinata eccellenze agroalimentare in una specifica porzione di territorio: ebbene, tutto questo rappresenta certamente un valore aggiunto, che può e deve essere incrementato ad esempio attraverso forme innovative di turismo enogastronomico e percorsi di sostenibilità ambientale. In tal senso, sollecitiamo il governo nazionale e il ministro Lollobrigida a mettere in campo politiche più incisive a tutela dei piccoli e medi produttori e a lavorare maggiormente in Europa per cambiare una Pac che, così com’è strutturata, non aiuta le pmi, anzi ne esclude molte, andando a ridurre negli anni il premio minimo pagabile per azienda agricola. Se vogliamo davvero difendere la nostra agricoltura, serve una inversione di rotta totale e immediata”.
Così, in una nota, Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro, la Confederazione degli agricoltori europei e del mondo.



Sociale, Tiso(Csic): “Povertà assoluta in Italia, fenomeno allarmante”

“La povertà assoluta nel nostro Paese sta arrivando, purtroppo, a livelli davvero preoccupanti negli ultimi anni, evidenziando la necessità di applicazione di interventi strutturali da parte del governo centrale per sostenere le famiglie più vulnerabili e le categorie sociali più vulnerabili. Cosa che non sempre avviene. Sono infatti milioni le persone che vivono attualmente in condizioni di povertà assoluta, fenomeno che colpisce in modo trasversale tutte le fasce d’età e le aree geografiche, con un’incidenza particolarmente sensibile nel Meridione. Tra le categorie più esposte troviamo le famiglie numerose, gli anziani, le donne e i giovani, anche con i minorenni che rischiano di vivere in condizioni di grave indigenza. L’impatto della pandemia e della crisi economica globale hanno ulteriormente aggravato la situazione, rendendo insufficiente il potere d’acquisto di molte famiglie, nonostante i vari interventi governativi. Organizzazioni non governative, associazioni caritative e anche realtà territoriali, come il Centro Studi Iniziativa Comune, denunciano ancora una volta una crescente domanda di servizi essenziali come alimentazione, assistenza sanitaria e alloggio. È indispensabile un approccio coordinato e strutturato, che coinvolga istituzioni nazionali, enti locali e il terzo settore, al fine di aumentare politiche sociali efficaci e sostenibili. La povertà assoluta in Italia non è solamente una questione economica, ma prima di tutto sociale e morale. Contrastarla significa tutelare la dignità, l’inclusione e le pari opportunità a tutti i cittadini”.

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.




Maltempo, Confeuro: “Effetto crisi climatica? Rischi anche per agricoltura”

“Si scrive maltempo, si legge crisi climatica? È chiaro ed evidente che i fenomeni atmosferici in atto nel nostro paese in questo primo scorcio d’estate – ma non solo – non possono definirsi normali o comunque dirsi in linea con le medie stagionali: alluvioni e frane tra Cogne e Cervinia, tromba d’aria nel ravennate, chicchi di grandine come palle da golf in provincia di Matera. Mentre in molti territori del Belpaese, al contempo, il caldo torrido ha già preso il sopravvento. Insomma, siamo di fronte a eventi meteorologici estremi, contraddittori, che devono essere analizzati adeguatamente e non posso essere sottovalutati dalla politica e delle istituzioni, che a loro volta non devono commettere nemmeno l’errore di “normalizzare” il cambiamento climatico. Visto e considerato che proprio quest’ultimo – Confeuro lo sottolinea con forza – sta determinando impattanti conseguenze sui territori e sulle popolazioni mondiali. In particolare sulla agricoltura, i cui effetti si stanno mostrando davvero in maniera molto negativa: dal degrado del suolo alla devastazione delle coltivazioni, dalle rese più instabili all’incremento del fabbisogno idrico a causa delle temperature più elevate. Nel contesto della Ue, ad esempio, Confeuro suggerisce con forza l’incremento del sostegno al reddito agricolo tramite nuove e differenti polizze assicurative (che ad oggi non riescono ad affrontare e risolvere il problema), da inserire all’interno di una improcrastinabile revisione della Pac. Più in generale, infine, nei prossimi anni il comparto agricolo – italiano, europeo e internazionale – dovrà affrontare grandi sfide, tra cui assicurare la sicurezza alimentare per una popolazione mondiale in forte crescita e tutelare la biodiversità rispetto a condizioni produttive in continuo mutamento e sempre più instabili. E per riuscirci le principali economie mondiali – Italia inclusa – devono monitorare il cambiamento climatico, senza distorsione percettive e opportunismo politico. Altrimenti, il futuro per la nostra comunità e le prossime generazioni non sarà così roseo”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.




Siccità, Tiso (Confeuro): “È allarme: serve riforma strutturale e nuova cultura acqua”

“Confeuro sta seguendo con molta attenzione quanto sta accadendo in alcuni territori regionali del sud Italia, e non solo, minacciati dalla siccità.

Le temperature record raggiunte in questi mesi in Italia, infatti, sono state accompagnate da una grande carenza di precipitazioni, con poca neve e una quasi totale assenza di piogge. Una situazione meteorologica che ha portato e sta portando visibili criticità al comparto zootecnico e agricolo del nostro paese: problemi nella produzione olivicola e cerealicola, trebbiatura a singhiozzo, carenza di riverse idriche, raccolti a rischio.

Un vero e proprio allarme rosso, quello causato dalla siccità, che rischia di avere conseguenze economiche e produttive disastrose per piccole e medie aziende. È chiaro ed evidente, dunque, che da parte del governo nazionale e dal Masaf servono provvedimenti urgenti e investimenti maggiormente corposi al fine di alleggerire un contesto di una gravida inaudita, non degno per una nazione come la nostra che si definisce moderna, e che richiede interventi risolutivi sia nel breve che nel lungo periodo. In tal senso, è necessaria una riqualificazione infrastrutturale.

Anzi, in attesa che nel nostro paese si realizzino i progetti previsti dal Pnrr, per i quali auspichiamo una forte accelerazione, è improcrastinabile coinvolgere di più i consorzi di bonifica al fine di rendere più diffuse le modalità di irrigazione di precisione e strumenti di difesa del suolo. Al momento l’uso di tecnologie sembra essere la strada obbligata al fine di gestire il consumo di acqua nel settore agroalimentare.

Al contempo, bisogna cominciare a diffondere una nuova cultura del risparmio sull’acqua: in questa direzione, serve una vera e propria rivoluzione che parta da una ficcante campagna di sensibilizzazione all’intera comunità. Siamo il paese con il consumo idrico tra i più elevati pro capite in Europa, un dato allarmante che deve far riflettere e agire istituzioni e territori”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.




Europee, Tiso(Confeuro): “Giovani generazioni siano protagoniste in Ue”

Tra una ventina di giorni centinaia di milioni di cittadini saranno chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento Ue. Una tornata che in Italia si svolgerà i prossimi 8 e 9 giugno, alla quale Confeuro si augura possano partecipare numerosi giovani che oggi sono ancora troppo lontani dalla Ue, dalla politica continentale e nazionale. Per questa ragione, nelle scorse settimane abbiamo chiesto a gran voce di parlare di programmi e proposte sui temi chiave della macchina amministrativa: pari opportunità, politiche sociali, ambiente, agricoltura, infrastrutture, partecipazione popolare, tutela dei diritti fondamentali, lavoro e occupazione.

Argomenti autorevoli e importanti che tuttavia, almeno in Italia, sono stati inizialmente soppiantati dal dibattito su candidature e alleanze. Adesso, tuttavia, entrati nella resa dei conti elettorale, serve concretezza, chiarezza e trasparenza da parte dei papabili parlamentari europei e dagli schieramenti politici, sopratutto sulle politiche giovanili e sulla valorizzazione delle giovani generazioni in agricoltura. Ricordiamo, non a caso, la recente indagine del Consiglio Nazionale dei Giovani (Cng), realizzata in collaborazione con l’Istituto Piepoli.

Ebbene, tra le note negative, figura quella secondo cui per under 35 gli argomenti affrontati nella campagna elettorale non riflettano le proprie preoccupazioni e priorità. Mentre, solamente l’8% dei giovani, si riterrebbe molto soddisfatto dal dibattito politico sulle elezioni Europee, e 6 su 10 pensano che non si stiano affrontando adeguatamente le problematiche e le esigenze che vivono. Numeri preoccupanti che devono far riflettere le istituzioni al fine di spostare l’attenzione sui reali bisogni dei nostri ragazzi, che vogliono una Europa realmente a misura di giovane”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro, Confederazione degli agricoltori europei e del mondo.

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Agrivoltaico, Tiso (Confeuro): “Priorità è recupero superfici agricole”

“All’interno del governo è in atto da alcuni giorni il braccio di ferro sul divieto di installazione dei pannelli fotovoltaici sui terreni coltivati: da una parte il Ministro dell’Ambiente, dall’altra il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, che ha annunciato di voler portare in consiglio dei ministri un provvedimento per decretare lo stop al fotovoltaico sul suolo agricolo. In questa diatriba politica in scena nell’esecutivo nazionale, la posizione di Confeuro rimane assai chiara e netta: la nostra confederazione è tesa a tutelare le superfici agricole, visto e considerato il pericoloso fenomeno manifestatosi negli ultimi anni di erosione delle superfici destinate alla produzione agroalimentare. D’altro canto, se si vuole davvero cogliere la sfida di rendere più produttivo e proteso all’autosufficienza un paese come il nostro, che su questa antica questione arretra anno dopo anno, non si possono distogliere superfici. Anzi, bisognerebbe recuperare anche quei terreni che al momento risultano incolti, restituendoli a quei piccoli e medi produttori, schiacciati dalla crisi economica e da politiche governative ed europee vacue e poco incisive. Detto questo, è chiaro che resta importante per le aziende sviluppare sistemi di produzione come l’agrivoltaico ma che siano concentrati per il consumo aziendale o comunque di distretto. Serve trovare il giusto equilibrio a tutela dell’ambiente e dell’economia: il governo ci riuscirà?”. Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.




Agricoltura, Tiso(Confeuro): “Italia e Ue lavorino di più per rilancio occupazione”

“Ormai da anni il nostro comparto agricolo sta vivendo una momento di complicata congiuntura economica e sociale e lo dimostrano, non a caso, le proteste delle scorse settimane, che dalle strade italiane – e non solamente – sono arrivate sin sotto i palazzi di Bruxelles.

Un trend che non nasce certamente oggi, come si può notare analizzando i numeri dell’Osservatorio sul mondo agricolo, pubblicato negli scorsi mesi dall’INPS: secondo i dati, il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da 180.167 del 2021 a 174.636 nel 2022, con un decremento del -3,1%; mentre, se si tiene in considerazione il periodo 2017-2022, il numero di aziende con dipendenti è diminuito complessivamente del -7,1%.

Un trend certamente preoccupante ma che non ci stupisce: è in atto d’altronde un inesorabile allontanamento dal settore anche se sembrerebbe che l’incidenza dell’esercizio di attività imprenditoriale sul totale addetti sia maggiore. Sta di fatto che in molte zone del territorio italiano, purtroppo, ci sono tantissimi terreni ormai resi improduttivi perché esclusi dalle politiche comuni europee. In questo senso si dovrebbe incidere facilitando ulteriormente il trasferimento delle superfici: è chiaro ed evidente che servono politiche e provvedimenti decisamente più concreti e incisivi da parte del Governo nazionale e dell’Unione Europea per non lasciare che ancora una volta un grande patrimonio di superfici coltivabili vada disperso”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.