Proiezione del Film “C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando”

RONCIGLIONE (Viterbo) – Proiezione del Film “C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando” di Federico Greco e Mirko Melchiorre che saranno presenti in sala. Il Film è un’inchiesta sulla sanità italiana a partire dall’esempio dell’Ospedale di Cariati.

Dopo la Proiezione si svolgerà un assemblea-dibattito pubblico inerente al tema della sanità in cui interverranno Sindacati di base, Comitati a difesa della sanità pubblica, medici della ASL di Viterbo e Organizzazioni politiche. L’evento si svolgerà presso la “Sala del Collegio” di Ronciglione in Corso Umberto I, 30. Sabato 23 settembre a partire dalle ore 16. L’ingresso alla proiezione è COMPLETAMENTE GRATUITO.

LA SALUTE NON È UNA MERCE
Perché ci sia la salute, dobbiamo soddisfare i nostri bisogni: casa, reddito, scuola, sport, cultura, relazioni sane.
Perché ci sia la salute, abbiamo bisogno di ambienti sani, aria pulita, cibo sano, impianti per il riciclo dei rifiuti e non per il loro incenerimento, acqua pubblica e sana.
Perché ci sia la salute, abbiamo bisogno di strutture sanitarie territoriali e di prossimità pubbliche, gratuite, accessibili a tutte e tutti; ospedali pubblici e inseriti in un sistema organico di cura e assistenza; pronto soccorso dignitosi dove i pazienti vengono accolti e assistiti con tempestività e umanità.
Perché ci sia la salute, abbiamo bisogno di un piano straordinario di assunzioni degli operatori sanitari (medici, infermieri, OSS…) che risponda ai bisogni della popolazione;
internalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati nella sanità privata convenzionata/accreditata o nelle esternalizzazioni delle strutture pubbliche.
Perché ci sia la salute, abbiamo bisogno che il personale sanitario abbia un contratto unico senza discriminazioni fra pubblico e privato; le lavoratrici e i lavoratori devono poter essere liberi di esprimersi e organizzarsi con i pazienti rispetto ai servizi carenti o che non funzionano.
Le politiche dei governi nazionali e regionali hanno invece prodotto un incremento della sanità privata a scapito di quella pubblica.
L’attuale legge di stabilità proposta dal Governo continua nei tagli ai servizi sociali, alla sanità, all’istruzione, alla cultura; scarica su lavoratori e lavoratrici dipendenti e pensionati oltre l’80% del peso fiscale, mentre protegge multinazionali e padroni vari.
Con l’economia di guerra e il carovita, ci stanno rendendo la vita impossibile e la malattia una condizione diffusa (oltre il 30% dei cittadini italiani è affetto da malattie croniche).
Rispondiamo organizzandoci, perché se c’è tutto, c’è la salute!
CONTRO L’ECONOMIA DI GUERRA E LE SUE CONSEGUENZE.
PER LA FINE DELL’INVIO DI ARMI E LO SCIOGLIMENTO DELLA NATO.
NO ALLE SPESE MILITARI, PIÚ SOLDI AGLI OSPEDALI.
PER UNA SANITÀ UNIVERSALE, GRATUITA E ACCESSIBILE A TUTTE E TUTTI.
PROIEZIONE
“C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando”
Il film inchiesta sulla sanità italiana
DOPO LA PROIEZIONE ASSEMBLEA-DIBATTITO
PUBBLICO SULLA SANITA’
SABATO 23 SETTEMBRE – ORE 16
SALA DEL COLLEGIO – RONCIGLIONE – CORSO
UMBERTO 1, 30

Tuscia in Lotta




Viterbo, domani 3 agosto il presidio di Tuscia in Lotta e Cobas davanti l’Inps

VITERBO – Riceviamo da Confederazione Cobas Viterbo e pubblichiamo: “Tuscia in Lotta, Si Cobas e Cobas organizzano un presidio all’Inps di Viterbo giovedì alle 9.30 per rivendicare molto più del reddito di cittadinanza.

Un sms per avvisare 160 mila famiglie che da questo mese non riceveranno più il reddito di cittadinanza e da gennaio toccherà ad altre 350 mila persone.

Il reddito di cittadinanza era uno strumento insufficiente, di stampo familiaristico, eppure è stata la prima forma di redistribuzione del reddito, non più focalizzato soltanto in incentivi a imprese e dirigenti. Uno strumento, che in questi anni, ci ha permesso di sottrarci dal giogo dei pagamenti da fame, da tre a cinque euro l’ora, coinvolgendo più di un milione di persone.

Non accettiamo la favola degli occupabili, sappiamo bene che il lavoro, quando c’è, non lo volete pagare e mentre moriamo nei posti di lavoro, soffocati dal caldo o stritolati da un macchinario, il Governo riattiva i vitalizi r rifinanzia le spese militari.

L’introduzione della social card è la pantomima finale di questa farsa, una modalità di controllo, a tratti umiliante, su cosa il governo approva noi compriamo, non troppo diversa dal buono fascista per la farina.

Nella nostra città, in cui o lavori nel Commercio, magari sotto agenzia interinali, senza il diritto al pranzo con orari spezzati e cambiati di continuo o lavori in Agricoltura, intere giornate piegato nella raccolta senza neanche la possibilità di bere.

Come possiamo dimenticare la splendide opportunità offerte dal turismo, 10 ore dentro un locale che se va bene ne segna tre, nessun contributo, non esistono ferie o malattia.

Esortiamo lavoratori, migranti e disoccupati ad organizzarci tutti insieme, non cadiamo nel loro gioco, non siamo la fascia debole della popolazione, siamo i lavoratori che tengono in piedi lo stato e le aziende. Ci riprendiamo tutto.

Vogliamo:

  • il salario minimo a 15 euro l’ora, 9 euro oggi non sono più sufficienti per fare fronte al carovita;
  • l’introduzione di un reddito universale, dignitoso e garantito a tempo indeterminato, che permetta ai proletari sottopagati, a quelli disoccupati e a tutti coloro che ne hanno bisogno di vivere dignitosamente;

Ci opponiamo:

  • al lavoro non pagato, in tutte le sue tipologie che possono essere lo straordinario, lo stagistico, il volontariato, l’apprendistato e l’Alternanza Scuola-Lavoro;
  • al precariato, a partire dai settori della grande distribuzione, turismo, edilizia, ristorazione e in tutti quelli in cui è evidente il super-sfruttamento da lavoro nero, giornate di lavoro interminabili, salari infimi, condizioni insalubri e ritmi massacranti, soprattutto dove sono rese più difficili l’organizzazione e la lotta dei lavoratori e delle lavoratrici.
  • all’economia di guerra, se ci sono i soldi per gli armamenti ci sono anche per la sanità, la scuola, i trasporti, le case.

Ci vediamo giovedì alle 9.30 fuori gli uffici Inps, a Viterbo”.




Tuscia in lotta: presidio contro speculazioni, guerra e carovita sabato 4 Febbraio in via Cassia Sud

VITERBO – Riceviamo da Tuscia in lotta e pubblichiamo: “È sotto gli occhi di tutti la speculazione in atto per quanto riguarda i rincari energetici da parte delle grandi multinazionali del settore, l’ENI, come tutte le altre, continua ad acquistare il gas allo stesso prezzo di prima della guerra, ma rivende lo stesso a prezzi esorbitanti mistificando il tutto con la “scusa” della guerra.
Come sempre le “soluzioni” ricadono su di noi, basti pensare all’abbassamento di 1°C dei termosifoni, tra l’altro soluzioni che non hanno poi bisogno di essere applicate in quanto strutture fatiscenti come le scuole ne danno la dimostrazione, è infatti notizia proprio di questi giorni di scuole della provincia con temperature decisamente polari.
Riteniamo inaccettabile tutto ciò, in quanto ancora una volta chi ci rimette siamo noi, gli stessi che vengono quotidianamente sfruttati e sottopagati sui posti di lavoro.
GUERRA
Tra pochi giorni, il 24 febbraio, saremo ad un anno dall’inizio della Guerra Imperialista in Ucraina, che vede contrapposte da una parte la NATO e i suoi alleati e dall’altra la Russia. Una guerra costata ad oggi migliaia di morti, soprattutto tra le proletarie e i proletari di questi paesi.
Ucraina, Russia e paesi limitrofi sono tra i maggiori detentori nel mondo di primarie materie prime ed importanti risorse energetiche.
Questa guerra, come tutte le guerre dei padroni, comporta sempre di più ”ECONOMIE DI GUERRA” in tutti i paesi Capitalisti, non è un caso che il Ministro della Difesa dica “serve rifornire le scorte nazionali dopo gli invii di armi a Kiev” .
Tutto ciò comporta costi sociali, che ricadono anche e soprattutto su di noi, con il carovita, l’inflazione, la disoccupazione, il lavoro sfruttato e sottopagato oltre che le drammatiche conseguenze dal punto di vista ecologico, ambientale e sulle condizioni di vita.
CAROVITA
È davanti ai nostri occhi e soprattutto nelle nostre tasche l’immiserimento dello stipendio, per chi lo percepisce ancora, e come se non bastasse, il nuovo governo ha deciso di eliminare da qui a pochi mesi il Reddito di Cittadinanza, uno strumento che, seppur insufficiente, negli ultimi anni ha permesso a milioni di persone di non morire di fame.
L’inflazione galoppante dovuta all’aumento vertiginoso dei beni di prima necessità, cosi come quello speculativo sulle materie prime per l’energia ricade ancora una volta sulle classi sociali meno agiate.
RIVENDICHIAMO DELLE COSE TANTO SEMPLICI
QUANTO FONDAMENTALI:
• vogliamo l’aumento generalizzato di salari e pensioni per fare fronte al carovita;
• vogliamo l’introduzione di un salario sociale, dignitoso e garantito a tempo indeterminato, indicizzato economicamente per contrastare l’inflazione e la speculazione, che permetta ai proletari sottopagati, a quelli disoccupati e a tutti coloro che ne hanno bisogno di vivere dignitosamente;
• ci opponiamo al lavoro non pagato, in tutte le sue tipologie che possono essere lo straordinario, lo
stagistico, il volontariato, l’apprendistato e l’Alternanza Scuola-Lavoro;
• ci opponiamo al precariato, a partire dai settori della grande distribuzione, turismo, edilizia, ristorazione e in tutti quelli in cui è evidente il super-sfruttamento da lavoro nero, giornate di lavoro interminabili, salari infimi, condizioni insalubri e ritmi massacranti, soprattutto dove sono rese più difficili l’organizzazione e la lotta dei lavoratori e delle lavoratrici.
• ci opponiamo all’economia di guerra, se ci sono i soldi per gli armamenti ci sono anche per la sanità, la scuola, i trasporti, le case.
LOTTIAMO OGGI, DOMANI È TARDI!
SABATO 4 FEBBRAIO – ORE 10
PRESIDIO PRESSO ENI STORE – VIA CASSIA SUD 3A – VITERBO
Tuscia in Lotta




Tuscia in lotta, il 2 dicembre sciopero generale

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Venerdì 2 dicembre le organizzazioni del sindacalismo di base hanno proclamato lo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati, aderiscono le organizzazioni politiche e sociali e i movimenti di lotta .
Sabato 3 dicembre – CORTEO NAZIONALE – Roma (p.zza della Repubblica – h14)
SCIOPERIAMO CONTRO :
– LE GUERRE DEI PADRONI sciagura umana e sociale per popoli e lavoratori; contro l’economia di guerra che agevola la speculazione, l’impennata dell’inflazione e l’aumento del carovita.
– L’AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA e dei beni di prima necessità, mentre imperversano precarietà, disoccupazione e stipendi da fame.
– LE PRIVATIZZAZIONI DEI SERVIZI ESSENZIALI che danneggiano lavoratori e utenti – la Talete ne è un esempio lampante- che speculano sul costo di acqua, luce, gas e rifiuti.
– LE STRAGI di lavoratori e studenti per la mancanza di sicurezza sia sui posti di lavoro che nelle scuole.
– IL PATRIARCATO E LE DISCRIMINAZIONI DI GENERE per una società veramente libera dalle oppressioni.
– CONTRO LE DEVASTAZIONI AMBIENTALI frutto della speculazione capitalistica.
SCIOPERIAMO PER:
– IL BLOCCO DELLE SPESE MILITARI per la fine dell’invio di armi, uomini e soldi da parte del Governo Italiano nei vari scenari di guerra.
– L’AUMENTO DI SALARI E PENSIONI e il loro adeguamento al costo della vita, con recupero dell’inflazione reale.
-LA RIDUZIONE DELL’ORARIO E DEI RITMI DI LAVORO A PARITÀ DI SALARIO.
– LA GRATUITÀ DEI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI sanità, scuola e trasporti; assunzioni e potenziamento dei servizi,blocco delle esternalizzazioni e delle privatizzazioni.
– UNA SANITÀ, PUBBLICA, UNICA, GRATUITA, UNIVERSALE, LAICA E UMANIZZATA.
– IL REALE DIRITTO AL LAVORO degnamente retribuito e tutelato; SALARIO MINIMO e reddito universale garantito per tutte/i.
– IL DIRITTO ALLA CASA con rilancio dell’edilizia pubblica residenziale, calmieramento dei prezzi di mercato e blocco degli sfratti.
– IL PERMESSO DI SOGGIORNO E LA CITTADINANZA PER TUTTE/I
– L’ABOLIZIONE DEI PCTO ignobile regalo dei governi ai padroni
– PER UNA REALE LOTTA AMBIENTALISTA che metta al centro il territorio e non il profitto e che non sia collusa con chi perpetua quotidianamente la devastazione dei territori in cui viviamo
IL PRIMO NEMICO È IN CASA NOSTRA!”.




Tuscia in lotta: domani presidio alle ore 8:30 di fronte alla Cittadella della Salute

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “La salute non è una merce! É ormai sotto gli occhi di tutti quanto la sanità sia in condizioni disastrose sia per i lavoratori addetti (contratti, assunzioni etc) sia per i pazienti nelle possibilità di accesso e liste d’attesa, follow-up (e tutto ciò non solo dopo i due
anni di pandemia/sindemia). In quest’ottica si inserisce la nostra richiesta di una sanità umanizzata: una sanità che punti alla prevenzione. In questa società dove è evidente sia considerata la parte “sanitaria” meno remunerativa rispetto a quella della cura, dove il Capitale riesce ad estrarre i profitti maggiori, tutto questo per ribadire ancora una volta quanto la sanità e salute, in questa società, siano una questione di classe sociale.
COSTRUIRE IN OGNI PROVINCIA ORGANISMI UNITARI DI LOTTA
Proprio da questa premessa nasce la necessità di mobilitazioni di massa sulla salute: da un lato supportando le mobilitazioni delle lavoratrici e dei lavoratori del settore richiedendo una condizione contrattuale unica (ricordiamo a tutti la miriade di contratti fasulli e sempre a ribasso presenti all’interno del mondo della sanità) – che la salute sia pubblica o privata fa poca differenza quando si tratta di sfruttare i lavoratori- dall’altro lato sviluppando mobilitazioni dal punto di vista degli utenti richiedendo maggiori investimenti e servizi migliori per una sanità veramente pubblica che sia quindi:
GRATUITA, UNIVERSALE, UMANIZZATA E LAICA!
A tutto questo si aggiunge il solito canto di sirene delle elezioni con le belle promesse… ci dispiace essere ripetitivi anche a questa ennesima tornata elettorale ma come ben sappiamo VOTARE NON SERVE a nulla, NON VOTARE non basta, perchè SOLO LA LOTTA PAGA, veramente!
Emblematico è il caso, da quanto si apprende anche dalla peggiore stampa locale, dell’indagine sugli oltre 40 appartenenti al mondo della ASL candidati tra le fila del PD.
VOGLIAMO:
-MASSICCIO PIANO DI ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO NEL SERVIZIO SANITARIO
NAZIONALE
-CONTRATTO UNICO PER TUTTI I LAVORATORI E LE LAVORATRICI DELLA SANITA’
-ABOLIZIONE LISTE DI ATTESA E INTRAMOENIA
-REINTERNALIZZAZIONI DELL’ ESTERNALIZZATO E ACCREDITATO/CONVENZIONATO
-ACCESSO UNIVERSALE ALLA SANITÀ’ (No legge Renzi/Lupi art.5)
-POTENZIAMENTO MEDICINA TERRITORIALE E DOMICILIARE
-CONSULTORI IN OGNI TERRITORIO SENZA LIMITI DI ETÀ GENERE, ORIENTAMENTO SESSUALE
-UNA SANITÀ PUBBLICA UNICA, GRATUITA, UNIVERSALE, LAICA, UMANIZZATA
MERCOLEDÌ 22 GIUGNO – ORE 8:30 – ASL VITERBO (Cittadella della salute – via enrico fermi,15)
PRESIDIO”.
Tuscia in Lotta




Presidio Tuscia in lotta alla Asl di Vetralla

VETRALLA (Viterbo) – Tuscia in Lotta ha tenuto questa mattina un presidio alla Asl di Vetralla, in vista del III Congresso sulla sanità del 28 e 29 maggio.

“Verso il 3° CONGRESSO NAZIONALE PER LA SALUTE: La salute non è una merce del 28 e 29 Maggio. Oggi eravamo al CUP di Vetralla per ribadire che vogliamo: massiccio piano di assunzioni a tempo indeterminato nel servizio sanitario nazionale, abolizione liste di attesa e intramoenia,  reinternalizzazioni di esternalizzato e accreditato/convenzionato,  accesso universale alla sanità (no legge renzi/lupi art.5), potenziamento medicina territoriale e domiciliare,  democrazia nelle aziende sanitarie,  consultori in ogni territorio senza limiti di eta’, genere, orientamento sessuale,  immediato rispetto dei diritti umani e di cura delle persone in rsa/rsd/rsp, senza nessuna discriminazione. La salute non è una merce! Solo la lotta paga!”.

Tuscia in Lotta




Toccano una, toccano tutte! La manifestazione di Tuscia in lotta dell’8 marzo

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: ” L’8 marzo rappresenta la data simbolo delle gravi discriminazioni che subiscono le donne e delle moltissime difficoltà che incontrano sul loro cammino ogni giorno. Consapevoli delle ingiustizie e delle problematiche specifiche, questi anni ci hanno però dimostrato tutti i limiti dell’ottica della sola “questione di genere”. Infatti, le concezioni che dividono il mondo in donne contro uomini non vogliono superare la sopraffazione, ma solo invertirla, per assoggettare.
Al contrario di ciò, noi riteniamo che la discriminazione delle donne esiste come conseguenza del sistema di abusi e sfruttamento più ampio in cui siamo immersi: il capitalismo, quel disumano sistema socioeconomico in cui si può essere o proprietari o proprietà di qualcuno, dove anche il corpo diventa una merce che si può vendere o possedere, un mondo di ricchezza per pochi a discapito dei molti e permeato dall’oscurantismo religioso. Un insieme di rapporti autoritari che crea insicurezza, assoggettamento e dipendenza per donne, ma anche uomini, della classe lavoratrice. Perciò, non cadiamo nella trappola: il mondo non si divide in maschi e femmine, ma in sfruttati o sfruttatori!
In tale meccanismo di mercificazione totale anche principi come salute, cura e prevenzione sono compromessi. Ribadiamo, invece, che i servizi essenziali devono essere efficienti, universali, gratuiti e che i medici e personale obiettore di coscienza non devono esercitare i propri ruoli! I dati del 2020 riportano per il Lazio la presenza del solo 31,2% di medici ginecologi non obiettori: una proporzione esigua e assolutamente insufficiente! Altro caso emblematico è lo screening per il cancro al seno: malgrado la pubblicità occasionale e propagandistica, in realtà la prevenzione rimane inesistente!
Anche la scuola riflette le logiche di dominio e normalizza l’indifferenza verso le esigenze delle giovani donne, rinchiudendole in un’istituzione obsoleta che promuove sfruttamento, disinformazione e moralismo; un luogo in cui non si parla di sesso e sessualità, né dal punto di vista biologico né psicologico.
La pandemia ha amplificato anche altri abusi, più latenti ma sempre garantiti dal capitalismo. Il 70% di chi ha perso il lavoro in questi ultimi anni è donna e il 75% dei contratti part time è composto da donne costrette ad accettare paghe inferiori e orari flessibili, a firmare lettere di dimissioni in bianco al momento dell’assunzione, a sostenere interrogatori su figli e relazioni, invece di colloqui di lavoro da parte di ipotetici padroni, tanto uomini quanto donne! Lavoratrici e proletarie doppiamente sfruttate dal/dalla padrone/a e a casa dai rapporti gerarchici e dal peso del lavoro di cura domestica.
Per tutti questi motivi rifiutiamo lo spazio soffocante dei femminismi borghesi, i recinti elettrificati in cui imprigionano discussione e azione, la loro condiscendenza a questo mondo marcio purché chi sta al potere gliene doni uno identico fatto di sole altre donne. Non accettiamo il compromesso di rivendicazioni di genere che non mettono in discussione il sistema di dominio e di abusi!
Poiché sappiamo che la brutalità della società che ci circonda, i suoi meccanismi economici spietati e la smisurata violenza del capitalismo cesseranno solo con la sua fine, è necessario trasformare la nostra rabbia in una lotta quotidiana e complessiva, combattuta fianco a fianco da donne e uomini della classe lavoratrice, uguali e differenti all’interno dell’identità di classe, per la liberazione totale da questo sistema di disuguaglianze e ingiustizie!
ABBIAMO TUTTO UN MONDO DA RIVOLTARE!
L’ UNICO FEMMINISMO È ANTICAPITALISTA: ABBIAMO BISOGNO DI COMPAGNE!
MARTEDì 8 MARZO – ORE 9:30 – ASL VITERBO (Cittadella della salute – via Enrico Fermi, 15)
MANIFESTAZIONE”.
Tuscia in Lotta




Tuscia in lotta, la manifestazione l’8 gennaio

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Intorno alla metà di Ottobre, sono stati pubblicati i dati dell’OCSE, riguardo gli stipendi dei Paesi dell’UE: come se non bastassero questi a decretare un pessimo scenario, c’è stata anche la conferma di una nuova stangata su bollette e carburante.
Questa concomitanza di dati e decisioni governative evidenzia la disparità assurda tra quanto guadagniamo e quanto ci costa vivere!
Nel caso dei dati dell’OCSE in Italia, dal 1990 al 2020, c’è stata una diminuzione di circa il 3% sugli stipendi, raggiungendo quasi l’ultimo posto della classifica, mentre negli altri Paesi europei, sono tutti notevolmente aumentati, nell’arco di questi 30 anni.
Ci si aspetterebbe quindi un carovita minore o quantomeno in parte proporzionato alla media degli stipendi, invece no: aumentano le bollette di luce e gas del 40% in più e aumenta il prezzo del carburante – basti pensare al metano che è letteralmente raddoppiato. Come se non bastasse tutto questo, a inizio novembre, sono stati pubblicati i dati riguardo la disoccupazione che colpisce sempre di più i giovani, con una percentuale di circa il 30%.
Ci troviamo quindi di fronte a un attacco da parte di padroni, Confindustria e governo: chi un lavoro ce l’ha guadagna, sempre meno, chi il lavoro non ce l’ha, ha sempre più difficoltà nel trovarlo e, per di più, aumentano bollette e carburante.
“Si ritiene ancora che il ricatto dello sciopero sia un mezzo per ottenere quello che uno chiede, un mezzo che porta a rifiutare ogni confronto con il resto del mondo del lavoro, e poi ci si lamenta. In questa Italia le soluzioni si trovano insieme, non scioperando.” Queste sono le parole di Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, per noi inaccettabili, perché non solo i padroni ci sfruttano, ma vorrebbero anche che stessimo a testa china a lavorare felici di essere sfruttati… ”Bacia la mano che ruppe il tuo naso, perché le chiedevi un boccone”.
Ricordiamo a tutti chi è Confindustria, la stessa che, nel pieno della pandemia, con migliaia di morti, ha imposto che tutti i siti di produzione rimanessero aperti, perchè per loro il guadagno vale molto di più delle nostre vite… e adesso viene a farci la morale sullo sciopero: cara Confindustria, fin troppi pochi scioperi abbiamo fatto!
Infine, per rispondere invece alla senatrice Bernini, che evidentemente un lavoro ce l’ha e nemmeno precario e sottopagato, come i nostri: non vogliamo un salario minimo, perché conosciamo perfettamente la situazione disastrosa dei contratti di lavoro, ma quello che vogliamo è un salario garantito.
Siamo lavoratori e disoccupati, immigrati e non, precari: COSTRUIAMO INSIEME UNA MOBILITAZIONE DI MASSA, per dire NO agli aumenti delle bollette, lottiamo per un salario garantito e per forti aumenti salariali a partire da quelli più bassi.
INSORGIAMO CONTRO
PRECARIETÀ, DISOCCUPAZIONE, AUMENTO DELLE BOLLETTE E STIPENDI DA FAME!
SABATO 8 GENNAIO 2022 – ORE 16 – PRESSO “IL COSMONAUTA” (Via dei giardini, 11 – Viterbo)
ASSEMBLEA”.




“Tuscia in Lotta” oggi in piazza del Plebiscito

di MARTINA DI BARTOLO –

VITERBO – Oggi alle ore 9:00 si è svolta in Piazza del Pebiscito  uno sciopero contro il rincaro delle bollette e lo sblocco dei licenziamenti, per l’aumento salariale di tutti e per riaprire gli ospedali e i pronto soccorso.

In piazza i manifestanti di “Tuscia in lotta” hanno spiegato: “In questi mesi sono emerse altre criticità come lo sblocco dei licenziamenti, rincari delle bollette, sanità alla deriva che si vanno a sommare ai già noti problemi: sfruttamento e morte di lavoratori, ricatto del permesso di soggiorno per gli immigrati, cambiamenti climatici e repressione per chi decide di alzare la testa. Viene chiamato “Capitalismo baby”. Ed è in questo contesto che si inserisce la manifestazione generale di oggi”.

Una manifestante dello sportello Sic obs ha raccontato il seguente accaduto: “Qualche mese fa c’è stato un ragazzo straniero che è stato costretto a rimanere in casa solo perché non voleva lavorare di domenica. Questa è la brutalità. Quello che succede oggi nei luoghi di lavoro è un ricatto costante perché sei straniero. Non ci sono più i datori di lavoro ma i padroni esattamente come cinquant’anni fa”.

Ha poi chiesto: “Il governo come si pone davanti a queste trattative?”. La donna fa poi una denuncia chiedendo il rilascio di permesso di soggiorno per le persone, dicendo che il comune di Viterbo è da 5 mesi che non rilascia residenze, precisando “non solo agli stranieri ma anche agli italiani”. Senza residenza a nessuno viene data la possibilità di permesso di soggiorno.




“Tuscia in Lotta” in piazza del Plebiscito in occasione dello sciopero generale indetto dai sindacati di base

VITERBO – Lunedì 11 Ottobre, dalle ore 9, in Piazza del Plebiscito (piazza del comune) a Viterbo si terrà un presidio organizzato da “Tuscia in Lotta” in occasione dello Sciopero Generale indetto da tutti i sindacati di base.
Motivo dello sciopero: sblocco dei licenziamenti, rincari delle bollette, sanità alla deriva, sono solo le “ultime” criticità emerse in questi mesi, che si vanno a sommare ai già noti problemi: sfruttamento e morte delle lavoratrici e dei lavoratori, ricatto del permesso di soggiorno per le lavoratrici e i lavoratori immigrati, cambiamenti climatici e repressione per chi decide di alzare la testa.
Potrebbe essere la trama di un film distopico, se non fosse già la realtà oggettiva in cui viviamo… È IL CAPITALISMO, BABY!
Ed è in quest’ottica che si inserisce lo sciopero generale dell’11 Ottobre: non parole al vento, ma necessità oggettiva della Classe!
Necessità di ritornare ad incidere realmente nei rapporti di produzione del sistema capitalista, nelle fabbriche, nei campi, in ogni luogo di lavoro!
Come abbiamo ricordato anche in altre occasioni, la cittadina in cui viviamo, Viterbo, è ovviamente anch’essa soggetta a queste dinamiche, seppur con composizione sociale differente da una grande metropoli industrializzata.
Sono infatti noti a tutti, lo sfruttamento e il ricatto da parte dei padroni nelle campagne viterbesi, cosí come è sotto gli occhi di tutti, la situazione disastrosa della sanità locale, amplificata da quasi due anni di pandemia: ospedali minori chiusi e gli unici ospedali della provincia costantemente sovraffollati.
Tutto ciò non deve di certo essere fonte di depressione e avvilimento, ma solo analisi dell’attualità in cui viviamo, per uscirne più consapevoli e compatti nel portare avanti le lotte: anche Viterbo, può darne esempi vincenti.
Ne è dimostrazione la vittoria delle educatrici a sostegno di bambini e ragazzi con fragilità, che di fronte al cambio di appalto, senza nessuna sicurezza per il loro futuro, hanno saputo portare avanti una lotta che ha visto il riconoscimento di tutte le richieste.
Anche in questo caso, come già ribadito, solo l’unità delle lavoratrici, dei sindacati e dei militanti, ha permesso di raggiungere un notevole obiettivo, ben consci che la lotta non è finita, finché non saranno tutte internalizzate.
Concludendo con questo episodio, che è solo uno dei tanti esempi concreti di ciò che sta accadendo anche in altre parti di Italia, con scioperi, picchetti, manifestazioni, vogliamo ancora affermare che SOLO LA LOTTA PAGA: per uscire dal torpore e dall’indifferenza nelle quali ai padroni e ai governanti fa comodo che si resti, promuovendo anzi una guerra tra poveri che alimenta soltanto odio contro falsi nemici, distogliendo l’attenzione da quelli veri.