In Ucraina aperti i corridoi umanitari

Ucraina: attivata la tregua per aprire i corridoi umanitari. Lo scrive Interfax, citando il ministero della Difesa russo: “Oggi, 5 marzo – ha affermato il ministro della Difesa russo- si annuncia una tregua a partire dalle 12 ora di Mosca e corridoi umanitari sono aperti per l’uscita di civili da Mariupol e Volnovakha”. La città ucraina di Mariupol comincerà alle 9 GMT l’evacuazione dei civili. Le autorità municipali hanno inoltre indicato che l’evacuazione è prevista fino alle 14. Ma le autorità municipali di Mariupol affermano che i russi non stanno osservando la tregua annunciata da Mosca lungo tutto il percorso concordato, secondo quanto riferito da alcuni media internazionali. Sono oltre 200mila le persone che saranno evacuate dalla città ucraina di Mariupol e più di 15mila da Volnovakha lungo i corridoi umanitari, stando alla vicepremier ucraina Irina Vereshchuk. Intanto i russi proseguono ad avanzare verso una seconda centrale nucleare dopo quella di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, dove fortunatamente nessun reattore è stato colpito. Le forze russe sono a 32 chilometri dalla seconda maggiore centrale nucleare dell’Ucraina.

 

 




Acquapendente, la minoranza comunale presenta una nota di approfondimento sulla guerra in Ucraina

ACQUAPENDENTE (Viterbo) – La minoranza consiliare impersonificata da Federica Friggi, Alessandro Brenci, Domitilla Agostini, Valentina Sarti ha assieme alla propria equipe di lavoro presentato una nota di approfondimento sulla guerra in Ucraina : “Come gruppo consiliare”, sottolineano, “abbiamo inviato all’ attenzione del Sindaco e di tutti i consiglieri comunali la richiesta per la convocazione del Consiglio in seduta straordinaria al fine di esaminare ed eventualmente approvare la mozione a ” Sostegno del Popolo ed alle Istituzioni Ucraine Di seguito il testo della richiesta e della mozione regolarmente protocollate. Oggetto: richiesta di convocazione del consiglio comunale in seduta straordinariaIl Gruppo consiliare di minoranza, in ottemperanza a quanto statuito nel regolamento del Consiglio Comunale, chiede la convocazione del Consiglio comunale in seduta straordinaria con l’ obiettivo di esaminare ed eventualmente approvare la mozione allegata alla presente.Insistiamo sulla necessità e l’ importanza di esprimere la nostra solidarietà al popolo e alle istituzioni Ucraine, che stanno subendo un attacco ingiustificato contro il diritto internazionale, contro la democrazia e contro ogni tipo di libertà.Ribadiamo la nostra vicinanza a tutto il popolo Ucraino ed in particolare alla comunità ucraina che risiede sul nostro territorio”. Questa la proposta di mozione. Il Consiglio Comunale di Acquapendente preso atto della preoccupante escalation del conflitto in atto in territorio ucraino dopo l’invasione militare russa; esprime la più ferma condanna per l’ invasione dell’ Ucraina da parte della Russia ed i bombardamenti delle città, avvenuti in spregio ad ogni regola del diritto internazionale al fine di sottomettere uno Stato Sovrano, minando la pace e la stabilità dell’ Intera Europa; evidenziato che la situazione è estremamente complessa ed è ancora difficile decifrare il disegno geopolitico in atto e gli scenari che potrebbero configurarsi, anche al di fuori dei confini ucraini; ricordato che l’articolo 11 della Costituzione italiana “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”; ricordato altresì che il conflitto in atto si pone in contrasto con i principi del Diritto Inter-nazionale e in particolare dell’Unione Europea, che si prefigge di promuovere e contribuire alla pace e alla sicurezza oltre che alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli ed alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite; ritenendo che l’attacco militare in corso possa deflagrare, con gravi conseguenze sociali ed economiche sull’intera Comunità interazionale, mettendo a rischio la sicurezza dell’Europa e la stabilità globale; che l’unica via d’uscita sia porre fine alle ostilità e riprendere la via diplomatica; Il Consiglio Comunale di Acquapendente nella persona del Sindaco e della Giunta S’ impegna a manifestare a nome dell’intero Consiglio una ferma condanna per l’aggressione militare in atto in Ucraina e solidarietà e vicinanza alla popolazione colpita; a sostenere ogni atto assunto dal Governo italiano in accordo con gli altri Paesi UE e con la Nato;ad invitare il Governo italiano ad attivare ogni sforzo e ogni canale diplomatico per porre fine all’attacco in corso ;a creare ogni possibile mobilitazione contro l’aggressione russa, per la pace ed a garanzia del diritto internazionale in concorso con le altre istituzioni locali e con la società civile che si oppone alla guerra”.

 




Ucraina, Bonafoni (Lista Zingaretti): “Adesione a marcia di domani per rilanciare voce della pace e disarmo”

ROMA- “In ore delicate e complesse come quelle che stiamo vivendo, credo che occorra rilanciare con forza la voce della pace e del disarmo. Per questo aderisco alla manifestazione organizzata dalla Rete Italiana per la Pace e il Disarmo di domani, a Roma.

Di fronte alle immagini di morte e distruzione che stiamo vedendo in questi giorni, non possiamo che abbracciare l’obiettivo ultimo di chi crede nella democrazia: la fine della guerra e di tutte le guerre. In fondo, è proprio per raggiungere questo obiettivo che, dopo i due conflitti mondiali che hanno lacerato il nostro continente, è nata l’Unione Europea.

Per questo occorre oggi rifuggire la retorica bellicista dell’annientamento del nemico, della mortificazione e della censura. Per questo, lontano da ogni tifoseria, non bisogna stancarsi di ripetere che occorre aumentare gli sforzi diplomatici, politici, umanitari.

Ciò non significa “equidistanza” e può e deve convivere con la condanna all’aggressione criminale di Putin all’Ucraina. Abbiamo però il dovere di prosciugare senza tentennamenti il terreno in cui tutte le guerre nascono e si riproducono: quello dello scontro armato che prende il posto del dialogo. Altrimenti sarà sempre troppo tardi per fermare una guerra”.

Così in una nota la consigliera regionale del Lazio Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti




Ucraina, Coldiretti Viterbo: “Difendere grano e suolo agricolo produttivo”

VITERBO – In un momento così difficile per l’economia mondiale, prima a causa della pandemia Covid e ora con il conflitto in Ucraina, che ha fatto balzare i costi relativi all’export del cibo italiano e lievitare quelli del grano, Coldiretti Viterbo torna sull’importanza della difesa dell’agricoltura e del suolo agricolo produttivo, messo a rischio dall’installazione di impianti eolici e fotovoltaici soprattutto nella Tuscia.

“Non possiamo accettare che il nostro territorio continui ad essere martoriato in questo modo a vantaggio degli interessi economici, che non devono e non possono prevalere sulla tutela del paesaggio, delle nostre bellezze storiche e architettoniche e naturalmente dell’agricoltura che lo caratterizza”. Così il presidente di Coldiretti Viterbo, Mauro Pacifici. Proprio in questi giorni si discute, peraltro, del nuovo impianto eolico che potrebbe nascere su un’area di tremila ettari coltivabili, dei 22 mila ettari complessivi di Tuscania.

“A rischio le nostre coltivazioni – prosegue Pacifici – soprattutto quelle di grano, che ha raggiunto il massimo dei costi da 14 anni, dopo che l’esercito ucraino ha sospeso le spedizioni commerciali nei suoi porti, alimentando il timore di interruzioni delle forniture di grano, mais e semi oleosi. In uno scenario simile, dobbiamo guardare al futuro con una maggiore progettualità ed incrementare le nostre produzioni per non dipendere dall’estero. La scelta di consumare suolo agricolo produttivo con l’installazione selvaggia di impianti eolici e fotovoltaici, è folle e la contrasteremo in ogni modo”.

A salire al massimo da otto mesi è anche il mais destinato all’alimentazione animale, sulla base degli andamenti alla borsa merci di Chicago, punto di riferimento mondiale per le materie prime agricole. “Una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia – prosegue Pacifici – che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame”. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20%, ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano.

“E’ il momento di mettere definitivamente un freno al consumo di suolo agricolo produttivo – conclude Pacifici – una battaglia lanciata Coldiretti Giovani Impresa, che ha dato vita ad una raccolta firme contro il fotovoltaico a terra, partita lo scorso luglio proprio da Viterbo, che è la seconda provincia più agricola del Lazio. La nostra proposta è quella di incentivare l’energia solare sui tetti delle stalle e sui capannoni, senza sottrarre ai nostri agricoltori terreno coltivabile”.




Una preghiera e raccolta viveri per l’Ucraina alla chiesa del Suffragio di Viterbo

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – Una preghiera per la popolazione e la raccolta di fondi, beni di prima necessità, farmaci per la popolazione ucraina si sono svolte questo pomeriggio presso la chiesa del Suffragio in via del Corso, a Viterbo. A chiedere aiuto in prima persona, la comunità ucraina locale, che conta nel Viterbese oltre 1.000 persone. Dopo l’appello lanciato sabato scorso in piazza della Repubblica, dove gli ucraini aveva chiesto aiuto all’Italia e alla Nato per difendersi dall’attacco russo, oggi, dopo un momento di preghiera presso la chiesa del Suffragio, alla presenza dei rappresentanti della comunità di Sant’Egidio, si è proceduto alla raccolta dei beni di prima necessità per il popolo ucraino. Cinque signore ucraine hanno coordinato la raccolta. Per chi è di Viterbo può consegnare direttamente il materiale nei locali della parrocchia Santa Maria del Suffragio, con ingresso dal portone laterale, in via del suffragio 10. Un primo autobus con gli aiuti stoccati nella parrocchia viterbese dovrebbe nei prossimi giorni. “Adesso noi abbiamo bisogno più che mai di voi perchè i nostri cari sono lontani e stanno difendendo le nostre terre e noi dobbiamo essere più uniti che mai. Siamo contenti che il popolo ucraino con il popolo italiano si capisca”- ha detto una delle signore ucraine presenti oggi al momento di preghiera.
Tra le istituzioni, in prima linea anche l’Università degli Studi della Tuscia con lo stanziamento di un fondo di 200 mila euro che permetterà di accogliere non solo studenti e studentesse ucraini, ma anche ricercatori, docenti e personale tecnico amministrativo.

  




Ucraina: un corridoio urgente per le persone con disabilità. La Fish scrive al Ministero degli Esteri

Tramite una lettera a firma del proprio presidente Vincenzo Falabella, inviata al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, la FISH ha chiesto «che venga dedicata una priorità ai corridoi umanitari per le persone con disabilità dell’Ucraina, a partire dai minori e dalle donne con disabilità grave». In precedenza la Federazione aveva rivolto il medesimo appello alla ministra per le Disabilità Erika Stefani.

«Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per la situazione di conflitto in corso in Ucraina – ha scritto Falabella nella lettera inviata al ministro Di Maio -, guardando in particolare alle sofferenze della popolazione civile e segnatamente alla situazione delle centinaia di migliaia di persone con disabilità, bambini, bambine e adulti. Proprio le persone con disabilità, infatti, vivono negli scenari di guerra la maggior condizione di vulnerabilità, ritrovandosi spesso senza i servizi e i supporti necessari a salvare la propria vita».

«Nel guardare dunque con apprensione a quanto sta accadendo in Ucraina – ha aggiunto Falabella – e ben consci che ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, causando sofferenza alle popolazioni e minacciando la convivenza tra le nazioni, ci appelliamo innanzitutto ai princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con disabilità, con il relativo impegno di ogni Paese per garantire il superiore interesse e la conseguente tutela dei diritti umani delle persone più vulnerabili».

La FISH, infine, si dichiara disponibile ad ogni forma di collaborazione, per favorire l’attuazione di quanto richiesto, nel consentire l’arrivo in Italia alle cittadine e ai cittadini con disabilità dell’Ucraina.




Ucraina, aggiornamento da Oipa International: situazione sempre più drammatica anche per gli animali

L’Oipa International (Organizzazione internazionale protezione animali) ha mandato i primi aiuti economici all’associazione Sava’s Safe Haven (Romania), attiva al confine nell’accoglienza dei profughi ucraini con animali al seguito. Altri bonifici arriveranno alle altre leghe-membro in Ucraina e nei Paesi confinanti che stanno soccorrendo gli animali.

«Ringraziamo di cuore tutte le persone che ci stanno mandando aiuti in questa tragedia che colpisce gravemente anche gli animali, con o senza famiglia», dichiara Valentina Bagnato, responsabile Relazioni internazionali di Oipa International. «Ogni giorno monitoriamo la situazione insieme alle associazioni locali. Sarà nostra cura informare su possibilità di aiuto alternative all’invio di denaro, come stalli, adozioni, invio di cibo e altri materiali in Ucraina non appena la situazione dovesse stabilizzarsi».

Di seguito alcuni aggiornamenti che arrivano a Oipa International da alcune associazioni che ne fanno parte e dalla direttrice del canile municipale di Kiev, Natasha Mazur.

Happy Paw/Rifugio Best Friends: ieri l’associazione aveva annunciato notizia, confermata dallo stesso rifugio “Best Friends” a Makariv, che il rifugio era stato colpito da un ordigno esplosivo. Oggi lo stesso rifugio comunica che tutte le persone operanti all’interno sono vive così come gli animali. La prontezza dei volontari è stata quella di aprire i box, così da fare uscire gli animali mentre era in corso l’incendio. In questo modo li hanno salvati. Fortunatamente nessun cane o gatto è morto, anche se alcuni per il terrore sono scappati all’esterno, purtroppo. I danni al rifugio sono numerosi: box bruciati, porte e finestre rotte, una situazione pessima anche perché ricostruire al momento è impossibile. Gli animali rimasti sono molto stressati e agitati. I volontari dal rifugio ancora dentro non intendono abbandonare gli animali anche se i bombardamenti sono ancora in corso nelle aree vicine.

Sava’s Safe Haven: l’associazione ci comunica che ieri è stata colpita una città ucraina vicinissima al confine e non molto distante da Galati (che è la città in Romania sede del rifugio dell’associazione). I veterinari di Galati si sono messi in contatto con tutti i rifugi della zona per riuscire ad accogliere tutti gli animali che stanno arrivando. Ieri ne hanno recuperati 18, ma avendo il rifugio pieno stanno cercando di acquistare una struttura container provvisoria che possa accoglierne almeno una trentina. Oggi i volontari si trovano alla dogana di Isaccea per portare aiuti umanitari e aiuti agli animali di tutti quelli che stanno arrivando (coperte, cibo, trasportini, traversine). Anche loro ricordano che l’ingresso nel Paese è impossibile e chi esce e si ritrova in Romania prima di trovare i primi aiuti deve comunque percorrere molti chilometri.

KSPA Lucky Strand: oggi i volontari sono riusciti a consegnare cibo per animali utilizzando un bus turistico che è partito dalla città di L’viv ed è arrivato a Kiev.

Natasha Mazur: la direttrice del canile municipale di Kiev, medico veterinario, giorno per giorno si sta spostando con il suo team nelle varie cliniche per dare soccorso e assistenza più animali possibile. Sta cercando di recuperare cibo da negozi di animali che hanno ancora rifornimenti. Oggi per il secondo giorno consecutivo non sono riusciti a raggiungere il rifugio di Borodianets, ma conferma che gli animali stanno bene, così come quelli nei distretti di Desnyansky e Podilskiy.

PER AIUTARE GLI ANIMALI IN UCRAINA: https://www.oipa.org/italia/emergenza-animali-ucraina-come-aiutare




Guerra in Ucraina, Zelensky: “La Russia cerca di cancellare l’Ucraina”

di REDAZIONE-

Sembra improbabile un secondo round di colloqui tra una delegazione russa e una ucraina che si sarebbe dovuto svolgere oggi. Lo rivela una fonte interpellata dall’agenzia di stampa Interfax, che ha detto come l’incontro con ogni probabilità si terrà alla fine della settimana.

Anche la Tass afferma da parte sua che i colloqui “non sono stati cancellati ma rinviati”. Ma il presidente ucraino Zelensky intanto ha detto: ”I russi stanno cercando di cancellare l’Ucraina, il Paese, la sua storia”. I militari russi hanno affermato di aver conquistato la città strategica di Kherson, nel sud dell’Ucraina. Almeno 21 persone sono morte e altre 112 sono rimaste ferite nei cannoneggiamenti russi su Kharkiv, secondo quanto ha reso noto il sindaco della città del nord-est dell’Ucraina, dove nella notte sono atterrati paracadutisti russi, citato dalla Bbc.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha fatto appello agli ebrei di tutto il mondo perché non restino in silenzio di fronte all’attacco russo all’Ucraina. Nella notte è arrivato il discorso sullo Stato dell’Unione di Joe Biden, che ha definito Vladimir Putin, un “dittatore” che “pagherà un prezzo alto” per l’invasione dell’Ucraina. Biden ha anche annunciato la chiusura dello spazio aereo Usa alle compagnie russe.




Raccolta Farmaci per l’Ucraina promossa da Funzione Associata di Protezione Civile Area Interna “Sud-Ovest Orvietano”

ORVIETO – A seguito del decreto-legge emanato dal Consiglio dei Ministro inerenti ulteriori misure urgenti sulla crisi in Ucraina, della circolare della Direzione Generale del Ministero della Salute e delle indicazioni Servizio Regionale di Protezione Civile, la Funzione Associata di Protezione Civile Area Interna “Sud-Ovest Orvietano” in collaborazione con le Associazioni di Volontariato dell’area, promuovono una raccolta di farmaci per l’emergenza delle popolazioni interessate dalla Guerra in corso e precisa che le modalità della raccolta dei Farmaci sono indicate dal Ministero della Salute e dalla Commissione Europea.

Più precisamente, i farmaci saranno raccolti presso le Farmacie aderenti all’iniziativa, secondo le modalità della campagna Raccolta del Farmaco.

Oltre ai medicinali sono necessari i seguenti presidi sanitari: bende di tutte le misure, bende elastiche, garze, disinfettanti, cassette di pronto soccorso, lacci emostatici, mascherine, cerotti di fissaggio, cerotti per iniezioni, cerotti sterili per ferite, cerotti di sutura a strisce, bende per medicazioni da ferite, materiale per sutura, maglie tubolari per medicazioni, bende adesive, bende alla colla di zinco e tutti farmaci di primo impiego.

La raccolta dei Farmaci vedrà anche la presenza, in alcune ore di fronte alle Farmacie, delle Associazioni o Gruppi di volontariato aderenti all’iniziativa.

I Farmaci donati dalla popolazione saranno ritirati e consegnati alla Protezione Civile della Funzione Associata Orvietano che li conferisce alla struttura regionale la quale provvede, con il Ministero della Salute e i canali istituzionali internazionali, alla consegna CERTA dei materiali raccolti.

Sono necessari altri materiali, quali: Torce elettriche portatili e batterie, nastro adesivo multiuso, gruppi di continuità, nastro con supporto LDPE rinforzato in tessuto poliestere per riparazioni resistenti all’acqua, che si potranno consegnare al magazzino della Protezione Civile in via dei Tessitori (Bardano zona industriale area ex Arusia).

Per donazioni in denaro l’Associazione Maria Cristina Piccolomini onlus raccoglie fondi per l’acquisto di medicinali che verranno inviati attraverso i canali istituzionali dalla Protezione Civile in Ucraina.
Versamenti mediante bonifico bancario sul conto: C.C. n. 434 1101866-5 Associazione Maria Cristina Piccolomini onlus della Cassa di Risparmio di Orvieto – filiale Orvieto sede Centrale
IBAN IT11 S062 2025 7100 0000 1101 866 BIC: BPBAITR1 causale MEDICINALI PER UCRAINA

La Funzione Associata di Protezione Civile fa sapere infine che chi volesse aderire all’iniziativa del volontariato deve comunicarlo all’indirizzo e-mail: protezionecivile@comune.orvieto.trt.it

Per informazioni: Tel. 0763-306410 / 320.4315841 / 329.6509972 / 329.6509974 / 329.6509987




Le radici velenose della guerra

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: L’iniziativa per la pace in Ucraina organizzata dal Tavolo per la pace di Viterbo sabato scorso ha dato voce a diverse componenti, con punti di vista divergenti, cosa che, nel contesto della tragedia in corso, è comprensibile e di cui eravamo consapevoli. La nostra posizione era ed è che un’ulteriore escalation militare porterebbe a conseguenze ancora più tragiche di quelle che stiamo vivendo. Vogliamo sottolineare che la nostra solidarietà nei confronti di tutte le ucraine e ucraini non è in discussione: capiamo il dolore, la preoccupazione e la rabbia di chi subisce bombardamenti e di chi vede i propri affetti sotto le bombe e siamo impegnati/e a aiutare chi scappa dalla guerra.
Per questo motivo siamo amareggiati/e per non essere stati compresi/e: la nostra contrarietà a un possibile allargamento del conflitto, che potrebbe diventare mondiale e nucleare, non significa distanza dalle preoccupazioni e dal dolore di chi viene aggredito/a, ma il contrario: come in altre situazioni simili riteniamo che la guerra (che fa vittime da ambo le parti) vada assolutamente fermata e ribadiamo che la strada non può essere l’intervento armato della Nato.
Siamo stati accusati/e di parlare di pace in modo ipocrita, ma l’impegno concreto dei membri del Tavolo, per questo come per altri conflitti a volte dimenticati, testimonia il contrario e, di certo, non smetteremo di batterci per costruire una vera pace e denunciare le responsabilità di chi crea e alimenta le radici velenose della pianta della guerra.
ATTENZIONE: Sottoscritto soltanto dai seguenti membri del Tavolo per la pace:
ACLI, ARCI, AUCS, Caritas diocesana Viterbo, Casa dei Diritti sociali, Circolo della conoscenza del PRC, Comitato Noncelabeviamo, Casa delle donne di Viterbo P.A.R.V.A., Ass. Sans Frontière, Rete degli Studenti medi.




Emergenza Ucraina, la Croce Rossa attiva una raccolta fondi e materiali sanitari a Viterbo

VITERBO-  Alla luce dell’intensificarsi delle violenze e delle conseguenti gravi emergenze umanitarie in Ucraina, la Croce Rossa Italiana lancia una urgente raccolta fondi finalizzata al sostegno delle enormi necessità cui stanno dando risposta senza sosta i volontari della Croce Rossa Ucraina. Le donazioni potranno essere erogate con le modalità descritte sul sito web ufficiale www.cri.it/emergenzaucraina/ .

Il Presidente della Croce Rossa di Viterbo Marco Sbocchia ha dichiarato: “Seppur le donazioni in denaro -da effettuare esclusivamente tramite il canale ufficiale- siano da preferire in quanto più facilmente impiegabili per le reali esigenze in continua mutazione, su indicazione del Comitato Nazionale, la CRI di Viterbo ha attivato, dalla giornata del 1 marzo una raccolta di farmaci e presidi sanitari:
Paracetamolo (varie formulazioni)

Acido acetilsalicilico (varie formulazioni)

Ibuprofene (varie formulazioni)

Sodio Bicarbonato (varie formulazioni)

Vitamina B1

Vitamina B12

Soluzione fisiologica 0,90 %

Soluzione glucosata 5 % e 33 %

Ringer lattato

Acqua ossigenata

Disinfettanti a base alcolica e non alcolica

Betadine

Glucometri

Strisce ricarica glucometri

Cerotti premedicati

Garze sterili

Guanti chirurgici

Garze idrofile

Altri materiali (elenco completo e aggiornato su www.criviterbo.it)”

NON POTRANNO ESSERE PRESI IN CARICO MATERIALI DIVERSI DA QUELLI ELENCATI

Il punto di raccolta è presso la Sede della CRI di Viterbo in Strada Mammagialla (traversa di Strada Teverina) aperto dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e il giovedì dalle 16.00 alle 18.00 (per altri orari è preferibile prendere appuntamento).

Per ulteriori informazioni è possibile contattare lo 0761/270957 o scrivere a viterbo@cri.it.

Si comunica inoltre che è attiva la mail emergenza.ucraina@cri.it per le richieste di ricongiungimento familiare – Restoring Family Links”.

“Confidiamo nella proverbiale generosità della Popolazione Viterbese che anche in questa grave emergenza umanitaria, siamo sicuri, si mobiliterà a favore dei più vulnerabili”. Conclude Sbocchia.




Ucraina: Save the Children, fino a ieri già 67.000 persone arrivate in Romania

Bambini e madri estremamente angosciati in fuga dall’Ucraina, famiglie divise dopo che, a causa delle operazioni militari russe, sono state costrette a lasciare le loro case per cercare sicurezza nei paesi limitrofi. Questa la situazione di tante persone che stanno passando i confini con la Romania, descritta oggi da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Secondo le Nazioni Unite, i combattimenti hanno provocato 500.000 sfollati. Già più di 67.000 persone hanno attraversato il confine con la Romania. Alcune di loro hanno viaggiato a piedi, con pochi effetti personali e i bambini hanno affrontato notti e giorni esposti a condizioni estreme, con temperature molto rigide.

Gli operatori di Save the Children in Romania hanno incontrato bambini e madri, angosciati e preoccupati, poiché molti hanno dovuto abbandonare i loro padri e mariti dopo che le autorità hanno ordinato agli uomini ucraini tra i 18 e i 60 anni di restare a combattere.

“Siamo estremamente preoccupati per i minori e le loro famiglie in fuga dall’Ucraina. Molti di loro sono sopravvissuti a otto anni di conflitto e in queste ore stanno arrivando nei nostri spazi di supporto per l’accoglienza al confine, portando con se un bagaglio di sofferenza”, ha dichiarato Gabriela Alexandrescu, Direttrice di Save the Children in Romania.

“Se da un lato le madri sono sollevate perché i loro figli sono al sicuro e hanno trovato rifugio, dall’altro sono terrorizzate di essere sole. Con mariti e padri rimasti in Ucraina, si sentono schiacciate dalla responsabilità di avere la vita del loro bambino esclusivamente nelle loro mani “, conclude Gabriela Alexandrescu.

“Quella a cui stiamo assistendo a causa del conflitto in Ucraina potrebbe diventare la più grande emergenza umanitaria d’Europa dal 2015, quando tantissimi rifugiati sono arrivati, fuggendo dai conflitti in Afghanistan, Iraq e Siria. Più di 500.000 persone sono già fuggite dall’Ucraina e si teme che il numero possa crescere fino a 5 milioni”, ha commentato Irina Saghoyan, direttore di Save the Children per l’Europa orientale

“Stiamo assistendo a una crescita allarmante ed esponenziale dei bisogni umanitari. Con temperature così rigide, gli spostamenti comportano un rischio ancora maggiore. Questi bambini hanno visto cose che nessun bambino dovrebbe mai vivere. È fondamentale che tutti quelli che entrano nei paesi vicini, compresa la Romania, siano protetti e abbiano accesso a cibo, acqua pulita, abbiano un riparo e ricevano supporto per la loro salute mentale”, conclude Irina Saghoyan.

In Romania, Save the Children sta lavorando con migranti e richiedenti asilo in cinque centri di accoglienza. L’Organizzazione umanitaria, inoltre, sta conducendo una valutazione dei bisogni in quattro campi profughi nel nord-est della Romania, e si sta preparando a distribuire beni essenziali e ad allestire spazi sicuri dove i minori possano giocare, imparare e elaborare il trauma vissuto, affrontando il dolore per la perdita della loro quotidianità e spesso di persone care.

Save the Children, in queste ore, sta anche valutando l’entità dell’emergenza in Polonia e Lituania per rispondere ai bisogni dei bambini e delle famiglie in fuga dal conflitto. L’Organizzazione chiede ai paesi limitrofi di fornire accesso all’asilo, alla protezione e all’assistenza a tutte le persone che fuggono dall’Ucraina, indipendentemente dalla loro nazionalità o dallo stato del visto. È anche vitale che i servizi per i minori siano immediatamente disponibili, compresi luoghi sicuri per giocare e imparare, supporto per la salute fisica e mentale, informazioni a misura di bambino, e venga attivato un sistema per rintracciare e riunire le famiglie.

Save the Children opera in Ucraina dal 2014, fornendo aiuti umanitari essenziali ai bambini e alle loro famiglie, sostenendo il loro accesso all’istruzione, supportandoli a livello psicosociale, distribuendo kit invernali e kit per l’igiene, e fornendo denaro alle famiglie in modo che possano soddisfare le esigenze di base come il cibo, l’affitto e le medicine, o in modo che possano investire in nuove attività.

Per sostenere gli interventi in emergenza di Save the Children: https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze




Ucraina, le comunicazioni del Presidente Draghi in Senato

di WANDA CHERUBINI-

ROMA- Il presidente del Consiglio, Mario Draghi ha riferito in merito all’invasione russa dell’Ucraina, che ha assunto subito una scala ampia e crescente. Ha detto che l’Italia è pronta a ulteriori misure restrittive, in particolare misure nei confronti degli oligarchi e la costituzione di un registro internazionali pubblico per colpire proprio questi ultimi. Ha poi evidenziato come sia essenziale tenere aperta la via del dialogo con Mosca riferendosi all’incontro di ieri e dicendo: “Auspichiamo al successo di questa trattativa anche se dobbiamo essere realistici”. Ha poi posto l’attenzione sulla sicurezza dei rifugiati, monitorando potenziali minacce. Ha evidenziato come la Russia abbia accentrato le attività ostili nei confronti dell’Unione ueropea e della Nato con l’intendo di minare la coesione. Draghi ha posto l’attenzione anche sulla cybersicurezza e la creazione di un tavolo permanente per la crisi. Per quanto riguarda le forniture energetiche ha detto che al momento non ci sono segnali di interruzioni di fornitura di gas, ricordando che l’Italia importa circa il 95% del gas e che oltre il 40% proviene dalla Russia. L’Italia ha ancora 2 miliardi e mezzo di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo della bella stagione dovrebbe non creare problemi. In assenza di forniture dalla Russia la situazione resta comunque complicata ed il governo sta portando avanti delle opzioni al vaglio che riguardano le importazioni di gas da altri fornitori come l’Algeria e Azerbaigian. “Se necessario chiederemo maggiore flessibilità nei consumi di gas,  in particolare nel settore industriale e termoelettronici – ha detto Draghi -Non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese, ne va della nostra libertà Bisogna puntare sulle energie rinnovabili, semplificando le procedure e sviluppare il biometano. Bisognaa anche ragionare sulla nostra capacità di rigassificazione”.

Draghi ha ribadito che l’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione che giudica inaccettabile.  Ha espresso solidarietà del popolo e del governo italiano alla popolazione ucraina ed al suo presidente. “Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato, ma l’agenda della Russia e del suo presidente è vasta, complessa ed a lungo premeditata. Ciò che è in discussione è l’ordine internazionale che fu costruito alla fine della seconda guerra mondiale. E’ questo sistema che oggi viene posto in discussione – ha aggiunto- L’Italia a tutto ciò che è successo ha reagito subito, abbiamo richiamato Mosca a cessare l’offensiva ed il pieno sostegno italiano all’integrità territoriale e la sovranità dell’ucraina. Ci siamo uniti agli altri leader del G7 richiamando la cessazione delle ostilità ed un ritorno alle trattative. Ho partecipato a un consiglio straordinario in cui l’Ue ha espresso la sua condanna nei confronti della Russia e della Bieolorussia. Il presidente Zelensky ha detto che l’Ucriana non ha più tempo e che la sua famiglia e lui stesso sono obiettivi delle forze di invasione. E’ stato un momento molto drammatico che ha colpito tutto il consiglio europeo. Nel pomeriggio di oggi parteciperò ad un vertice della Nato. Per il piano bilaterale è previsto un pacchetto da 110 mln di euro per aiuti finanziari all’Ucraina a scopi umanitari e stabilizzazione finanziaria. Vogliamo risolvere la crisi in modo pacifico e con la diplomazia. Qualsiasi dialogo però deve essere sincero e utile. Le violenze di questa settimana della Russia rendono un dialogo di questo tipo impossibile”. Dal punto di vista militare, Draghi ha detto che la Nato si è già attivata, approvando 5 piani di risposta graduale. Le fasi successive, vincolate ad una evoluzione dello scenario, prevedono assunzione di una postura di difesa e di ristabilimento della sicurezza. Il piano prevede un incremento di forze dispiegato in territorio alleato con il transito delle unità militari sotto la catena di comando e controllo del comandante supremo alleato in Europa e utilizzo di regole di ingaggio predisposte per un impegno immediato. “Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato – ha precisato il premier- sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni, circa 240 uomini schierati in Lettonia insieme a forza navali e velivoli in Romania e da altre che saranno attivate su richiesta del comando alleato. Per queste siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’esercito, della Marina e dell’Aeronautica e con ulteriori 2000 militari disponibili. Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della Nato e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini. L’Italia e la Nato vogliono trasmettere un messaggio di unità alla causa Ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea”.  Per le sanzioni l’Italia è perfettamente in linea con gli altri paesi Ue, primi fra tutti Francia e Germania. Mercoledì sono state formalmente approvate le prime misure restrittive della Russia con bando alle esportazioni ed importazioni da unità separatiste, sanzioni economiche e finanziarie alla Russia, congelamenti di tre istituti bancari e sanzioni mirate nei confronti di individui come gli oltre 300 membri della Duma. Nel consiglio europeo di ieri approvato altre misure molte più incisive. Le sanzioni ci impongono di considerare con grande attenzione il loro impatto sulla nostra economia. La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento del 275 di circa 10 anni fa.  La problematica è quella di non aver diversificato i nostri fornitori negli ultimi decenni. Bisogna procedere spediti sulla diversificazione. Gli stoccaggi italiani beneficiano di avere avuto inizio inverno una situazione migliore degli altri paesi europei e il livello riempimento aveva raggiunto il 90 per cento a fine ottobre. Gli stoccaggi sono stati utilizzati a pieno ritmo e a febbraio raggiunto il livello che hanno di solito a fine marzo. Questa situazione è simile a quella che vivono altri paesi europei come la Germania. La fine dell’inverno ci permette di guardare con maggior fiducia nei prossimi mesi ma dobbiamo intervenire sulle capacità di stoccaggio dei prossimi anni, con meccanismi di stoccaggio comune con altri paesi. Ci auguriamo che questa crisi possa accelerare finalmente una risposta positiva su questo tema.  Intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altri rotte, come gli Stati Uniti. Tuttavia la nostra capacità di utilizzo è limitata dal numero ridotto dei rigassificatori in funzione oggi. E’ importante per il futuro una riflessione anche su queste infrastrutture. Il governo intende lavorare per aumentare i flussi per i gasdotti non a pieno carico. Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone e il governo è pronto per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia. Per il futuro la crisi ci porta a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla fornitura energetica. La risposta più valida nel lungo periodo sta nel procedere spediti nel maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili anche e soprattutto con una maggiore semplificazione nella procedura dell’installazione degli impianti. Tuttavia, il gas resta essenziale come combustibile in questa transizione nella quale siamo. Bisogna aumentare il gas prodotto in Italia che è meno caro rispetto a quello importato. Dobbiamo prima di tutto restare uniti tra noi”.




Ucraina, le dichiarazioni del premier Draghi in Senato

Il premier Mario Draghi interverrà oggi alle ore 10 in Senato sulla situazione dell’Ucraina.




Approvato decreto legge per misure urgenti in favore dell’Ucraina

Approvato dal Consiglio dei Ministri all’unanimità un decreto legge che introduce ulteriori misure urgenti in relazione agli sviluppi della crisi in Ucraina. L’invio “in deroga” di “mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari” al governo ucraino potrà avvenire “fino al 31 dicembre” ma “previa risoluzione delle Camere”.

Saranno poi decreti del ministero della Difesa, “di concerto” con Esteri e Mef a definire “l’elenco” degli aiuti militari. “Il Consiglio dei ministri ha deciso di incrementare le misure di soccorso ed assistenza alle persone che, in maniera massiccia, stanno cercando e cercheranno rifugio nell’Unione europea. Per questo motivo ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, rivolto ad assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”. Infine, il nuovo decreto “si occupa del livello di rischio imprevisto” rispetto al funzionamento del sistema nazionale gas. Palazzo Chigi spiega che “si autorizza, anche a scopo preventivo, di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza, una eventualità che al momento non corrisponde a quella in cui si trova il nostro Paese”. In più “si rende immediatamente attuabile” il razionamento del gas utilizzato “dalle centrali elettriche” e “nel settore termoelettrico”.

 




Colloqui Ucraina- Russia: trovati alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune

Si sono conclusi i negoziati tra Ucraina e Russia con “alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune”, secondo quanto riferito dal negoziatore russo Vladimir Medinsky.  Secondo il negoziatore di Mosca, i colloqui si terranno “nei prossimi giorni”.

Ai colloqui con la Russia, durati circa sei ore, l’Ucraina ha chiesto il ritiro completo delle truppe russe dal suo territorio. Il ministero degli Esteri russo in una nota ha affermato: “I cittadini e le entità dell’Ue coinvolti nella consegna di armi letali all’Ucraina saranno ritenuti responsabili per qualsiasi conseguenza di queste azioni”.

L’ambasciatore di Kiev all’Onu, Sergiy Kyslytsya, ha detto al Consiglio di Sicurezza che la Russia sta commettendo crimini di guerra in Ucraina: “Sta attaccando ospedali, team di soccorso mobili e ambulanze. Questa non è l’azione di uno stato con legittimi problemi di sicurezza. È l’azione di uno stato determinato a uccidere civili”.

In una telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente russo Vladimir Putin si è impegnato oggi a “sospendere tutti gli attacchi contro i civili e le abitazioni”. Nella telefonata Macron ha ribadito a Putin la “richiesta della comunità internazionale di cessare l’offensiva russa contro l’Ucraina, ribadendo la necessità di un cessate il fuoco immediato”. Macron ha anche chiesto il “rispetto del diritto internazionale umanitario e la protezione delle popolazioni civili”, con “il trasporto degli aiuti secondo quanto contenuto nella risoluzione che la Francia presenta in Consiglio di sicurezza Onu”. Infine, Macron ha proposto al presidente russo di “rimanere in contatto nei prossimi giorni per prevenire l’aggravarsi della situazione” e “Putin si è detto d’accordo”. Un accordo con l’Ucraina sarà possibile secondo Putin nella telefonata con Macron, solo dopo la “smilitarizzazione e de-nazificazione” di Kiev, “quando avrà assunto uno status neutrale” . Putin ha poi aggiunto di chiedere il riconoscimento internazionale della Crimea come territorio russo tra le condizioni per porre fine al conflitto in Ucraina, secondo quanto riferito dal Cremlino.




Ucraina, Sottosegretario Pucciarelli: risposta comune ad aggressione è occasione rilancio coesione europea e importanza strumenti difesa

ROMA- “La decisione compatta dell’Unione Europea di inviare sostegno umanitario ed aiuti militari all’Ucraina rappresenta un chiaro segnale di svolta che vede, per la prima volta, i 27 Paesi membri adottare queste misure in risposta ad un contesto di guerra. Impegno di portata storica che si traduce nell’acquisto e nell’invio di armamenti per 450 milioni di euro a cui se ne aggiungono altri 50 per approvvigionare ulteriore materiale. Questa decisione va di pari passo con quella presa due giorni fa dal nostro Consiglio dei Ministri di stanziare oltre 170 milioni per potenziare la presenza militare italiana nelle missioni Nato sul fronte Est dell’Europa. Una misura che rafforza l’azione di deterrenza attiva dell’Alleanza ai confini con l’Ucraina per rispondere all’inaccettabile e ingiustificato atto di aggressione posto in essere dalla Russia.” – rende noto il Sottosegretario alla Difesa Stefania Pucciarelli nel commentare gli ultimi sviluppi della cruciale situazione in atto. “Col progredire della crisi ucraina – ha proseguito Pucciarelli – da pochi giorni sfociata nelle temute manovre militari di guerra a cui stiamo purtroppo assistendo, l’Italia sta tenendo fede ai conseguenti accordi assunti nel contesto della NATO assieme alle altre nazioni partner; impegni che hanno portato il nostro Paese ad attivare una serie di misure atte a rafforzare la postura militare in coerenza con la grave situazione che si è venuta a creare. Contribuendo alla costruzione dell’orientamento pronto e risoluto della comunità Internazionale abbiamo, inoltre, deciso di fornire a titolo gratuito, equipaggiamenti militari per la resistenza ucraina, unitamente a materiali per sminamenti a favore della popolazione civile. In questa incresciosa vicenda ritengo fondamentale, sebbene forse per certi versi tardiva, la presa di coscienza anche in Europa circa l’importanza di uno strumento militare pronto ed efficace. Il risorgere di una consapevolezza dettata – meglio di ogni teorizzazione dottrinale o accademica – dai fatti stessi circa la necessità di ritrovare tutti un maggiore impegno in termini di investimenti per le Forze Armate. In tal senso, auspico al tempo stesso la possibilità che al riconoscere il bisogno di destinare risorse coerenti a favore del settore Difesa si accompagni anche quello dello scorporo di questi ineludibili investimenti dalle logiche del patto di stabilità in termini di rapporto deficit-PIL, se non il superamento dei suoi troppo stringenti vincoli. Sempre in quest’ottica, ritengo parimenti importante anche il perdurare del dialogo quotidiano coi Paesi alleati ed in primis con quelli maggiormente esposti sul fianco est; valutando ogni utile azione di sostegno preventivo e strutturato per scongiurare ulteriori escalation.” – ha concluso il Sottosegretario Pucciarelli.




Ucraina: attesa per i colloqui tra i rappresentanti di kiev e Mosca

C’è molta attesa per l’avvio dei colloqui tra i rappresentanti di Kiev e Mosca, nella città  bielorussa di Gomel. Il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky ha twittato una foto della sede, dove a mezzogiorno ora locale dovrebbero iniziare i colloqui. Intanto l’Ucraina continua a chiedere il “cessate il fuoco immediato” e il ritiro delle truppe russe. Il presidente ucraino Zelensky in una conversazione telefonica con il premier britannico Johnson ha detto che le prossime 24 ore saranno cruciali per l’Ucraina. Zelensky ha avuto una conversazione telefonica anche con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Zelensky ha esortato i soldati russi a deporre le armi.