Polizia Penitenziaria di Rieti intercetta e sequestra 25 grammi di cocaina destinati al carcere

ROMA – Questa mattina, grazie all’attento lavoro dei conduttori cinofili del Provveditorato Lazio, Abruzzo e Molise, il Reparto di Polizia Penitenziaria di Rieti ha sventato un tentativo di introduzione di sostanze stupefacenti all’interno dell’istituto penitenziario. Durante i controlli di routine, un familiare di un detenuto è stato sorpreso in possesso di 25 grammi di cocaina, prontamente sequestrati dagli agenti, impedendo così che la droga venisse distribuita all’interno del carcere, alimentando la criminalità organizzata e mettendo a rischio la sicurezza e la salute dei detenuti.

L’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP) esprime grande soddisfazione per l’esito di questa operazione. Il Presidente dell’USPP, dott. Giuseppe Moretti, e il Segretario Nazionale, dott. Giovanni Passaro, hanno dichiarato: “Vogliamo sottolineare l’importanza della presenza dei nuclei cinofili, che si confermano strumenti imprescindibili per il contrasto all’introduzione di droga e altre sostanze illecite. La loro attività è fondamentale per garantire la sicurezza nelle carceri e per preservare l’ordine e la legalità all’interno delle strutture detentive.”

L’USPP ribadisce la necessità di potenziare ulteriormente le risorse destinate alla Polizia Penitenziaria, sia in termini di organico che di mezzi, affinché operazioni come quella odierna possano continuare con la stessa efficacia. Solo attraverso un maggiore sostegno alle Forze di Polizia si potrà contrastare con determinazione il fenomeno del traffico di stupefacenti all’interno delle carceri.

Questo sindacato continuerà a sostenere e valorizzare il lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria, chiedendo alle istituzioni di riconoscere il loro operato e di garantire le condizioni necessarie per operare in sicurezza ed efficienza.




Grave Aggressione a Rieti: USPP Denuncia l’Accaduto e Chiede Interventi Immediati

RIETI – L’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP) denuncia la vile aggressione subita da un agente di polizia penitenziaria presso il carcere di Rieti. Durante le operazioni di chiusura delle camere di pernottamento, al termine della socialità, un detenuto di origine africana appartenente al circuito protetti ha attaccato alle spalle l’agente, utilizzando una lama artigianale ricavata da una forbicetta. L’aggressione ha causato una ferita di circa dieci centimetri sulla fronte e diverse contusioni alla tempia e al costato.

L’agente, subito soccorso, è stato trasportato al pronto soccorso, dove è tuttora in attesa di una prognosi definitiva. Questo drammatico episodio, che si aggiunge a una lunga serie di aggressioni nelle carceri, evidenzia una situazione ormai insostenibile per chi lavora in prima linea a tutela della sicurezza collettiva.

“Non è più accettabile che chi rappresenta lo Stato e svolge un ruolo cruciale per la sicurezza della società sia esposto a simili pericoli senza adeguati strumenti di difesa,” ha dichiarato il segretario regionale del Lazio dell’USPP, dott. Giovanni Passaro. “Chiediamo un intervento immediato del Governo per mettere fine a queste continue violenze. Tra le misure imprescindibili, l’introduzione immediata del taser per i poliziotti penitenziari rappresenta una priorità assoluta. Questo strumento non è solo un deterrente efficace, ma anche un mezzo per proteggere la vita degli agenti in situazioni critiche.”

Il sindacalista ha inoltre sottolineato l’urgenza di un inasprimento delle pene per i detenuti responsabili di aggressioni contro le Forze dell’ordine. “Questi comportamenti non possono restare impuniti. Solo attraverso sanzioni più severe – conclude Passaro – sarà possibile ristabilire l’autorevolezza dello Stato all’interno delle carceri e garantire il rispetto per chi ogni giorno rischia la propria vita per la sicurezza di tutti.”

L’indignazione verso il vile gesto è forte. È necessario intervenire con fermezza per garantire la sicurezza degli operatori e dei detenuti che hanno regolare condotta. Oltre all’introduzione del taser come strumento di difesa, è fondamentale vietare il possesso da parte dei detenuti di oggetti potenzialmente pericolosi per l’ordine e la sicurezza. Tra questi, i rasoi da barba e i generi alimentari in contenitori di alluminio, che vengono quotidianamente trasformati in armi rudimentali utilizzate per produrre violenza nei confronti degli operatori e degli altri detenuti.

Tali provvedimenti sono essenziali per consentire ai detenuti di scontare la pena in modo dignitoso e conforme al principio costituzionale della rieducazione. La sicurezza nelle carceri deve essere una priorità per tutelare chi lavora e vive al loro interno.

L’USPP rinnova il proprio impegno al fianco degli agenti di polizia penitenziaria, chiedendo alle istituzioni di intervenire con decisione e tempestività per affrontare questa grave emergenza.




Detenuti in rivolta a Mammagialla, distrutto un reparto

VITERBO – Rivolta a Mammagialla. I Vigili del fuoco sono impegnati dalle 15:45 all’interno del carcere viterbese.
Una cinquantina di detenuti hanno provocato un incendio all’interno di una sezione della struttura.
Odore acre e molto fumo percepiti anche all’esterno. I pompieri, in attesa di forze speciali, sono sul posto con cinque unità di personale, due mezzi, il funzionario e il vice comandante.

 




Lazio, Uspp: ” Le nuove 103 unità di Polizia Penitenziaria non coprono i prepensionamenti”

ROMA – “Lunedì 8 Luglio faranno ingresso per la prima volta i 66 neo-agenti uomini e 37 neo-agenti donne alle strutture Penitenziarie di Viterbo (37 uomini), Rieti (29 uomini + 5 donne), Femminile Rebibbia (30 donne) e singole unità femminili alle sedi di Civitavecchia e Paliano, in una situazione purtroppo non idilliaca per iniziare questa nuova professione la quale auguriamo buon lavoro.” dichiara Daniele Nicastrini segretario regionale USPP Lazio. “la carenza di organico purtroppo ad oggi non viene assorbita nemmeno dall’invio di nuovi agenti, considerando che nel frattempo tra i prepensionamenti avvenuti in questi mesi e che avverranno nelle prossime settimane creeranno ulteriore buco di organico nella Polizia Penitenziaria che nel Lazio rimane sopra le 900 unità. Nel frattempo, registriamo problematiche nella gestione dei detenuti che tra proteste, aggressioni nei confronti del personale, tentativi di suicidi e purtroppo quelli avvenuti in questi giorni, danneggiamenti con incendi utilizzando anche bombolette del gas che attraverso i social addirittura pubblicano le loro scorribande, dimostrano un periodo veramente duro del sistema penitenziario.

“Nei giorni scorsi – conclude Nicastrini – il carcere di Regina Coeli ha vissuto momenti di forte difficoltà e danneggiamenti delle celle detentive, così vale per Cassino e altre problematiche sulla quale evidenziamo l’impossibilità di un confronto con il Provveditore regionale del Lazio Abruzzo e Molise che da qualche settimana si sta occupando anche della Sicilia. Il Lazio continua ad essere abbandonato ad un insolito destino e a nessuno sembra non interessare!”




Ennesimo atto di violenza al carcere minorile di Roma, Ussp Lazio

ROMA- USPP Lazio: “Altro ennesimo atto di violenza con distruzione delle celle con incendi dolosi tra sabato e domenica messo in atto sembrerebbe da due “minorenni” detenuti a Casal del Marmo già fautori di analoghi atti presso altri istituti minorili. Sembra anche che avrebbero picchiato un altro compagno di cella che si sarebbe rifiutato a fare altrettanto. Il ridotto personale di Polizia Penitenziaria è riuscito a sventare danni fisici agli stessi dovendo fare ricorso alle cure del caso per il fumo respirato. USPP Polizia Penitenziaria solamente un mese fa ha inviato una nota al Dipartimento giustizia minorile dove ha richiesto interventi a sostegno della grave situazione della struttura Capitolina. Esprimiamo totale solidarietà al personale e di pronta guarigione dei colleghi coinvolti nei due casi”.




Tentativo di suicido in carcere, Uspp Lazio: “Il sovraffollamento non facilita la vita detentiva”

RIETI – “Ieri sera un tentativo gravissimo di suicidio da parte di un detenuto italiano, all’interno del bagno della stanza detentiva, la quale si era anche barricato facendo venire quasi vano il tentativo di salvarlo da parte dei compagni detenuti e della Polizia Penitenziaria intervenuta tempestivamente con l’apparato medico sanitario”. Ne dà notizia il segretario regionale Lazio Daniele Nicastrini.

Attualmente il carcere di Rieti ospita oltre 500 detenuti su 295 posti disponibili, che lo pone sul podio dei più sovraffollati e conta una carenza di personale di circa 70 unità.

“Quel che è accaduto purtroppo e la conseguenza di un sistema carcere alla deriva, dove non aiuta le situazioni più deboli e difficili di persone che dovrebbero avere la giusta attenzione, tuttavia anche nelle carenze estreme di personale, si è riusciti a portarlo al pronto soccorso anche se mi riferiscono che le condizioni sono molto gravi. Nel frattempo, segnaliamo sempre nel carcere di Rieti nella giornata di ieri un aggressione subita da un sovrintendente da parte di un detenuto con problemi psichiatrici che hanno portato l’agente a doversi recare al pronto soccorso per le cure del caso.” fa sapere ancora il sindacalista.




Incendiate 3 celle al carcere minorile Casal del Marmo

USPP Lazio: “la Polizia Penitenziaria al collasso salva i fautori tra le fiamme! “Giungono notizie che nella serata di ieri conclusa nella notte di avvenuti incendi appiccate da alcuni giovani adulti presenti al carcere minorile di Casal del Marmo, salvati gli stessi dall’intervento dei pochi agenti di Polizia Penitenziaria presenti e altri richiamati in servizio dal comando di reparto, fortunatamente senza feriti se non aver respirato del fumo e danneggiamento delle 3 stanze bruciate.” Dichiara Daniele Nicastrini segretario regionale USPP Lazio.

Una situazione che si ripropone ogni tanto, dove sono ubicati circa 60 detenuti di cui la metà giovani adulti fino ai 25 anni di età che ricordiamo la legge prevede la permanenza in tali strutture per reati compiuti in età minorile.

“Riteniamo questa legge assurda – prosegue Nicastrini – sulla quale crediamo che sia necessario di rivedere con urgenza, anche perché parliamo di soggetti che comunque continuano ad essere reticenti ai reati e poco inclini al recupero rieducativo”

Da un recente incontro avvenuto in sede sindacale con la Direzione e emerso un organico di polizia penitenziaria impiegabile al servizio di circa 61 unità di cui 18 unità femminili rispetto ad un organico previsto di 79 unità complessivi.

“Abbiamo discusso del periodo delle ferie e sono state confermate i problemi che già conosciamo, “conclude il sindacalista” ovvero che per garantire i servizi di vigilanza dei reparti detentivi, traduzioni, trattamentali, colloqui ecc. sono necessari almeno altre 20 unità, che invece sono state sottratte dal Dipartimento Giustizia Minorile e Comunità per coprire altre esigenze in altre sedi di servizio, praticamente scoprendo la struttura minorile detentiva più grande d’Italia ma non supportata dal suo Dipartimento come dovrebbe essere!”

Uspp Lazio invierà una nota ai vertici dell’amministrazione penitenziaria minorile per rappresentare ulteriormente questi problemi ed applaude la professionalità dimostrata dal personale numericamente insufficiente intervenuto nell’ennesimo evento critico riportato nella struttura Romana.




Carcere Rieti, Uspp Lazio: “Detenuti in protesta rifiutano il rientro nelle celle”

RIETI – “I problemi avuti nella notte al carcere Vazia di Rieti dove sono ubicati circa 500 detenuti rispetto ai 290 posti disponibili, hanno messo in difficoltà l’ordine e sicurezza con il mancato rientro degli stessi nelle loro celle, costringendo il personale di Polizia Penitenziaria anche di riposo di doversi recare nell’istituto penitenziario per dare supporto ai colleghi in forza nel turno serale, dichiara Daniele Nicastrini segretario regionale USPP Lazio dove comunque nella notte senza conseguenze sono rientrati pacificamente nelle loro celle”,

Una struttura che in grave sovraffollamento, dove l’emergenza non sembra turbare i vertici dell’amministrazione penitenziaria a partire dal Provveditore regionale la quale da oltre due mesi i sindacati di Polizia Penitenziaria non trovano la dovuta attenzione.

“Abbiamo avuto l’ultimo incontro ad aprile – continua Nicastrini – con il Provveditore ma anche ad allora abbiamo riscontrato una disattenzione tranne a quello di dover risparmiare sugli straordinari, tra l’altro ribadito anche dalla Direzione Generale del Personale del DAP in questi giorni con una nota indirizzata ai Provveditori regionali, perché si è già sforati abbondantemente rispetto al budget previsto che tra l’altro non siamo a conoscenza, alla faccia della trasparenza amministrativa”.

Nel Lazio rimane una forte carenza negli organici di Polizia Penitenziaria per circa 900 unità con un sovraffollamento di oltre 6700 detenuti nella regione Lazio, adesso si evidenzia anche il problema straordinari, che impone al personale di fare turni, comunque, oltre le 36 ore settimanali superando singolarmente le 50 ore settimanali ma l’amministrazione non pagherà questa eccedenza per mancanza di fondi.

“Con altra nota – conclude il sindacalista – che invieremo all’amministrazione penitenziaria ai suoi vertici, ribadiremo la massima attenzione nei confronti del Carcere di Rieti, dove la situazione evidenziata si potrebbe riproporre considerando i problemi sopraesposti.”




Aggressioni nelle carceri, USPP Lazio: “Paghiamo l’inefficienza dell’amministrazione penitenziaria”

ROMA – “Proseguono le aggressioni tra detenuti come a Regina Coeli dove un detenuto sarebbe stato preso a bastonate da altri ristretti sembrerebbe per una spedizione punitiva. Altro caso sempre a regina coeli anche di un agente che avrebbe subito il ferimento da parte di un altro detenuto con lo sbattimento della porta blindata della sua cella sul viso. Non da meno quanto sarebbe accaduto al carcere di Frosinone, dove un detenuto con problematiche psichiatriche avrebbe provocato le rotture delle suppellettili e sanitari delle celle dove è stato ubicato con altrettanta aggressione nei confronti degli agenti che sono intervenuti ove è stato necessario le cure successive presso il locale pronto soccorso”, dichiara il segretario regionale USPP Lazio Daniele Nicastrini.
Da oltre un mese la maggioranza delle organizzazioni sindacali hanno indetto lo Stato di agitazioni e la sospensione delle relazioni sindacali con l’amministrazione penitenziaria sul territorio laziale nei confronti del Provveditore regionale che risulta da un anno dal suo arrivo poco attento nelle difficoltà del personale di Polizia Penitenziaria sempre più ridotto negli organici e con un sovraffollamento da gestire senza direttive chiare e risorse necessarie per garantire l’ordine sicurezza e trattamento. Nel frattempo, veniamo a sapere che il Provveditore regionale avrebbe convocato una riunione per discutere per la distribuzione dei 321 neo-agenti destinati ad integrare l’organico del Lazio Abruzzo Molise che andranno a coprire solamente altrettanti che andranno in prepensionamento nei prossimi mesi, le regioni che sono di competenza gestionale, escludendo proprio le organizzazioni sindacali del Lazio (compreso USPP) che stanno contestando l’inadeguatezza delle azioni messi in atto, tutto in violazione delle normative contrattuali.
“Che dire, – prosegue Nicastrini – veniamo a sapere che il Provveditore sia irritato per le nostre contestazioni sindacali, non facendo pervenire le comunicazioni previste per legge. Il Lazio paga una carenza di 900 unità in meno a fronte di una popolazione detenuta che ha superato 6500 detenuti su 4800 posti disponibili. Dove alcuni istituti non potrebbero ricevere più detenuti che di fatto scambiano i più problematici con trasferimenti tra gli stessi disposti da un Provveditore che non sembra avere soluzioni idonei, mentre alla fine distacca unità dagli istituti in carenza per garantire l’andamento dei suoi uffici e servizi presso il suo Provveditorato, assurdo”.
USPP Lazio, in questo ultimo anno ha cercato di avere un approccio costruttivo e al quanto propositivo delle cose che sono urgenti da fare come ad esempio quello di ridurre la presenza di oggetti e materiale che accumulano all’interno delle celle i detenuti, che tra l’altro diminuiscono lo spazio delle stesse celle e impediscono controlli adeguati da parte dello stesso personale. Di chiedere supporto supplementare al DAP trasferendo i detenuti quelli più problematici fuori regione ed altro.
“Per ultimo siamo venuti a conoscenza che presso un istituto laziale un detenuto favorito dalla possibilità di effettuare una videochiamata per colloquio con la famiglia, avrebbe invece chiamato il 112 gridando aiuto che gli agenti penitenziari lo stavano picchiando, ovviamente con l’intervento di una pattuglia dell’arma che sopraggiunta al carcere si sarebbero reso conto della realtà. Oramai le nostre carceri stanno diventando terra di nessuno e dove sono rette grazie ai pochi agenti rimasti con il modo fai da te, sulla quale – conclude Nicastrini – crediamo che siano necessari provvedimenti urgenti”.




Uspp, Moretti: “Accelerare processi di messa in sicurezza del sistema carcere”

ROMA – Riceviamo da Uspp e pubblichiamo: “Occasione per ribadire la necessità di accellerare lo sviluppo di un piano strategico per la messa in sicurezza del sistema carcere valorizzando la specificità della Polizia Penitenziaria, cui vanno forniti gli strumenti adeguati per rispondere al mandato costituzionale ad essa affidato” questo in estrema sintesi quanto richiesto al Governo dal Presidente dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP) Giuseppe Moretti, in occasione dell’incontro che si è appena concluso a Palazzo Chigi su convocazione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sen. Alfredo Mantovano. “Un’attenzione forte” ha chiesto il Presidente Moretti “all’impegno professionale e al grande sacrificio che gli agenti mettono in campo. Impegno esaltato dalla professionalità indubbia delle proprie componenti, che attraverso la nostra denuncia delle loro condizioni di lavoro critiche, chiede solo di poter assolvere ai propri compiti istituzionali correttamente”. Il rappresentante USPP riportandosi al documento congiunto consegnato al Sottosegretario ha sottolineato le tre principali le problematiche che vanno urgentemente affrontate: “ripianare la carenza d’organico con assunzione di 2000 poliziotti in più oltre al turn over, modificare la legge che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari come prevede una sentenza della cassazione potenziando le REMS ma anche le sezioni ATSM, non ultimo, il problema dell’assistenza sanitaria che determina ogni giorno una complessità di adempimenti per il Corpo stante l’esternalizzazione delle visite e dei controlli con conseguente impiego degli agenti in numerosissime traduzioni altrimenti evitabili. L’indispensabilità di affrontare queste problematiche ed in particolare quella della cura dei detenuti con patologie psichiatriche, nasce dall’esigenza di salvaguardare la loro salute ma anche l’incolumità del personale che provvede alla sorveglianza degli stessi, sostituendosi sempre più spesso a figure professionali mancanti o insufficienti.” In conclusione per Moretti “al di la di riallineare il salario dei poliziotti penitenziari a quello delle altre forze dell’ordine proprio in relazione alla elevata specificità del proprio lavoro per garantire la sicurezza e la legalità nelle carceri, i valori della Costituzione possono essere rispettati solo attraverso l’azione sinergica di più settori dello Stato, senza lasciare che la Polizia Penitenziaria debba sostituirsi a figure professionali diverse, ed un’accellerazione del percorso di messa in sicurezza del lavoro degli agenti va ricercato anche nel superamento dei limiti imposti dalla Legge Madia rispetto alla pianta organica e, contemporaneamente ad un incremento degli agenti in servizio, per rendere credibili due pilastri dell’esecuzione penale, altrimenti non credibili: sicurezza e rieducazione.” Prendiamo positivamente atto che il Sottosegretario Alfredo Mantovano, ha preso atto delle tematiche rappresentate, assicurando la prosecuzione del percorso già avviato dal Governo di messa in sicurezza il servizio svolto dalla Polizia penitenziaria e lavorando per risolvere il problema il sovraffollamento concretizzando gli accordi bilaterali con i Paesi dove dovranno scontare le pene i detenuti di nazionalità diverse da quella italiana (Albania, Marocco, Romania). Lo stesso ha auspicato l’avvio di un coordinamento tra ministero giustizia e salute, con la conferenza Stato/Regione per ed un particolare facendo quanto possibile per sostenere il riavvio di un coordinamento tra ministero della Giustizia, conferenza stato/regioni edella carenza organica. A riguardo, il sottosegretario Andrea Delmastro ha confermato che è stata bollinata dal Mef la riduzione anche a tre mesi del corso di formazione come aveva chiesto l’USPP. In definitiva assicurando la prosecuzione del percorso già avviato dal Governo di messa in sicurezza del sistema carcere e con esso del lavoro della Polizia penitenziaria, che rappresenta un presidio di legalità fondamentale per lo Stato. L’USPP, che ha consegnato anche un documento con le principali rivendicazioni del Coordinamento della Dirigenza e dei Funzionari della Polizia Penitenziaria, valuta positivamente l’incontro che si è svolto in assenza della Premier Giorgia Meloni impossibilitata a partecipare perchè impegnata in una delicata missione all’estero, riservandosi di integrare le proprie richieste anche in sede di rinnovo contrattuale. Nel merito si è avuta conferma che si aprirà a breve.




Carceri, Uspp Lazio: “Il Dap taglia l’organico polizia penitenziaria di altre cento unità”

ROMA – Riceviamo da Uspp Lazio e pubblichiamo: “In questi ultimi mesi se non dire anni, abbiamo cercato di spiegare in quale buco nero è finito il nostro sistema carceri in termini di ordine, sicurezza e trattamento ma anche non tralasciare quello sanitario.

Nella regione Lazio sono ubicati oltre 6500 detenuti in 4800 posti, una buona parte con problemi di carattere psichiatrico, dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, sostituiti dalle REMS insufficienti a reggere le migliaia di richieste impossibili da accontentare, che impone la permanenza nelle sezioni detentive insieme a tanti altri detenuti con altri problemi che vanno dalla illegalità di atti ad atteggiamenti etero aggressivi nei confronti dei loro stessi compagni di detenzione e nei confronti del personale.

Allo stesso tempo l’amministrazione penitenziaria nel ridefinire l’organico della Polizia Penitenziaria con un nuovo decreto ministeriale invece di prevedere incrementi che chiediamo da tempo di fatto taglia di netto nella sola regione Lazio oltre 100 unità complessivi da 3633 a 3538, con ricadute praticamente su tutte gli istituti. A questo si aggiunge che per loro scelta tagliano anche gli organici dei Nuclei traduzioni addirittura oltre 190 unità dalla loro istituzione che risale al 1996.

Questo taglio sull’organico previsto per precisazione non cambia la situazione catastrofica della carenza evidenziata in questi giorni nei comunicati unitarie ove anche USPP Lazio e firmataria, anche se l’effetto dei oltre meno 900 ad oggi in base a questa “macabra magia” del DAP porterebbe la carenza a …800 in meno!!!

Nel frattempo, arrivano le comunicazioni dalle Direzioni degli istituti penitenziari che il piano delle ferie è seriamente a rischio non potendo concedere più di 10/12 giorni dopo un anno di lavoro giocato al massacro sulle spalle dei colleghi, dove continuano a subire aggressioni (ultimo caso a Viterbo nei confronti dello stesso Comandante). Si registrano turni di servizio con zero personale presenti nelle sezioni detentive di notte in alcuni istituti o un agente per trecento detenuti per reparto detentivo!!! Non mancheremo di farci sentire”.




L’USPP presso gli istituti di Velletri e Latina: “Sovraffollamento e carenza di personale”

LATINA – Riceviamo da Uspp Lazio e pubblichiamo: “La visita di questa mattina di una delegazione dell’USPP composta dal Presidente Dr. Giuseppe Moretti, Vice Presidente Dr. Francesco Laura, dal Segretario regionale Daniele Nicastrini, dai segretari territoriali Anna Nigro per Velletri, Angelo Privato per le Case circondariali di Velletri e Latina ha confermato la persistenza di problemi denunciati da tempo ed in particolare: un sovraffollamento detenuti superiore oltre il 130% per entrambe le strutture ed una carenza di personale rispettivamente per Velletri di 82 unità in meno rispetto a quello previsto di cui 26 unità distaccati in altre sedi, mentre per quanto riguarda la sede di Latina l’organico in forza è di 117 unità rispetto ai 132 previsti (10%) riuscendo con difficoltà a sopperire alle unità mancanti con qualche raddoppiamento dei turni.
La delegazione, prima recatasi alla CC. VELLETRI, è stata accolta dal Direttore e Comandante di Reparto, i quali hanno da subito rappresentato i problemi legati alla gestione in particolare del reparto destinato ai soggetti psichiatrici unico nella regione, di competenza ASL la quale sembra avere delle difficoltà di intervento che si stanno cercando di affrontare con la stessa ASL. Importante è la carenza di personale in servizio che, peraltro, quotidianamente è chiamato a dover garantire anche i servizi delle traduzioni integrando quello del Nucleo dove solo nei primi due mesi del 2024 hanno svolto 230 traduzioni (5 al giorno esclusi i festivi). Si sono inoltre riscontrato altre difficoltà organizzative che di fatto hanno impedito di attivare gli interpelli previsti per il rispetto delle pari opportunità definite già nel Protocollo d’intesa regionale del 2017, andando in violazione dello stesso a favore del personale. Abbiamo ricordato che sicuramente sarà oggetto di contestazione nelle sedi opportune. Nella visita pur nel sovraffollamento, non abbiamo rilevato rilevanti criticità e una buona pulizia degli ambienti lavorativi dei quali diversi sono comunque da adeguare alla normativa sulla salubrità dei luoghi lavorativi.
Successivamente la delegazione si è recata alla CC. LATINA e, accolta dal Direttore e Comandante di Reparto, si è recata in visita accompagnata dagli stessi all’interno della struttura, dove ha riscontrato una situazione di buona convivenza, anche se con problemi con veleni legati alla programmazione dei turni e all’impiego dei sovrintendenti, ma in generale criticità piuttosto derivanti dalla tipologia della struttura che non ha spazi neanche per postazioni di servizio, in alcuni casi totalmente assenti, rendendo non tutti gli ambienti lavorativi salubri.
In ragione di quanto rilevato si provvederà a relazionare gli uffici competenti per l’adozione dei correttivi necessari al fine di migliorare le condizioni di lavoro degli agenti”.




Carcere di Viterbo e Frosinone USPP Lazio: “Botte agli agenti da parte dei detenuti!”

VITERBO – “Ieri dei detenuti hanno impedito agli agenti che si occupavano della sezione di entrare nella stessa e con prontezza scendevano nei piani sotto andando ad aggredire con cazzotti e afferrando per il collo gli agenti che nel frattempo tentavano di fermarli subendo anche sputi e quant’altro, riportando i due agenti colpiti prognosi fisiche presso il pronto soccorso di Viterbo”. nello stesso momento anche al Carcere di Frosinone un detenuto ha generato un’aggressione nei confronti degli agenti in servizio colpendoli e procurandogli qualche sgraffio.”
Ne dà notizia il segretario regionale Daniele Nicastrini all’indomani del fatto accaduto.
“Non siamo intervenuti con la notizia subito sul caso di Viterbo perché si parlava anche di una situazione di estremo pericolo sulla quale bisogna sempre mantenere la giusta attesa e notizie certe dei fatti avvenuti, Purtroppo la mattanza continua nei confronti degli agenti ma nessuno ne parla soprattutto al DAP e PROVVEDITORATO REGIONALE dove non sanno che pesci pigliare su tutto questa gravissima situazione che investe purtroppo non solo Viterbo, visto che abbiamo nuovamente denunciato che a Frosinone non pagano le missioni dal 2022 con danni economici al personale polizia penitenziaria che chiusi i capitoli di spesa previsti al 31 ottobre 2023 rischiano di non vederseli pagati più: UNA VERGOGNA”!!!
L’altro ieri USPP Lazio unitamente ad altre sigle ha avuto un incontro duro con il Provveditore regionale, sulla quale ha ribadito la totale vergogna che un istituto come Viterbo su 348 unità previste abbia sulla carta 250 agenti in forza ma di fatto può contare su circa 170 unità presenti in sede perché altri impegnati in altri servizi sempre necessari per le esigenze di traduzioni per necessità giudiziarie e piantonamenti presso il reparto Belcolle e molti purtroppo in aspettativa da tempo proprio per le botte prese in passato.
“L’unica preoccupazione del Provveditore è stata quella di richiamare le Direzioni a usare il lavoro straordinario con parsimonia, escludendo che il personale di Polizia Penitenziaria che operano nei servizi come matricola, colloqui, sopravvitto e altri definiti cariche fisse, possano fare straordinario se non per esigenze di vigilanza, non capendo che cosi facendo alle 14 questo personale per circa 90 unità potrà smontare dal servizio facendo venire meno la loro presenza di supporto nelle ore successive se necessario proseguendo comunque ad operare nei loro settori.”
Per questi motivi unitamente a tutte le altre sigle USPP Lazio ha indetto Lo Stato di Agitazione con un comunicato unitario divulgato ieri dove si prevederà anche per Viterbo, Frosinone e le altre sedi iniziative a tutela delle 2700 unità di Polizia Penitenziaria nel Lazio rispetto ai 3630 previsti e i 3100 amministrati!




Esito riunione con il provveditore, Uspp Lazio: “Negativo l’incontro”

La riunione odierna al Provveditorato regionale Lazio Abruzzo Molise, ha visto le OO.SS. unitariamente tutte contestare lo stesso Provveditore con uno slogan “PROVVEDITORE VENEZIANO TI ABBIAMO CHIESTO UNA MANO MA TUTTO E’STATO VANO, ADESSO NON PARLIAMO, MA LOTTIAMO!!!”
La reazione del Provveditore dobbiamo dire che è stata composta nel confronto con i rappresentanti sindacali, sulla quale si sono approfonditi problemi legati ai tanti eventi critici che continuano ad esserci ogni ora nelle nostre carceri, dove la carenza di personale fino adesso compensata dal lavoro straordinario purtroppo viene quest’ultimo limitato dal Provveditore con un richiamo attraverso una circolare di fatto sta mettendo in ginocchio l’organizzazione interna degli istituti.
USPP LAZIO, animosamente ha ribadito quanto espresso nei tanti comunicati di questi ultimi tempi, che la situazione oramai e fuori controllo a partire da Regina Coeli, dove servono chiari segnali dall’amministrazione penitenziaria stando vicino all’esigenze degli istituti e non con limitazioni che non hanno senso che non tengono conto dell’emergenza che si sta vivendo. Abbiamo contestato la vergogna del mancato pagamento delle Missioni di Frosinone da ottobre 2022 a tutto il 2023 per mancanza di personale che si occupava del lavoro delle pratiche avvenute in ritardo.
Il provveditore ha promesso che chiederà lo scorrimento delle graduatorie e interverrà con i Direttori e comandanti affinché il lavoro straordinario venga fatto fare a tutto il personale e non concentrato a pochi oltre i limiti delle 41 ore mensili, sospenderà gli interpelli verso il PRAP che riteniamo siano atti dovuti niente più rispetto a quello che è la gravità della situazione denunciata anche oggi.
Per questi motivi non dilungandoci su quanto detto dal Provveditore, ci riserviamo ulteriori iniziative per far fronte un’emergenza penitenziaria senza precedenti tra aggressioni, risse, traffici illeciti, carenze di personale per circa 900 unità a fronte di un sovraffollamento di 6500 detenuti ( 130%), sulla quale ci aspettiamo più vicinanza e non legata a ribadire norme da rispettare solo quando si tratta di risparmiare risorse e non quando bisogna rispettare i diritti del personale che viene imbrigliato dai soli doveri da porre in essere.
Le turnazioni di 8 ore ai piantonamenti vengono imposti, così la necessità di allungare il turno per esigenze di servizio, di non poter fruire della mensa anche dopo 12 ore di servizio e quant’altro che alimentano forte malcontento tra chi svolge servizio negli istituti penitenziari. Come USPP Lazio diciamo che tutte queste cose sono INTOLLERABILI”.




Carcere Regina Coeli, Uspp Lazio: “Intensa aggressione tra detenuti”

ROMA – Riceviamo da Uspp Lazio e pubblichiamo: “Non è dato sapere quale siano le motivazioni di un sabato e domenica di follia avvenuta tra detenuti che si sono aggrediti con armi artigianali con la quale uno sarebbe stato colpito al viso e necessitato di oltre 30 punti di sutura, nel carcere di Regina Coeli”. La notizia viene data dal Segretario regionale USPP Lazio Daniele Nicastrini, dove da settimane stanno accadendo fatti di cronaca nera che non sembra allarmare nessuno dell’amministrazione penitenziaria con ferimenti, aggressioni, droga e telefonini ritrovati giornalmente sono all’ordine del giorno e la sicurezza e prevenzione si basa sul personale all’estremo delle loro possibilità operative.

“Evidenziamo che all’interno della struttura romana con circa 335 unità rispetto alle 500 previste, sono chiamati a gestire oltre 1100 detenuti presenti per 600 posti disponibili, sono locati con la sesta branda nelle loro stanze compreso le salette per la socialità in comune, con livelli di sopportabilità allo stremo anche tra gli stessi ristretti che alla fine arrivano a litigare tra gli stessi anche per futili motivi.”

Qualcuno pensa a destinare spazi per l’affettività in carcere, nel frattempo non esistono spazi per rinchiudere soggetti pericolosi pronti a fare di tutto anche tra di loro pur di avere supremazia sugli altri ristretti.

“Siamo sconcertati da questa possibilità prossima, legata ad una sentenza della Corte costituzionale, sulla quale USPP ha chiesto l’apertura di un tavolo per valutare i riflessi sul servizio perché nel frattempo in istituti come Regina Coeli sono posti a sorveglianza a vista per rischi suicidari, a quanto sembra, circa 7 ristretti o in videosorveglianza, altri detenuti piantonati che costringono un impegno di circa 40 unità giornalmente. Questi ben pensanti forse non hanno compreso bene cosa sia oggi il carcere!!!”

USPP Lazio, in questi ultimi tempi si è prodigato a chiedere all’Amministrazione cosa intende fare, considerato che, se Regina Coeli e in queste condizioni gli altri stanno nelle stesse condizioni come Rebibbia, Velletri, Viterbo, Rieti, Frosinone ed altri complessivamente con 6500 detenuti presenti e 2500 unità di Polizia Penitenziaria. Sono impegnati in oltre 10 piantonamenti compresi i tre di Regina Coeli, anche il Nucleo cittadino di Roma con circa 120 unità presenti rispetto ai 220 previsti, svolge un servizio serrato in turni h.24 con centinaia di detenuti tradotti settimanalmente per motivi giudiziari e trasferimenti per ordine sicurezza nel territorio di Lazio Abruzzo Molise e altre regioni.

Domani – conclude Nicastrini -avremo un incontro già programmato con il Provveditore regionale, dove faremo sentire la nostra totale preoccupazione purtroppo confermata dalla cronaca nera penitenziaria e stiamo valutando unitariamente il da farsi per tutelare il territorio abbandonato ad un insolito destino!”




Carcere Frosinone, Uspp Lazio: “Missioni non pagate da fine 2022 ad oggi alla polizia penitenziaria”

FROSINONE – Riceviamo e pubblichiamo. “A distanza di 6 mesi dopo rassicurazioni avute dai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria nonché dalla Direzione del carcere, continua la penosa e vergognosa vicenda del mancato pagamento delle missioni svolte dal personale del Nucleo traduzioni di Frosinone per qualche migliaio di euro.

Non è accettabile che i poliziotti penitenziari già in carenza di personale per svolgere le traduzioni e piantonamenti per centinaia di detenuti all’anno si debbano ritrovare a doversi rivolgere ad un legale se non ci saranno riscontri per quanto dovuto, continuando a svolgere il proprio dovere anticipando di tasca loro le spese che ci sono personalmente per sostenere turni anche superiori alle 8 ore mediamente sulle strade per mangiare.

USPP Lazio ha scritto un nuovo ultimo sollecito chiedendo anche un incontro urgente alla Direzione e per conoscenza al Provveditorato regionale per competenza, la quale in caso di mancato riscontro attiveremo quanto previsto dalla legge per mancata corresponsione del dovuto. Per onore di cronaca l’unica sede con tale ritardo vergognoso e proprio la CC. FROSINONE mentre in altri NTP del territorio i pagamenti si attendono da Novembre 2023″.

 




1180 detenuti montata terza branda, Uspp Lazio: I detenuti ammassati in cameroni rischio sicurezza è salute

ROMA- “Da ieri si sta cercando di montare la terza branda nelle sezioni detentive per trovare altri posti letto ai 1180 detenuti presenti. Da notizia il segretario regionale Uspp Daniele Nicastrini. Da mesi stiamo denunciando il sovraffollamento del carcere del Lungotevere che da 600 posti previsti ha superato quota 1180 presenze mettendo a rischio la sicurezza del carcere e la salute dei detenuti stessi che ieri hanno inscenato anche una dura protesta.
Uspp Lazio richiama il DAP ha rispettare le condizioni detentive è la tutela del personale di Polizia Penitenziaria che sta operando con un organico appena sopra le 300 unità rispetto alle 510 previste”.
Uspp Lazio




Carcere di Viterbo in crisi di organico e nei servizi, Uspp Lazio: “Nessuna considerazione da parte del DAP”

VITERBO – “Come già avevamo rappresentato ultimamente la situazione gravissima che investe il carcere di Viterbo, non sembra interessare l’Amministrazione Penitenziaria.” Quanto dichiara il segretario regionale USPP Daniele Nicastrini, dopo l’incontro sindacale avuto con la Direzione lo scorso 6 Febbraio. “L’incontro ha evidenziato una presenza effettiva di 166 unità della Polizia Penitenziaria rispetto ad un organico amministrato di 298 unità di cui circa 40 distaccato in uscita in servizi per conto del DAP e una parte consistente operante in altri servizi come Nucleo traduzioni, il reparto protetto presso ospedale cittadino”.

La riunione verteva sulla verifica dei carichi di lavoro dei servizi da svolgere all’interno della struttura, per garantire la sorveglianza detenuti, colloqui, il sopravvitto, lavanderia, ecc, sulla quale si stanno cercando soluzioni raschiando il barile nello sprofondo già in atto.

“Come Uspp Lazio, – prosegue Nicastrini – abbiamo detto che il limite di ogni soluzione è già in atto da tempo, che anche un semplice bar per il benessere del personale che opera anche più di 12 ore consecutive giornalmente è dismesso da tempo per coprire qualche posto di servizio, che il personale dedito agli uffici interni sono impiegati costantemente nei servizi a turno per garantire la vigilanza delle sezioni, una situazione che non ha risolto i problemi anzi li ha aumentati perché comunque devono anche garantire i servizi degli uffici dediti alla gestione complessiva dei detenuti”.

L’incontro alla fine ha sortito un effetto boomerang sulla quale la Direzione in considerazione delle posizioni assunte dalle rappresentanze sindacali, si è riservata di decidere ribadendo che questa situazione necessita di integrazioni, primo fra tutti i reparti detentivi.

“A tale precisazione della Direzione, si è ribadito la nostra contrarietà a soluzioni che non risolvono alcunché anzi acutizzano la crisi in atto. La riunione si è aggiornata per approfondire ulteriormente i carichi di lavoro di tutti i settori e servizi.”