Il Vangelo della domenica, III domenica di Avvento

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Parola del Signore
COMMENTO: La terza domenica di Avvento, conosciuta come Gaudete, invita alla gioia per l’imminente visita del Salvatore. Il Vangelo del giorno presenta Giovanni Battista, che esorta le folle a preparare il cuore per accogliere Dio. Riprendendo il libro della consolazione di Isaia (Is 40), Giovanni invita a “raddrizzare” i sentieri del cuore, lasciando che Dio trasformi pensieri, sentimenti e relazioni. È un appello alla conversione autentica, un cammino che richiede giustizia e ordine interiore.
Tre gruppi rivolgono a Giovanni la stessa domanda: “Cosa dobbiamo fare?” Alle folle, Giovanni raccomanda la condivisione, invitando a vestire chi è nudo e a sfamare gli affamati, superando l’egoismo dell’accumulo. Ai pubblicani e ai soldati, chiede giustizia: evitare abusi, estorsioni e vivere con sobrietà. La preparazione alla venuta del Re divino passa per un impegno concreto di purificazione e correzione personale, costruendo relazioni fondate sulla solidarietà e sull’amore fraterno.
Giovanni sottolinea che il cambiamento del mondo nasce dal cuore di Dio ma richiede la nostra volontà di conversione. Questa volontà si realizza nell’apertura al progetto salvifico e misericordioso divino. Giovanni, con il suo battesimo di acqua, prepara la strada al Cristo, che porterà il battesimo nello Spirito Santo, capace di purificare il cuore umano in profondità. Solo Gesù può trasformare la storia, unendo misericordia e giustizia, e cambiando i cuori di pietra in cuori di carne.
L’appello finale è chiaro: spalanchiamo le porte del cuore al Signore, per accoglierlo e lasciarci rinnovare dal Suo Spirito, l’unico che può rendere nuove le relazioni umane e la faccia della terra.