Villa Lante, presentato lo stato di avanzamento del restauro dei giardini

di CHIARA TOSARONI-

VITERBO- Villa Lante, Bagnaia: presentato questa mattina, durante un partecipato incontro, lo stato di avanzamento dei lavori di restauro di uno dei più celebri esempi di giardino all’italiana.
I lavori, avviati lo scorso 15 gennaio, rientrano nel progetto PNRR 2.3 “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici”, finanziato con 7 milioni di euro. L’intervento prevede il restauro del giardino e delle sue fontane, il ripristino dei sistemi impiantistici e la cura del patrimonio vegetale, con l’obiettivo di preservare e valorizzare l’inestimabile eredità storico-artistica del complesso.
Ad accogliere i presenti nella suggestiva cornice della Palazzina Montalto, Lara Anniboletti, funzionario responsabile di Villa Lante, affiancata dal direttore regionale dei Musei nazionali Lazio e delegato per le Ville monumentali della Tuscia, Elisabetta Scungio, dall’assessore alla Cultura del Comune di Viterbo, Alfonso Antoniozzi, e da Marina Cogotti, architetto responsabile del progetto PNRR 2.3.
Nel corso dell’incontro, Anniboletti ha sottolineato come il progetto rappresenti un’importante opportunità per dare una nuova veste alla villa, rendendola ancora più fruibile e valorizzata nel suo splendore storico. La direttrice Scungio ha espresso il piacere di condividere con la cittadinanza questo percorso di riqualificazione, pur evidenziando che l’anno di lavori comporterà alcuni disagi legati all’apertura dei cantieri. Per questo motivo, il biglietto d’ingresso è già stato ridotto e il martedì la villa resterà chiusa, così da rispettare il cronoprogramma dei lavori. Ha inoltre ribadito l’importanza dell’intervento, volto a riattivare un giardino storico e a restituirlo ai cittadini, riscoprendolo nei suoi valori cronologici, un tema centrale proprio nella Giornata del Paesaggio.
L’assessore Antoniozzi ha poi ricordato che i cantieri verranno ciclicamente aperti al pubblico, sottolineando la straordinarietà di poter condividere l’avanzamento dei lavori con la cittadinanza, un aspetto che rende il restauro ancora più significativo. Marina Cogotti, responsabile del progetto, ha ripercorso le tappe della pianificazione, evidenziando come interventi di questa portata richiedano tempistiche lunghe e articolate. Ora si è entrati nella fase cruciale dei lavori, con circa 5 milioni di euro destinati direttamente agli interventi e la parte restante delle risorse impiegata per aspetti tecnici e preliminari.
Un’attenzione particolare è stata riservata al sistema idrico del giardino, per il quale il progetto prevede un efficientemento degli impianti di irrigazione con un sistema di ricircolo, che consentirà una gestione più sostenibile della risorsa. Sul cantiere operano tre ditte specializzate, ognuna impegnata su una delle tre linee di lavoro: impianti, architettura e verde. Il restauro prevede inoltre l’apertura di percorsi accessibili anche alle persone con disabilità, rendendo la villa ancora più inclusiva e fruibile da tutti.
A seguire, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare il cantiere, dove sono stati mostrati nel dettaglio i lavori in corso, con un focus sulle operazioni di restauro delle fontane e sul delicato recupero della vegetazione storica.

 




Restauro giardini Villa Lante, De Carolis (FdI): “Passo significativo verso la valorizzazione del nostro patrimonio culturale”

VITERBO – “È con grande soddisfazione che accolgo la notizia dell’avvio dei lavori di restauro a Villa Lante, un gioiello assoluto del patrimonio culturale del nostro Paese e della Tuscia, in particolare. Questo intervento, reso possibile grazie a un finanziamento di 7 milioni di euro nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), mira a restituire l’antico splendore ai giardini, alle fontane e alle strutture architettoniche della villa, rappresentando un passo significativo verso la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e un’opportunità per rilanciare il turismo nella regione Lazio.
Villa Lante, con i suoi giardini rinascimentali e le sue fontane monumentali, è un simbolo della nostra storia e della nostra identità, e il suo restauro contribuirà a rafforzare l’attrattività turistica del territorio viterbese.
Esprimo il mio apprezzamento per l’impegno profuso dal Governo Meloni e dal ministro della Cultura, Alessandro Giuli, per il raggiungimento di un risultato così importante e auspichiamo che questo progetto possa fungere da modello per future iniziative di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale nel Lazio e in tutta Italia”. Così Marco De Carolis, Responsabile del Dipartimento Turismo Fratelli d’Italia Lazio.




Domenica 1° dicembre ingresso gratuito a Villa Lante e Palazzo Farnese

VITERBO – Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese di Caprarola saranno visitabili domenica 1 dicembre, con ingresso gratuito, su iniziativa del MiBACT.
Una domenica con ingresso libero da non perdere per visitare Villa Lante, il meraviglioso parco con i suoi giardini all’italiana, le sue bellissime fontane e le due bellissime palazzine Gambara e Montalto.

Potremo così ammirare uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, la sua costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.
I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane.
Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.
Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti.
Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.
Per quanto riguarda lo spettacolare Palazzo Farnese di Caprarola ricordiamo che inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, e il progetto per una residenza fortificata venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio.
I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.
Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno ed affidò il cantiere al Vignola che modificò radicalmente il progetto originale. La costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.
Alla villa è annesso uno splendido giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.
Ricordiamo che domenica 1° dicembre  i giardini alti di Palazzo Farnese torneranno ad essere animati da personaggi in costume d’epoca.
Si chiude così “Accade in giardino”, il ciclo di eventi collegati ai restauri finanziati dal PNRR Parchi e Giardini storici, ancora in corso e in via di conclusione.
Il ciclo, dedicato alla valorizzazione e alla partecipazione di visitatori e comunità di prossimità, ha visto un autunno animato da narrazioni itineranti, musica, scoperta del bosco e scene figurate nei giardini. Realizzato dalla Direzione regionale Musei nazionali Lazio e da Ville monumentali della Tuscia, è stato curato dal responsabile del progetto PNRR Marina Cogotti e si è avvalso della collaborazione della Pro loco di Caprarola.



Domenica 3 e lunedì 4 novembre ingresso gratuito a Palazzo Farnese e Villa Lante

BAGNAIA- Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese di Caprarola saranno visitabili gratuitamente domenica 3 novembre e lunedì 4 novembre (con apertura straordinaria gratuita), su iniziativa del MiBACT.
Occasioni da non perdere per visitare Villa Lante, il meraviglioso parco con i suoi giardini all’italiana, le sue bellissime fontane e le due bellissime palazzine Gambara e Montalto.
Potremo così ammirare uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, la sua costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.

I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane.
Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.

Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti.

Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.

Per quanto riguarda lo spettacolare Palazzo Farnese di Caprarola ricordiamo che inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, e il progetto per una residenza fortificata venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio.

I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.

Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno ed affidò il cantiere al Vignola che modificò radicalmente il progetto originale. La costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.

Alla villa è annesso uno splendido giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.




Presso gli antichi archivi Lante della Rovere di Bagnaia una mostra di ceramiche

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- Si è aperta presso gli antichi archivi Lante della Rovere di Bagnaia, una mostra di ceramiche, create dalla ” famiglia Gorky”.

Le opere infatti, sono della figlia e della nipote di uno dei maggiori esponenti dell’arte americana, Arshile Gorky cui si aggiunge Matthew Spender, genero del Maestro.

La mostra, allestita nei locali degli ex archivi ora galleria d’arte, sono di proprietà della signora Twombly, altro nome iconico dell’arte moderna ed è raggiungibile da piazza Cardinal Peretti.
Nel soppalco della sala espositiva è visibile un video che illustra il lavoro degli artisti e la casa Gorky, in Toscana, dove Bertolucci ha girato il notissimo film ” Io ballo da sola”.

La mostra, ad ingresso libero, è aperta ogni sabato e domenica fino al 17 novembre con orario continuato dalle 10:00 alle 16:00.

 




Una domenica gratuita a Villa Lante e Palazzo Farnese 

VITERBO – Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese di Caprarola saranno visitabili domenica 4 agosto, con ingresso gratuito, su iniziativa del MiBACT.

Una domenica con ingresso libero da non perdere per visitare al fresco Villa Lante, il meraviglioso parco con i suoi giardini all’italiana, le sue bellissime fontane e le due bellissime palazzine Gambara e Montalto.
Potremo così ammirare uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, la sua costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.
I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane.
Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.
Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti.
Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.

Per quanto riguarda lo spettacolare Palazzo Farnese di Caprarola ricordiamo che inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, e il progetto per una residenza fortificata venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio.

I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.

Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno ed affidò il cantiere al Vignola che modificò radicalmente il progetto originale. La costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.

Alla villa è annesso uno splendido giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.




Bagnaia, Villa Lante si veste di nuovo con un’appropriata segnaletica

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

BAGNAIA ( Viterbo) – Villa Lante, costruita nella metà del XVI secolo, è un magnifico esempio compiuto di Giardino all’italiana con cascate, giochi d’acqua e terrazzamenti che si affacciano tra lecci, platani e querce, dove il cardinale Giovan Francesco Gambara fece costruire due ville estive gemelle: La Palazzina Gambara (1568-1578) e la Palazzina Montalto (1590-1612) con logge e cicli di affreschi nelle stanze.

Ieri 2 agosto, alla Loggia Montalto, in un incontro con la stampa, la direttrice nazionale del sito Lara Anniboletti ed Elisabetta Scungio della Direzione regionale Musei nazionali del Lazio hanno illustrato il progetto del nuovo sistema di segnaletica di Villa Lante.

“Abbiamo creato – spiega la direttrice Anniboletti – delle mappe con punti da percorrere e testi in italiano e in inglese, consegnate ai visitatori all’ingresso, anche ai bambini, ma con disegni e giochi didattici. I dodici punti importanti della Villa si trovano pure nel cartellone informativo all’ingresso, davanti alla biglietteria. Quindi il visitatore,vista la mappa, può decidere se acquistare il biglietto…Oppure: guarda, valuta e se ne va. Villa Lante ha una doppia particolarità, una doppia valenza, quasi un parco cittadino dove magari si viene per correre, per passeggiare, per fare il campo estivo. Mentre il Giardino formale è a pagamento.

Presente all’incontro anche Alberto Feuli dell’agenzia di comunicazione Wolli&Felix che ha curato dalla a alla zeta, la realizzazione e l’installazione dei pannelli informativi, sia esterni che interni. La mappa all’ingresso, le mappe cartacee. Quelli esterni, nel giardino, installati da circa quattro mesi, sono pannelli rinnovati. Quelli interni alle Palazzine in  plexiglass trasparente sono stati realizzati exnovo. Una scelta voluta per non interrompere la visuale delle sale e degli affreschi, di immenso valore.

“Ogni tipologia di pannello -spiega Feuli –  sono rapportati al tema in una divisione cromatica: quando si parla di giardini, sono verdi. Quelli che riguardano l’acqua, sono blu. In più all’interno di ogni pannello,questa è una cosa abbastanza nuova, rispetto ai classici, ci siamo affidati a Massimiliano, artista di Tarquinia, che ha rinterpretato ogni opera con un segno grafico al lato di ogni pannello esterno. Per i pannelli plexiglass trasparente, sempre interpretati dall’artista, ci sono gli stemmi araldici rielaborati dei Gambara e Montalto. La Palazzina Gambera per esempio, ha un gambero di riferimento”.

Interviene  Elisabetta Scungio della Direzione regionale Musei nazionali del Lazio: “Abbiamo raggiunto l’intervento che riguarda Villa Lante, parco e giardino, interamente finanziato con il Pnnr, per 7 milioni di euro. Si lavorerà sul funzionamento delle fontane, degli impianti, sulla gestione e la manutenzione dei giardini. Tutto nell’ottica della massima accessibilità anche di tipo cognitivo e conoscitivo.

Sembra una banalità, ma finora non c’erano dei pannelli così chiari. Quante volte andiamo in un museo e ci troviamo davanti a delle traduzioni in inglese improbabili che certo non aiutano il visitatore…. E per noi che ci confrontiamo tutti i giorni con i costi, con la mancanza di risorse, riuscire a realizzare un sistema di pannellistica così complesso, all’interno e all’esterno, in lingua, addirittura con degli elementi grafici e cromatici, è una piccola grande conquista, perchè contribuisce a rendere più accessibie, più fruibile il luogo. I lavori partono l’anno prossimo e dureranno in 14 mesi. Con termine ad aprile 2026. Tutto deve finire entro giugno 2026.

“La villa però non rimarrà chiusa. E’un intervento importante, ci saranno 10 ditte coinvolte nei lavori. Quindi dovremmo studiare dei percorsi che mostri anche l’importanza del cantiere.

Poi alle risultanze del Pnnr, ci sarà la possibiltà di visitare la Villa in notturna. Ed è pensato anche nell’ordine di una valorizzazione come il piccolo e piacevole Festival Musicale che si svolge in questi giorni nel giardino di Villa Lante, in una sinergia di parternariato pubblico e privato. Nell’ottica di una valorizzazione. Eventi di questo tipo, con illuminazione e musica, sarà possibile realizzarli anche in futuro”.

Il progetto del nuovo sistema di segnaletica di Villa Lante concretizza l’impegno della Direzione regionale Musei nazionali Lazio diretta da Elisabetta Scungio per valorizzare e integrare nel sistema museale nazionale adeguandoli agli standard nazionali, gli istituti cultura afferenti.




Bagnaia, venerdì 2 agosto la presentazione del nuovo sistema di segnaletica di Villa Lante

BAGNAIA ( Viterbo) – Semplice, chiaro e accessibile, con un design moderno specificatamente declinato, viene presentato venerdì 2 agosto Villa Lante ore 17.30 il nuovo sistema di segnaletica di Villa Lante, Bagnaia di Viterbo, che, attraverso il rinnovamento dei pannelli che scandiscono lo spazio esterno del giardino, e la nuova realizzazione di quelli per le sale interne delle Palazzine, permettere ai visitatori di orientarsi nel percorso di visita e di semplificare la lettura delle opere.
Nello specifico, l’intervento della segnaletica di Villa Lante ha previsto il posizionamento di targhe con simboli informativi presso la zona dell’accoglienza; di una mappa grafica del sito collocata all’ingresso in grado di orientare il visitatore sui percorsi di visita del Parco e del giardino formale; la sostituzione dei 16 pannelli esterni che partendo dalla Fontana del Pegaso presso l’entrata, scandiscono l’itinerario del giardino quadrato del terrazzo inferiore, fino allo scenografico impianto
di fontane, giochi d’acqua e elementi naturali; il posizionamento ex novo di 15 totem nelle sale interne della Palazzina Gambara e Montalto, che ne illustrano l’aspetto architettonico e le decorazioni pittoriche.
In un’ottica di ampliamento dell’accessibilità e della fruizione del sito, il progetto, sostenuto dalla Responsabile della Villa Lara Anniboletti, ha previsto anche l’elaborazione di una brochure cartacea da consegnare con il biglietto d’ingresso al visitatore, con l’indicazione nella mappa di 15 selezionati punti di interesse nel Parco e nel giardino, e di una brochure scope specific ideata per un target di bambini, comprensiva di giochi sul tema della visita a Villa Lante, utilizzabile anche nell’ambito di visite didattiche.
La nuova segnaletica interna, progettata dall’agenzia Wolli&Felix è semplice, chiara, accessibile e coerente; nei pannelli esterni ancorati a strutture metalliche, il verde e l’azzurro delle linee grafiche
richiamano l’acqua e la vegetazione – elementi prevalenti della Villa – mentre per l’aspetto visuale del concept sono stati artisticamente ridisegnati selezionati dettagli decorativi delle fontane e del giardino. Per i totem interni invece, in coerenza con la scelta della maggiore mimesi al fine di garantire la leggibilità degli elementi decorativi delle sale, è stato scelto un plexigas trasparente con
stampato il segno grafico. Il testo è affiancato dagli emblemi araldici stilizzati dei due principali fautori della Villa, il Cardinal Gambara e il Cardinal Montalto mentre, per meglio far comprendere al visitatore la complessa decorazione pittorica dei vestiboli inferiori delle palazzine, si è ricorsi ad una semplificazione architettonica dei due interni.
Con un linguaggio semplice e inclusivo, elaborato dallo staff della direzione di Villa Lante coordinato da Marzia Sagini e Ernesto Sapienza. la narrazione è organizzata su un breve testo, con selezionate informazioni pensate per un target amplio di utenti, rimandando conoscenze più dettagliate a specifici approfondimenti.
Il progetto del nuovo sistema di segnaletica di Villa Lante concretizza l’impegno della Direzione regionale Musei nazionali Lazio diretta da Elisabetta Scungio per valorizzare e integrare nel sistema museale nazionale adeguandoli agli standard nazionali, gli istituti cultura afferenti.




FestivaLante: rassegna di Teatro, Musica e Danza a Villa Lante

VITERBO – Armonizzare tutela del patrimonio storico-paesaggistico e opportunità di valorizzarne fruizione e conoscenza. Nasce così “FestivaLante”, sostenuto economicamente e voluto da ANCE Viterbo, sponsor esclusivo, nella persona del presidente Andrea Belli e del vice-presidente Fabio Belli; con la collaborazione del Comune di Viterbo, dell’Assessorato alla Cultura e all’Educazione guidato da Alfonso Antoniozzi; della Direzione Regionale Musei del Lazio, con la direttrice di Villa Lante, Lara Anniboletti e la Direzione Artistica ed organizzativa di Francesco Cerra del Tetraedro A.P.S.

Un Festival che tende a far conoscere e promuovere il patrimonio storico-artistico e naturalistico del territorio, attraverso una serie di eventi, teatro, performance, danza e musica, che andranno ad inserirsi ed integrarsi con lo spazio scenico naturale: il parco, il giardino e le fontane di villa Lante a Bagnaia – Viterbo. Il minimalismo scenografico e il contatto con il pubblico – continuano – divengono presupposto di dialogo e interazione dinamica con lo spettatore per creare un passaggio nuovo: dall’essenzialità del gesto alla potenza del testo.

Il progetto vede la realizzazione, dopo il grande successo della prima edizione, di 4 eventi, che verranno presentati nella prima settimana di agosto 2024, all’aperto presso il parco e i giardini di Villa Lante a Bagnaia (VT) – orario dalle 19 alle 21.00 con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria per un massimo 200 persone.

Info e prenotazioni 0761 288008.

PROGRAMMA

GIOVEDI’ 1 ore 19 – parco
ILARIA PILAR PATASSINI in “TERRA SENZA TERRA”
con Federico Ferrandina chitarra classica, Andrea Colella contrabbasso Ilaria Pilar Patassini presenta il live del suo ultimo album “Terra senza Terra” muovendosi tra canzone d’autore, jazz, world music ed incursioni nel mondo della musica classica. “Terra senza Terra” racchiude canzoni d’autrice moderne, originali e consapevoli. Un manifesto poetico e musicale che dà voce allo sguardo poliedrico dell’artista, in un asse ideale che unisce vicende personali a quelle del suo tempo.

Cantante, interprete e cantautrice, nel suo mondo convergono canzone d’autore, musica classica,
poesia, letteratura, jazz e world music. Cinque i dischi all’attivo a suo nome (Ilaria y el mar, 2021; Luna in Ariete, 2019; L’amore è dove vivo, 2015; Sartoria italiana fuori catalogo, 2011; Femminile Singolare, 2007). Parallelamente alla sua attività di cantautrice porta avanti importanti progetti da interprete, collabora con il direttore d’orchestra britannico e produttore Geoff Westley, Peppe Servillo, il bandoneonista Daniele di Bonaventura, lo scrittore e giornalista Antonio Iovane, il pianista Roberto Tarenzi. Diplomata in Canto Classico e Musica Vocale da Camera, è docente di “Interpretazione della Canzone d’autore italiana e internazionale” presso l’Accademia di Alta Formazione “Officina Pasolini” di Roma. Nel 2023 esce il suo sesto disco “Terra senza Terra” per Parco della Musica Records.

VENERDI’ 2 – parco
GEGÉ MUNARI QUINTET
con Matteo Cutello tromba, Giovanni Cutello sax alto, Claudio Colasazza piano, Enrico Mianulli contrabbasso, Gegé Munari batteria Gegé Munari è senza dubbio uno dei maggiori batteristi della storia del jazz italiano. Ha recentemente compiuto i novant’anni di età senza mai interrompere la sua attività concertistica ed è stato insignito dal Presidente della Repubblica del titolo di Ufficiale della Repubblica per meriti artistici. Le sue collaborazioni sono innumerevoli e vanno da Chet Baker a Lee Konitz, da Art Farmer a Dexter Gordon.
Si presenta con il suo quintetto, formato dai giovani gemelli Matteo e Giovanni Cutello (rispettivamente alla tromba e al sax contralto), Claudio Colasazza al piano e Enrico Mianulli al contrabbasso.

SABATO 3 – itinerante parco
“A DORSO D’ASINO” sulle vie Volgari dell’Umanesimo
Novellatore Simone Faloppa Artieri Silvia Minchillo, Ruggero Bonacina, Simone Lampis, Raúl Iaiza Drammaturgie Simone Faloppa, Raúl Iaiza Regia Raúl Iaiza. Un’azione musicale e teatrale in sette stazioni. Per condividere la dicitura poetica, l’azione del canto e l’affabulazione. Tra il Duecento e il Trecento, in Italia, un virtuoso intreccio diede vita all’Umanesimo. Le Università, i Laudesi francescani, il Dolce Stil Novo. D’accordo, e oggi? Siamo in un altro Basso Medioevo? Oggi, vi è un pensiero Umanistico? È tuttora strumento vivo, utile, presente? Si è trasformato? Insomma, l’Umanesimo in quanto visione culturale, artistica e spirituale, ci riguarda?
Davanti ad una tale ricchezza di traccianti e moti profondi, ci siamo avvalsi di una guida, un Virgilio su misura: ecco, un asino… Raúl Iaiza Argentino, residente in Italia dal 1986. Diplomato alla Civica Scuola di Musica di Milano, esercita la professione musicale fino al 1994, nel campo della musica antica. È cofondatore del Teatro La Madrugada. Ha diretto tutti gli spettacoli della compagnia, dal 1995 fino al 2010. È assistente alla regia di Eugenio Barba all’Odin Teatret (Danimarca) per undici anni (2000/11). Sempre all’Odin Teatret, sviluppa la pedagogia del Training sotto la guida di Torgeir Wethal (2000/10). Per dieci anni dirige Regula contra Regulam, progetto Educational del Grotowski Institute (Polonia), in tandem pedagogico con diversi maestri ospiti di tutto il mondo (2007/17). Curatore di Grotowski& Co/Ludwik Flaszen e Awareness/Gabriele Vacis in spagnolo per Horizontes El Baldìo (Buenos Aires). Come regista ha diretto produzioni e co-produzioni in Svizzera, Polonia, Romania, Korea del Sud, Argentina, Spagna, Portogallo, Italia. Come pedagogo collabora regolarmente con diverse istituzioni, teatri e festival in tutto il mondo: Scozia, Korea del Sud, Argentina, Spagna, Turchia, Francia, Romania, Messico, Italia. È Direttore Artistico di Regula Teatro, Teatro Laboratorio Nomade. Dal 2016 ha la cattedra di Training dell’Attore all’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Dirige Laudesi/Performing Arts Research Program (Grotowski Institute 2007/17-Regula Teatro 2021-attuale). Dal 2013 conduce insieme a Oliviero Ponte di Pino il progetto L’Anello Mancante, un dialogo aperto con maestri e personalità del teatro: Ludwik Flaszen, Eugenio Barba, Elio de Capitani, Danio Manfredini, Compagnia Alma Rosé, Fausto Malcovati, Carla Polastrelli, Giuliano Scabia.

DOMENICA 4 – itinerante parco
“UNBODIED” by ELOGIUM IRAE di e con F. Heera Carola e Irene Ciravegna
“CANTI ANCESTRALI” FAITH Federica Sciamanna
“UNBODIED” by ELOGIUM IRAE Performance di teatro-danza.
La relazione è la disponibilità dei corpi ad essere veicolo comunicativo. Spesso però la nostra fisicità, educata a resistere, ad uniformarsi alle regole imposte, si oppone alla sua naturale apertura all’altro. Il corpo diventa malinteso, luogo catartico per evacuare da noi quanto di noi non riconosciamo come nostro. E l’incontro con l’altro, di questo processo, diventa vittima e fautore al tempo stesso. ELOGIUM IRAE è un progetto collaborativo nato da Franco Heera Carola e Irene Ciravegna nel 2000. Nel 2002 vincono il premio internazionale Coreografie d’Autore. Gli Elogium Irae lavorano negli allestimenti di numerose opere liriche, sfilate di moda e, tra gli altri, per Kaidara Dance Company, Linee D’Aria danza verticale, Filmmaster Events, Teatro Abarico, Teatro Basilica, Teatro Golden e diversi altri. Alternano l’attività perfomativa con l’organizzazione di eventi e corsi di
formazione professionalizzanti. “Faith” Federica Sciamanna. Cantante, autrice e compositrice della rock band The Shiver e si è esibita in tutta Europa con band del calibro di Papa Roach, Misfits, The Ark, God Is An Astronaut e Tarja Turunen. Polistrumentista, ha collaborato con numerose band italiane e i ed internazionali alla voce, alla chitarra o al synth. Nel 2013 ha fondato il marchio “Backstage Academy”, brand internazionale di sale prova e centri musicali. Ha scritto e pubblicato dischi, libri, ed ha collaborato con importanti serie cinematografiche (Luna Nera – prod. Fandango, Leonardo – prod. Lux Vide), è attualmente docente di canto moderno. Dopo la release del disco solista “Priestess” (Epictronic), porta in tournée la performance “Canti Ancestrali: voci, suoni e frequenze da un mondo dimenticato”.

DIREZIONE ARTISTICA
Il TETRAEDRO A.P.S. è un ente del terzo settore, centro di vita associativa con al suo interno una compagnia teatrale attiva da 19 anni. Uno degli scopi principale è quello di promuovere e contribuire alla crescita culturale dell’intera comunità attraverso la promozione di eventi con lo scopo di recuperare il valore dell’agire collettivo e di riaffermare il diritto dell’uomo ad essere momento centrale della società. In 19 anni di lavoro in sala e in scena, Il Tetraedro ha continuato a coinvolgere il territorio e a consolidarsi nelle proprie attività, ricevendo consensi e riconoscimenti sia a livello locale, nazionale ed europeo. Sono stati prodotti oltre 60 spettacoli, sono stati attivati corsi di formazione teatrale per tutte le fasce d’età, ad oggi conta più di 70 allievi, ed ha creato diverse Manifestazioni che si sono consolidate diventando parte del territorio e del tessuto urbano. Francesco Cerra – Comincia la propria esperienza teatrale, come Attore, parallelamente a quella artistica nel 1988 con il TeatroP, compagnia stabile di teatro nata negli anni settanta sull’onda delle sperimentazioni teatrali Grotoskiane. Successivamente, al primo periodo laboratoriale in sala/ training fisico, approfondisce il lavoro, prendendo parte a centinaia di spettacoli nelle piazze e nelle strade d’Italia e d’Europa; Nel 2000 conduce la prima regia in scena a CivitArte. Nel 2003, fondamentale, è stato l’incontro ed il lavoro con il maestro Abani Biswas membro del Teatro delle Sorgenti di Grotowski, con cui inizia un sodalizio durato 7 anni che lo porterà in tournee ed in studio nei maggiori festival d’Italia e d’Europa (Polonia e Spagna). Studia inoltre con: P. Bonaccurso, F. Pileggi, CUT di Vt, R. Macrini, F. Barsanti, S. Giorgi, Teatro Potlach, Odin Theater, Teatro Ridotto, la Mama NY, Carlos Medina, Teatro Ziguratt, Raul Iaiza, Milon Mela. E’ inoltre dal 2000 organizzatore e direttore artistico di varie manifestazioni e rassegne nella Tuscia. Dal 2015 al 2016 è assistente alla Direzione Artistica e Direttore di Palco del Festival internazionale di Teatro “Quartieri dell’Arte”. Pedagogo per associazioni di promozione sociale, lavora in strutture di riabilitazione psico-fisica e nelle scuole di diverso ordine e grado. In seguito agli studi d’Arte, e alla qualifica professionale di Operatore per la Scultura su marmo e pietra si occupa della realizzazione di Scenografie per spettacoli e alla realizzazione ed organizzazione di mostre. Produce Video Teatrali, Documentari Sociali e Promozionali.




Domenica ingresso gratuito a Palazzo Farnese e Villa Lante

Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese di Caprarola saranno visitabili domenica 7 luglio, con ingresso gratuito, su iniziativa del MiBACT.
Una domenica con ingresso libero da non perdere per visitare Villa Lante, il meraviglioso parco con i suoi giardini all’italiana, le sue bellissime fontane e le due bellissime palazzine Gambara e Montalto.
Potremo così ammirare uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, la sua costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.

I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane.

Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.

Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti.

Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.

Per quanto riguarda lo spettacolare Palazzo Farnese di Caprarola ricordiamo che inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, e il progetto per una residenza fortificata venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio.

I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.

Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno ed affidò il cantiere al Vignola che modificò radicalmente il progetto originale. La costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.

Alla villa è annesso uno splendido giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.

 




“XXIV Castrum Balneariae”, suggestioni ed emozioni a Villa Lante

BAGNAIA ( Viterbo) – “Un vecchio libro lasciato in una polverosa soffitta…” così è iniziata la storia raccontata dalla voce espressiva di Veronica Carrubba alla ventiquattresima edizione di Castrum Balneariae, suggestioni a Villa Lante, che ha avuto luogo domenica in uno spiazzo ameno della celebre Villa che sovrasta Bagnaia, al tenue ritmo di una delicata fontana, di fronte ad una marea di spettatori.
“Un libro -prosegue Veronica- che contiene i colori del mondo e, tra le consumate pagine, le immagini di un viaggio immaginario nel tempo e nello spazio”.
Così si sono avvicendate le coreografie di un flamenco elegante e robusto curate da Cinzia Ana Cortejosa, le palpitanti melodie cantate con raffinata interpretazione da Liana Panarella, schizzi, come appunti di dolci ricordi, desunti dalla passione napoletana e dall’animo leggero dell’operetta, di contrasto le tinte potenti dei cori verdiani, consegnati all’ascolto di un attento pubblico da parte della Corale S. Giovanni diretta con tanto cuore da Maria Loredana Serafini.
La Corale è l’artefice di Castrum Balneariae, divenuto ormai un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati, nella confluenza quasi euripidea delle arti, poesia, musica, danza.
Splendido il passo dal Giuda Maccabeo di Haendel offerto dalla corale, come la deliziosa chicca desunta dalla colonna sonora del film Doctor Zhivago.
La Cortejosa, inoltre, oltre che con le maestose movenze coreografiche, ha deliziato gli ascoltatori anche col piacevole suono delle nacchere, strumento da lei trattato con disinvolto virtuosismo. Ospiti d’onore le Voci di Eta Beta, formazione integrata diretta e curata dalla Serafini, autentico capolavoro, incontro di comunicativa artistica e slancio umano.
Al violino ha commentato tutto lo spettacolo Wanda Folliero in compagnia di Ferdinando Bastianini, alla tastiera del pianoforte, gettando manciate di colori nei variegati contesti di questo magnifico spettacolo.
L’Assessore alla Cultura del Comune di Viterbo, Alfonso Antoniozzi, ha sottolineato come la musica e le espressioni artistiche proposte nello svolgimento di Castrum Balneariae siano un vero viaggio nel passato, riportandoci in luoghi ed atmosfere lontane…
Come tra le polverose pagine di un vecchio libro ritrovato in soffitta.




“Castrum Balneariae”, domenica a Villa Lante la XXIV edizione

BAGNAIA ( Viterbo) – Nell’incantevole scenario di Villa Lante,  tra la natura più ispirativa, in un angolo particolarmente suggestivo accanto ad un’elegante fontana, si terrà domenica 16 giugno la 24a Edizione di Castrum Balneariae, evento che occupa un importante posto tra gli appuntamenti artistico- culturali della Tuscia. Nelle edizioni precedenti hanno, infatti, partecipato sempre artisti di notevole spessore: corali, attori, cantanti, ballerini, coreografi, sceneggiatori.

Ideata e organizzata dalla Corale San Giovanni, diretta da M. Loredana Serafini, la Rassegna anche quest’anno vedrà l’avvicendarsi di molte figure diverse di protagonisti dell’arte: oltre alla Corale stessa avremo la partecipazione della cantante Liana Panarella, del violino di Anna Wanda Folliero, dell’improvvisatore Ferdinando Bastianini al pianoforte, dei balletti allestiti da Cinzia Ana Cortejosa che proporrà anche alcune esecuzioni con le nacchere da concerto.
Sorpresa assoluta la presenza delle Voci di Eta Beta, coro Integrato curato da  Loredana Serafini e Ferdinando Bastianini, vero gioiello di arte applicata alla didattica.
Presenterà la serata Veronica Carrubba. L’ingresso sarà gratuito.

 




Villa Lante e Palazzo Farnese, ingresso gratuito domenica 2 giugno

VITERBO – Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese di Caprarola saranno visitabili domenica 2 giugno, con ingresso gratuito, su iniziativa del MiBACT.

Una domenica con ingresso libero da non perdere per visitare Villa Lante, il meraviglioso parco con i suoi giardini all’italiana, le sue bellissime fontane e le due bellissime palazzine Gambara e Montalto.
Potremo così ammirare uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, la sua costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.
I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane.
Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.
Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti.
Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.

Per quanto riguarda lo spettacolare Palazzo Farnese di Caprarola ricordiamo che inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, e il progetto per una residenza fortificata venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio.

I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.

Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno ed affidò il cantiere al Vignola che modificò radicalmente il progetto originale. La costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.

Alla villa è annesso uno splendido giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.




Domenica 5 maggio ingresso gratuito a Palazzo Farnese e Villa Lante 

VITERBO – Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese di Caprarola saranno visitabili domenica 5 maggio, con ingresso gratuito, su iniziativa del MiBACT.

Una domenica con ingresso libero da non perdere per visitare Villa Lante, il meraviglioso parco con i suoi giardini all’italiana, le sue bellissime fontane e le due bellissime palazzine Gambara e Montalto.
Potremo così ammirare uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, la sua costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.
I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane.
Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.
Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti.
Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.

Per quanto riguarda lo spettacolare Palazzo Farnese di Caprarola ricordiamo che inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, e il progetto per una residenza fortificata venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio.

I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.

Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno ed affidò il cantiere al Vignola che modificò radicalmente il progetto originale. La costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.

Alla villa è annesso uno splendido giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.




Domenica gratis a Palazzo Farnese e Villa Lante 

CAPRAROLA ( Viterbo) – Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese di Caprarola saranno visitabili domenica  7 aprile, con ingresso gratuito, su iniziativa del MiBACT.

Una domenica con ingresso libero da non perdere per visitare Villa Lante, il meraviglioso parco con i suoi giardini all’italiana, le sue bellissime fontane e le due bellissime palazzine Gambara e Montalto.
Potremo così ammirare uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, la sua costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.
I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane.
Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.
Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti.
Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.

Per quanto riguarda lo spettacolare Palazzo Farnese di Caprarola ricordiamo che inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, e il progetto per una residenza fortificata venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio.

I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.

Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno ed affidò il cantiere al Vignola che modificò radicalmente il progetto originale. La costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.

Alla villa è annesso uno splendido giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.




8 marzo: ingresso gratuito per le donne a Villa Lante e Palazzo Farnese

Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese di Caprarola saranno visitabili, con ingresso gratuito per tutte le donne, venerdì 8 marzo su iniziativa del MiBACT.
Una giornata con ingresso libero da non perdere per visitare Villa Lante, il meraviglioso parco con i suoi giardini all’italiana, le sue bellissime fontane e le due bellissime palazzine Gambara e Montalto.
Potremo così ammirare uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, la sua costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.

I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane.

Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.

Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti.

Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.

Per quanto riguarda lo spettacolare Palazzo Farnese di Caprarola ricordiamo che inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, e il progetto per una residenza fortificata venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio.

I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.

Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno ed affidò il cantiere al Vignola che modificò radicalmente il progetto originale. La costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.

 

Alla villa è annesso uno splendido giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.




Ingreso gratuito a Palazzo Farnese e Villa Lante, il 3 marzo

BAGAIA ( Viterbo) – Villa Lante di Bagnaia e Palazzo Farnese di Caprarola saranno visitabili domenica 3 marzo, con ingresso gratuito, su iniziativa del MiBACT.

Una domenica con ingresso libero da non perdere per visitare Villa Lante, il meraviglioso parco con i suoi giardini all’italiana, le sue bellissime fontane e le due bellissime palazzine Gambara e Montalto.
Potremo così ammirare uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, la sua costruzione cominciò nel 1511 ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Tuttavia la villa non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
Villa Lante si compone di due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Fu il cardinale Gianfrancesco Gambara a dare il proprio nome alla prima. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1587, gli successe il nipote di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, che completò il progetto e costruì la seconda.
I giardini costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, con i loro spettacolari giochi d’acqua, cascate e fontane.
Entrando dall’arco bugnato dell’entrata principale, ci si ritrova in un quadrato, perfettamente regolare dove il bosso è plasmato e modellato a formare motivi decorativi che circondano piccole fontane e sculture. Il tratto più caratteristico di questo parterre è la complessa fontana posta al suo centro, formata da quattro bacini, separati da cammini transennati, con i parapetti decorati con pigne di pietra ed urne decorative che intersecano l’acqua. Nel cuore del complesso, un bacino centrale contiene la celebre Fontana dei Mori del Giambologna.
Sopra il parterre principale il visitatore può inerpicarsi attraverso querce, lecci e platani, scorgendo fontane e sculture che si aprono attraverso inaspettati scorci. Si arriva quindi al primo dei giardini a terrazza ascendenti: qui, alloggiata tra due scalinate in pietra, vi è la Fontana dei Lumini, una fontana circolare a gradini. Su una terrazza successiva vi è un enorme tavolo di pietra con acqua che scorre nel suo centro. In questo posto, il cardinal Gambara intratteneva i suoi ospiti.
Al di sopra vi è la quarta terrazza, contenente la catena d’acqua, elemento che il Vignola aggiunse a molti giardini del XVI secolo. Visibile anche a Villa Farnese e Villa d’Este, questo ruscelletto scende in cascata al centro dei gradini per concludersi in fondo alla terrazza. Al livello superiore vi sono ancora fontane, grottini, e due piccoli casini che, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno un disegno particolare, probabilmente anch’esso del Vignola, con logge aperte sorrette da colonne di ordine ionico. Esse reggono il nome del cardinale Gambara scolpito sulla cornice. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto di siepi e topiarie.

Per quanto riguarda lo spettacolare Palazzo Farnese di Caprarola ricordiamo che inizialmente doveva avere caratteristiche difensive, e il progetto per una residenza fortificata venne affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio.

I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.

Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno ed affidò il cantiere al Vignola che modificò radicalmente il progetto originale. La costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.

Alla villa è annesso uno splendido giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti.

                                                              



Una nuova pubblicazione su Villa Lante e Bagnaia

BAGNAIA ( Viterbo) – Bagnaia con la sua storia millenaria si arricchisce di una nuova pubblicazione, edita dalla nostra Associazione, riguardante la conoscenza del Borgo e della Villa Lante.

Una guida a colori di sedici pagine di facile e immediata consultazione che comprende tutte le notizie di Bagnaia sia dal punto di vista storico, architettonico, sociale, gastronomico e di originalità per entrare nel vivo di un percorso turistico ragionato.

Un accompagnatore virtuale con tante notizie, fotografie, di facile consultazione che è poi quello che il turista si attende.

Il libretto, con il patrocinio del Comune di Viterbo e della Pro loco di Bagnaia, è a diffusione gratuita ed è reperibile presso l’Ufficio Turistico di Viterbo, gli alberghi e punti commerciali della Città.