di MARIELLA ZADRO –
FERENTO (Viterbo) – A parlare d’amore, nell’incantevole scenario dell’antico Teatro romano di Ferento la sera di venerdì 4 agosto saranno Stefano Massini, scrittore e drammaturgo con un curriculum di altissimo valore e Luca Barbarossa, cantautore, che all’amore ha dedicato molte canzoni tra le quali “Portami a ballare” in cui parla del suo grande rapporto con la madre e con cui si è aggiudicato la vittoria del Festival di Sanremo nel 1992.
Sarà il ruolo di Massini nello spettacolo “La verità, vi prego, sull’amore”.
Il titolo della poesia di Walt Whitman sarà il tema principale dello spettacolo, che è un intreccio di canzoni e letture che indagano sull’amore oltre le frasi fatte.
Oltre i tutorial sentimentali, oltre la melassa dei romanticismi preconfezionati e oltre le infinite narrazioni d’amore che dai film, libri e canzoni si sono stratificate in noi, rendendoci ostaggi di modelli e copioni.
Tutto in amore appare oggi già visto, già sentito, già noto. “E allora proviamo – se non altro – a cercarla, questa verità”.
Tra Massini e Barbarossa l’intesa è avvenuta in occasione di un evento teatrale a Firenze.
I due si conobbero e nacque subito rapporto artistico che li ha portati a unire i rispettivi ruoli e generare lo spettacolo in scena a Ferento.
“Si scrive amore ma si legge vita, e la vita sono le relazioni tra esseri umani” affermano.
In pratica i due, tra canzoni e commenti, descrivono l’amore “fuori da ogni cliché, come se l’amore, abusato da troppi equivoci e luoghi comuni, ci chiamasse in tribunale a difenderci” e supportano il tema raccontando oltre cinquanta storie alcune molto note, altre meno dalla realtà alla mitologia alla fiction.
La colonna sonora nel frattempo è diventata un album composto da nove brani inediti di Barbarossa perché “l’amore ci cambia”.
L’amore che ci circonda ovunque, sarà quindi un processo al genere umano, colpevole di aver distorto la sua identità.
Gli uomini sono accusati di aver divulgato delle verità non reali, di aver addossato all’amore responsabilità e colpe che in realtà non ha.