di VINCENZO CENITI-
HOTEL. DOMANDA DEBOLE, COSTI ALTI Terza fase complessa e sofferta per il comparto alberghiero italiano che, secondo i dati di Confindustria Alberghi, si avvia a una ripresa lenta. Ad oggi ha riaperto solo il 25% delle strutture e, di queste, il 50% circa si trova nelle località di mare, il resto tra città d’arte e campagna. Solo un ulteriore 20% riaprirà entro giugno. La domanda è ancora molto debole ed i costi per la gestione della sicurezza sono in crescita. “Anche gli albergatori che hanno deciso coraggiosamente di riaprire si trovano a fare i conti con un numero di presenze assai esiguo e quindi gli organici non sono al completo – fa notare Confindustria Alberghi – e parte dei lavoratori resta ancora in cassa integrazione. Anche per quanto riguarda l’assunzione dei lavoratori stagionali i numeri sono ben più bassi dell’anno precedente”. Il monitoraggio seguirà la fase 3 anche nelle prossime settimane: “Quello che abbiamo imparato in questo periodo – sostiene la nota Confindustria Alberghi – è che le situazioni possono cambiare molto velocemente; di settimana in settimana. Continueremo a seguire l’evoluzione del mercato, sperando nella ripresa”. .
INFRASTRUTTURE PER IL TURISMO
Agli Stati Generali di palazzo Pamphili a Roma si parla tra l’altro di comunicazioni: alta velocità, aeroporti, ponti, rete ferroviaria regionale, autostrade. Nel dettaglio si propone il completamento della rete ferroviaria e stradale, la creazione di smart districts sugli snodi come porti e aeroporti; la modernizzazione della rete idrica con un piano dighe; il rilancio dell’edilizia urbana e rurale, con “rafforzamento del bonus per il verde urbano privato”, il potenziamento dell’edilizia penitenziaria e il rilancio dell’impiantistica sportiva. In proposito il ministro del Mibact Dario Franceschini ha ribadito in una recente intervista a Sky TG 24 che “Le infrastrutture sono la prima cosa che ho chiesto per aiutare il turismo. Se si fanno grandi infrastrutture, che sono la parte più importante, si aiuta il turismo internazionale ad andare in tutto il Paese, perché noi abbiamo un enorme gap tra nord e sud. Chi arriva dagli Stati Uniti e dalla Cina e vuole vedere i Bronzi di Riace ha difficoltà ad arrivarci”. Registriamo intanto che dal 14 giugno il Frecciarossa unisce per la prima volta Frosinone e Cassino, senza cambi intermedi, alle altre principali città italiane servite dall’Alta velocità. È più facile ora raggiungere le due città del Lazio e i territori circostanti da Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli.
OK PER HOTEL SANIFICATI CON CERTIFICATO” Sempre utili le indagini per conoscere le esigenze della domanda. Quella di Assosistema-Confindustria ci fa sapere che più del 90% dei clienti dichiara che si sentirebbe più tranquillo se l’igienizzazione degli hotel avvenisse attraverso un processo “certificato”, effettuato da soggetti autorevoli. E inoltre il 54,7% sceglierà l’hotel dove soggiornare in base alle misure adottate e solo il 20,8% in base al prezzo. E sarebbero disposti a spendere anche l’8% in più per avere procedure igieniche garantite. La ricerca ci informa altresì che gli interventi mirati a garantire la sicurezza dei clienti permettono di attenuare sensibilmente il calo di fatturato, con una riduzione significativa dell’impatto negativo determinato dall’emergenza (da -60% a -41%) e un ritorno ai livelli di fatturato precedenti già nel 2022 (e non nel 2025). Tutto questo non dovrebbe far lievitare i prezzi anche perché come spiega Barbara Casillo, direttore generale di Confindustria Alberghi “l’igienizzazione e la sanificazione dei tessili, in particolare, sono pratiche da sempre in essere: oggi vanno solo comunicate per rassicurare il cliente”.
SAGRE BEN TORNATE Le abbiamo qualche volta criticate perché non garantivano sufficienti standard culturali e qualitativi, l’abbiamo poi rimpiante in seguito alle limitazioni per l’emergenza sanitaria, oggi le possiamo riabbracciare con una rinnovata voglia di frequentarle. Ci riferiamo alle tradizionali sagre gastronomiche che in Italia hanno sempre impegnato schiere di volontari da nord a sud in un tripudio di manifestazioni e iniziative folcloristiche di ogni genere. Ogni prodotto, dal vino all’olio extravergine, dalle fragole alle ciliegie, dalla porchetta al tartufo e via discorrendo ha sempre fornito l’occasione per degustazioni, cene all’aperto, incontri sportivi, sociali e culturali d’ogni genere. Evviva. Via libera dunque delle Regioni a sagre e fiere cui si aggiungono nel pacchetto anche le discoteche. La Coldiretti/Ixe ci conferma che 8 italiani su 10 non sanno resistere al richiamo di una sagra di paese, che tra l’altro fa tanto bene al brand “borgo” che tutti vogliono implementare. Dalla Lombardia al Veneto, dall’Emilia Romagna alla Liguria, dalla Toscana alla Calabria fino alla Sicilia sono infatti numerose le regioni che secondo il monitoraggio della Coldiretti hanno deciso di organizzare fiere e sagre locali nei rispettivi territori già a partire dall’inizio di questa settimana, nel rispetto delle linee guida sulle misure di prevenzione adottate dalla Conferenza Stato Regioni. Una mossa necessaria per cercare di dare un impulso al turismo dopo i risultati poco incoraggianti del mese di giugno in cui appena 3,1 milioni di italiani hanno deciso di fare una vacanza, anche breve, meno della metà dello stesso periodo dello scorso anno (-54%). Le presenze nazionali non riescono comunque a colmare il vuoto lasciato dagli stranieri sui quali grava una pesante incognita con gli arrivi completamente fermi soprattutto per i turisti provenienti da Paesi extracomunitari come Giappone, Cina e Stati Uniti, mentre segnali ancora deboli arrivano da Germania e Nord Europa.
LE IMPRESE RIVENDICANO LA PRESENZA NELLA PROMOZIONE TURISTICA Consiglio Enit senza le imprese? Nel decreto Crescita (ci fa notare Federalberghi) c’è un articolo che prevede la composizione del nuovo Cda dell’Ente Nazionale per il Turismo: oltre l presidente e all’amministratore delegato (entrambi scelti dalla politica) si aggiunge solo un rappresentante delle Regioni senza più un posto destinato alle imprese com’è nell’attuale assetto. Da parte sua il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ricorda che il turismo pesa per il 13% del Pil e si prevede la perdita di 350mila posti tra i lavoratori stagionali, il 20% delle strutture rischia di chiudere e comunque non aprirà fino a settembre. Escludere dall’Enit la voce degli imprenditori ci sembra una follia.