di VINCENZO CENITI-
OCCHIO AL GIUBILEO 2025 Non solo Roma, ma l’Italia intera deve pensare fin d‘ora al Giubileo 2025. Cinque anni di attesa non sono molti per un grande piano di rilancio della capitale in termini di servizi, collegamenti, ristrutturazioni, nuovi stili di vita. L’ appuntamento è planetario e cade a proposito per una città che ha bisogno di prospettive e di speranze. Il tempo c’è ma non va sprecato. Occorre una grande progettualità e vanno individuati al più presto i canali giusti per ottimizzare l’enorme visibilità che tornerà a concentrarsi sulla città eterna. Il giubileo canonico (che segue quello Straordinario della Misericordia del 2015) mobiliterà milioni di persone probabilmente in misura maggiore rispetto a quello di cinque anni e, come detto, interesserà non solo Roma ma l’intero Paese.
ITALIA A CORTO DI AMERICANI La settimana scorsa si sono riaperti i confini esterni all’Europa, ma l’UE non si è ancora espressa sul permesso per i turisti statunitensi di varcare la soglia di Schengen. In termini di presenze e di entrate economiche sarà dura. La Coldiretti sulla base dei dati Bankitalia prevede una perdita secca di 1,8 miliardi di euro, considerato che i turisti dagli Usa valgono 12,4 milioni di pernottamenti in estate. Ne faranno le spese soprattutto le città d’arte ed il sistema crocieristico. “La decisione di lasciare fuori della porta il turismo Usa – ha detto il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – peserà in maniera fortissima sulle nostre strutture alberghiere. Avremo ricadute gravissime dalla perdita del mercato statunitense, il primo in assoluto per capacità di spesa”.
BUONA LA PARTENZA DEL BONUS VACANZE Il Bonus vacanze trova consensi. La settimana scorsa sono stati circa 150mila i nuclei familiari che hanno speso il ticket nelle strutture ricettive aderenti all’iniziativa. Lo stanziamento previsto per questa misura è di 2,4 miliardi di euro che il ministro Dario Franceschini definisce “un aiuto concreto alle famiglie, agli alberghi e alle imprese turistiche”. Il bonus potrà essere speso fino al 31 dicembre 2020. .
ENIT. TURISMO TRICOLORE COME DA COPIONE L’Enit ci informa che quest’anno le vacanze degli italiani si vestono di tricolore. La maggior parte di coloro che se le potranno permettere (circa il 50% della popolazione) resterà nel nostro Paese e pochissimi sono attrezzati per andare all’estero. In particolare l’83% contro il 7%. I viaggi si allungano fino ad ottobre, distribuendo così i flussi su periodi normalmente di bassa stagione. Sceglierà quel periodo “sicuramente” il 17,9% dei pluri-vacanzieri a cui si aggiunge chi lo farà “probabilmente” pari al 46% di chi trascorre più di un soggiorno. Si parte con la famiglia (40,2%), e in coppia (46,2%) mentre solo il 16,1% sceglierà di viaggiare con gli amici. Per la vacanza principale molto richieste le abitazioni private e le case vacanze: il 16,5% dei vacanzieri alloggerà in albergo preferendo dal 3 stelle in su, mentre una quota complessiva del 36,3% di turisti si recherà nelle abitazioni private: il 16,1% in appartamenti in affitto, il 10,4% ospite da amici e parenti, il 9,8% nella propria abitazione di vacanza. Seguono i B&B (8,9%) e i villaggi turistici (6,3%) e l’agriturismo (5,2%). Per chi resta in Italia le principali destinazioni dell’estate sono Puglia (12,4%), Sicilia (11%), Toscana (10,6%), Trentino Alto Adige (7,2%), Sardegna (6,5%) ed Emilia Romagna (6%). Chiudono la Top10 il Veneto (5,8%), la Liguria (5,7%), la Campania (5,1%) ed a pari merito la Lombardia e la Calabria (4,9%). All’estero gli italiani sceglieranno l’Europa Mediterranea (37%), il nord Europa (29%) e l’Europa dell’Est (12,7%). Tra coloro che andranno in località extraeuropee il 6,9% negli States, il 3% in Cina e Asia, il 2,7% nell’America Latina, lo 0,8% in Canada e lo 0,2% in Russia. Parola d’ordine outdoor: oltre la metà dei vacanzieri italiani quest’estate sceglierà il mare (59,8%), o comunque la vacanza naturalistica (30%). Seguono le scelte di montagna (25,6%) ed il relax (25,5%) mentre per il 23,2% il soggiorno estivo è motivo di esperienza culturale. Tra le altre motivazioni di soggiorno rilevanti, la vacanza enogastronomica (13,6%) e quella esperienziale del territorio (11,2%), il turismo termale (10,1%), quello sportivo (6,9%) e d’avventura (6,8%). Ancora a seguire il soggiorno al lago (4,5%), il turismo rurale (3,8%) e la vacanza zaino in spalla (3,7%).
VENETO. LAVORATORI DEL TURISMO IN CRISI ALLARMANTE
Preoccupanti i dati sul fronte dell’occupazione nel settore turistico a causa del corona virus. Tra le regioni più colpite il Veneto dove si trova un’alta concentrazione di strutture alberghiere. Se prima della pandemia – si legge in una nota – il mercato del lavoro registrava più occupati e meno disoccupati della media nazionale, il Covid, con la chiusura delle attività economiche imposta dalle misure di contenimento del contagio, ha precipitato la regione in una situazione allarmante. E in questo quadro generale, il settore che ha registrato una congiuntura più sfavorevole è quello degli alberghi, dei pubblici esercizi e delle attività similari; per questi lavoratori, nel solo mese di aprile 2020 sono state concesse il triplo delle ore di cassa interazione di tutto il 2013, che per il settore è stato l’anno più duro della crisi economica finanziaria internazionale. Il calo occupazionale è dettato principalmente dalle mancate assunzioni dei lavoratori precari e stagionali: secondo i dati di Veneto- Lavoro, in aprile 2020 i contratti a tempo determinato sono diminuiti del 32% rispetto ad aprile 2019 e, fra questi, gli stagionali sono stati i più colpiti (-41%). Nonostante la situazione del mercato del lavoro in Veneto appaia migliore della media nazionale, gli effetti occupazionali dell’emergenza potrebbero dimostrarsi più evidenti proprio in quei comparti e quelle tipologie contrattuali che nascondono una minor ‘qualità’ dei rapporti di lavoro: part time involontario, precari a tempo determinato, atipici, ‘finti’ lavoratori autonomi ma in realtà con rapporto subordinato.