Turismo d’Italia
di VINCENZO CENITI-
VIRUS. NON SPRECHIAMO L’OCCASIONE Approfittiamo dell’emergenza sanitaria per riflettere e programmare nuovi comportamenti di vita e far tesoro di quello che è emerso in questi mesi di calvario. La storia ci insegna che le crisi servono anche a questo. Sarebbe un errore non approfittarne. Nel turismo vanno ripensati i vecchi schemi di offerta a fronte di una domanda stravolta per modalità, qualità e quantità. La promozione pro-Italia va rifondata: servono nuove suggestioni e nuovi messaggi compatibili con le varie precauzioni. L’impianto granulare e diffuso delle piccole aziende della ristorazione, dove veniva esaltata la gastronomia nostrana, deve riconvertirsi a nuove cubature a scapito, purtroppo, della perdita di talune intimità. Va riconsiderato il nuovo rapporto con il Comune per occupazioni di suolo pubblico. La classifica degli hotel obbedirà ad altri parametri, in primis la sicurezza. Il ruolo delle guide turistiche va risolto una volta per tutte in chiave locale. Le agenzie di viaggio sono alle prese con nuovi prodotti e nuovi canali di vendita per una domanda più mirata ed “esperenziale”. Il super affollamento (spiagge, centri commerciali, locali) non sarà più possibile e quindi si devono assicurare alle richieste altre soluzioni. In Italia, grazie a Dio, non ci mancano le occasioni: pensiamo ai piccoli borghi troppo frettolosamente abbandonati a vantaggio di dannose concentrazioni (Roma, Venezia, Firenze, ma non solo). Per i Comuni è l’occasione di riflettere sui costi e la funzionalità del trasporto pubblico urbano troppo oneroso e spesso non economicamente fruito. La rete ferroviaria va ripensata in favore di più adeguati collegamenti interregionali. I piccoli negozi di prossimità sono di fronte a nuove opportunità, specialmente nei centri storici. Sanità e ricerca hanno dimostrato di valere molto di più di quanto pensavamo. Ci siamo accorti di quanto sia prezioso il patrimonio-idee dei giovani che hanno trasformato in soluzioni impensabili modelli di scuola e di lavoro condizionati per anni da troppe scorie; va dunque protetta e incoraggiata la loro creatività L’abbuffata di tecnologie cui il virus ci ha costretto in poche settimane va declinata e digerita nella prospettiva di una nuova era di innovazioni: lavoro in casa, comunicazione digitale con la pubblica amministrazione, didattica a distanza, pagamenti telefonici ai supermercati senza cassa, droni capaci di tutto ecc. Senza considerare che l’emergenza ha dato valore al senso di comunità e accresciuto il grado di sensibilità e responsabilità alla cosa pubblica da parte della gente comune per scelte innovative e modelli di sviluppo. E senza contare che dal virus ci attendiamo colpi di scure all’opprimente burocrazia ed anche una rilettura critica di alcuni passaggi della nostra costituzione.
PARMA RESTA CAMPIONE DELLA CULTURA ANCHE IL PROSSIMO ANNO
Il decreto “Rilancio” conferma Parma a Capitale italiana della cultura anche nel 2021, dal momento che la città a causa del coronavirus non ha potuto attuare quest’anno i programmi e le manifestazioni che erano stati organizzati con grande cura e dispendio di risorse, peraltro tutte confermate. “Una decisione giusta e lungimirante – commenta in una nota il sindaco, Federico Pizzarotti -. La città e la sua gente hanno lavorato tanto per creare un anno della cultura all’altezza delle aspettative del Paese, avevamo una gran voglia di dimostrare tutto il potenziale di Parma. Ce l’abbiamo tuttora. Nel 2021 torneremo ancora più forti. La cultura continuerà a battere il tempo e a essere metronomo della nostra crescita”.
GUIDE TURISTICHE. IL DECRETO NEANCHE LE NOMINA
Rammarico e delusione da parte delle guide turistiche che vedono mortificati professionalità e contributo al grande e vitale tema dell’accoglienza. Il decreto “Rilancio” neanche le cita confondendole nella mare dei lavoratori stagionali, quando la loro attività, in tempi normali, si svolge tutto l’anno. Un solo e misero bonus di 600 euro che sa di sfida e di offesa. La piattaforma unitaria presentata da Confguide-Confcommercio e Federagit-Confesercenti insiste sulla necessità della dichiarazione dello ‘Stato di crisi del Turismo’ e sull’istituzione di un fondo economico specifico per il turismo. Inoltre punta al riconoscimento di un’indennità alle partite Iva di almeno 1.000 euro mensili. Il Governo, sostengono le guide, non può trattarci così. Ma quello che più offende, al di là del bonus una tantum, sono le negligenze per l’errata interpretazione della Bolkestein e la lotta all’abusivismo.