ROMA – Al Parlamento Europeo di Bruxelles, presso la commissione per lo Sviluppo Regionale, sì è tenuto settimana scorsa il dibattito sulle sfide dello spopolamento dei territori. Un momento per fare il punto su un fenomeno che coinvolge la maggior parte degli Stati membri. “L’obiettivo del lavoro che svolgeremo quest’anno è elaborare una serie di suggerimenti e linee guida del Parlamento, per orientare la Commissione, rispetto al contributo che può offrire, sia in termini di indirizzo che di allocazione dei fondi, per affrontare un problema che ci sta particolarmente a cuore”, ha pertanto dichiarato Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo. Per l’occasione, in qualità di relatore per la commissione REGI, era invitata Tiziana Laureti, professore ordinario di Statistica Economica e direttore del Dipartimento di Economia, Ingegneria, Società e Impresa dell’Università degli Studi della Tuscia, la quale ha illustrato nel corso della presentazione “Depopulation Challenges in European Regions – State of Play”, una panoramica aggiornata sull’Unione Europea, basata su dati ufficiali Eurostat e Commissione Europea. “Il fenomeno non può più essere letto solo in termini demografici: si tratta di un processo complesso, dinamico e multidimensionale, influenzato da fattori geografici, economici e sociali, con impatti eterogenei tra territori urbani e rurali”. Il dibattito ha visto la presenza di oratori di spicco provenienti da tutta Europa e l’intervento degli esponenti dei principali Gruppi politici del Parlamento Europeo. Sberna ha quindi chiesto quali possono essere “le leve efficaci — alla luce dello studio presentato — che le istituzioni, a partire da quelle europee e nel rispetto delle competenze degli Stati membri, possono mettere in campo per contrastare le disuguaglianze educative”. In particolare, come favorire un “right to stay”, ossia un diritto reale a restare, trasformando l’attuale tendenza allo spopolamento in un’opportunità di ripopolamento e di rinnovato interesse verso i territori di provenienza. “Il calo della popolazione genera effetti a catena: si riduce il capitale umano disponibile, cala la produttività, si contrae la domanda interna e le entrate fiscali si assottigliano, compromettendo la sostenibilità dei servizi pubblici e delle infrastrutture locali”, ha commentato Laureti. In conclusione, la vicepresidente Sberna ha ringrazio la professoressa Laureti per il contributo scientifico, affermando che dal punto di vista iconografico ha restituito una chiara percezione dei trend relativi alle aree soggette a spopolamento.