VITERBO – Riceviamo da Maurizio Bizzoni (Segretario generale Uil Fpl Viterbo) e pubblichiamo: “Manifestiamo preoccupazione per la criticità che, ormai da alcune settimane, connota il plesso ospedaliero di Montefiascone, che è impiegato in misura assai inferiore rispetto alle potenzialità che gli sono proprie, fino al punto di ospitare appena qualche paziente (due o tre) e a quanto sappiamo ora nessuno.
Peraltro, a scongiurare un riscontro da parte che si limiti a discettare di lavori di ristrutturazione (che non potremmo, ovviamente, accettare), crediamo si debbano ricordare, almeno tra sindacati e Azienda, alcuni punti fermi, incontestabili dal punto di vista della buona fede.
La dotazione di posti letto nella nostra provincia è inferiore agli standards previsti; i quali non consentirebbero comunque il rispetto dei Lea
Tanto più il diritto alla salute dei cittadini è pregiudicato, se i posti letto sono perfino inferiori.
Peraltro, a scongiurare un riscontro da parte che si limiti a discettare di lavori di ristrutturazione (che non potremmo, ovviamente, accettare), crediamo si debbano ricordare, almeno tra sindacati e Azienda, alcuni punti fermi, incontestabili dal punto di vista della buona fede.
La dotazione di posti letto nella nostra provincia è inferiore agli standards previsti; i quali non consentirebbero comunque il rispetto dei Lea
Tanto più il diritto alla salute dei cittadini è pregiudicato, se i posti letto sono perfino inferiori.
Oltre tutto, il personale dirigenziale e del comparto è assai inferiore a quel che sarebbe necessario al funzionamento dei servizi come configurati, che sono inferiori agli standard, che sono a loro volta insufficienti ad assicurare i Lea.
La situazione catastrofica si riflette nelle condizioni dei servizi di pronto soccorso, che sono ogni secondo afflitti dalla impossibilità di reperire posti letto per i ricoveri; con la conseguenza di far stazionare i pazienti in breve osservazione o nei corridoi in condizioni preoccupanti.
Dal punto di vista causale, la responsabilità deve rinvenirsi pressocché esclusivamente nella pervicace e reiterata determinazione di non procedere alla assunzione delle risorse umane necessarie, che prosegue da circa 25 anni.
Peraltro, con l’effetto di distrarre le risorse dalla destinazione pubblica a quella privata; ma non a parità dei servizi erogati.
Non possono sfuggire, infatti, i tentativi, anche abbastanza scoperti, di utilizzare tipologie di assistenza come la lungo degenza o le Rsa per far fronte a esigenze proprie delle cure a pazienti in fase acuta.
In altri termini, i criteri guida della gestione della sanità pubblica sembrano essere: attivare meno posti letto possibile, con ricoveri quanto più brevi e assumere personale stabile meno che si può.
La mancanza delle risorse necessarie, specie in punto di dirigenza medica, è la vera causa del dissolvimento del presidio ospedaliero di Montefiascone, ed è ascrivibile a precise scelte aziendali.
Dal punto di vista causale, la responsabilità deve rinvenirsi pressocché esclusivamente nella pervicace e reiterata determinazione di non procedere alla assunzione delle risorse umane necessarie, che prosegue da circa 25 anni.
Peraltro, con l’effetto di distrarre le risorse dalla destinazione pubblica a quella privata; ma non a parità dei servizi erogati.
Non possono sfuggire, infatti, i tentativi, anche abbastanza scoperti, di utilizzare tipologie di assistenza come la lungo degenza o le Rsa per far fronte a esigenze proprie delle cure a pazienti in fase acuta.
In altri termini, i criteri guida della gestione della sanità pubblica sembrano essere: attivare meno posti letto possibile, con ricoveri quanto più brevi e assumere personale stabile meno che si può.
La mancanza delle risorse necessarie, specie in punto di dirigenza medica, è la vera causa del dissolvimento del presidio ospedaliero di Montefiascone, ed è ascrivibile a precise scelte aziendali.
In una simile situazione, è impossibile – letteralmente impossibile – che non sia necessario utilizzare i 22 posti letto dell’ospedale di Montefiascone.
Sembra, perciò, a questa organizzazione sindacale, che i posti letto non siano utilizzati in realtà non ci sono più le risorse per assicurare i servizi di offerta alla salute.
Il che, intanto, comporta nei fatti la perdita di altri 22 posti letto nella economia dei servizi alla salute in provincia; il che è per noi intollerabile.
La sensibilità dei diritti dei lavoratori della sanità pubblica in questa contingenza, unitamente al diritto dei cittadino primario (nel senso di prevalente su ogni altro) alla salute che la Uil persegue statutariamente come sindacato delle persone, ci impone di chiedere alla Asl di voler manifestare le sue determinazioni sul destino del presidio ospedaliero di Montefiascone e sulla attualità e utilizzabilità dei posti di letto di medicina generale per pazienti acuti geriatrici, cui non è possibile rinunciare.
Crediamo tali determinazioni debbano esser esplicitate dialetticamente in un incontro che va fissato con la massima urgenza”.
Sembra, perciò, a questa organizzazione sindacale, che i posti letto non siano utilizzati in realtà non ci sono più le risorse per assicurare i servizi di offerta alla salute.
Il che, intanto, comporta nei fatti la perdita di altri 22 posti letto nella economia dei servizi alla salute in provincia; il che è per noi intollerabile.
La sensibilità dei diritti dei lavoratori della sanità pubblica in questa contingenza, unitamente al diritto dei cittadino primario (nel senso di prevalente su ogni altro) alla salute che la Uil persegue statutariamente come sindacato delle persone, ci impone di chiedere alla Asl di voler manifestare le sue determinazioni sul destino del presidio ospedaliero di Montefiascone e sulla attualità e utilizzabilità dei posti di letto di medicina generale per pazienti acuti geriatrici, cui non è possibile rinunciare.
Crediamo tali determinazioni debbano esser esplicitate dialetticamente in un incontro che va fissato con la massima urgenza”.