Una guida dedicata all’archeologia della Tuscia (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- “TUSCIA, regno dell’archeologia” una guida organizzata da una squadra di esperti che hanno saputo cogliere tutti gli aspetti per presentare il territorio: racconti d’autori, passeggiate nella storia, musei, volti e storie, itinerari del gusto, ristoranti, pizzerie, luoghi del gusto, dimore, hotel, Bed Breakfast, produttori di vino e olio.
E’ stata presentata giovedì 2 febbraio presso Autocentri Balduina Strada Cassia Nord, in Viterbo. Giuseppe Cerasa, direttore della Guida di Repubblica, dopo aver ringraziato tutta la squadra che ha lavorato alla realizzazione della guida, ne descrive il suo valore: “Presentare una guida è sempre un momento importante, è una suggestione culturale, in particolare per questa guida. La Tuscia, situata a due passi da Roma, ci dà la possibilità di scoprire e rivalutare una civiltà che esisteva prima di Roma, gli Etruschi. Una civiltà ricca di storia, di bellezze, di cultura, un popolo che ha dato alcuni re a Roma”

Stefano Petrocchi direttore generale dei musei del Lazio, ha illustrato il nuovo concetto di museo come luogo di cultura. Rappresenta il nostro territorio, la nostra storia, in continuo dialogo con il territorio. Questa guida ci offre una serie d’ informazioni che permettono di conoscere un territorio nelle sue complessità.

Altri apprezzamenti, sono venuti dall’archeologa Letizia Arancio funzionaria della Sovrintendenza che per circa 40 anni si è occupata del territorio viterbese, ha giudicato il lavoro della guida, accattivante
L’archeologia è un attività works in progress, il lavoro in un sito non si può limitare ad un breve periodo, un lavoro deve partire dai campi. Viterbo e la provincia con i suoi 3000 mila anni di storia ha delle bellezze eccezionali. Viterbo ha una ricchezza incredibile Norchia, Musarna, Ferento, Acquarossa , Castel d’Asso, il mio sogno sarebbe quello di creare un parco che legasse tutti questi siti.

Presente Laura Pugno, autrice del racconto d’autore che apre la guida “Il calice”; racconto di fantasia che racchiude qualcosa della sua vita personale. Infatti, il nonno era di Vallerano e la famiglia ha vissuto a Montefiascone.
L’ultimo intervento è arrivato dalla consigliera Alessandra Croci che ha portato i saluti della sindaca Chiara Frontini, in particolare ha parlato della sua esperienza prima da pellegrina e poi da amministratore. Ho sottolineato le valenze del cammino lento, dal punto di vista religioso ed enogastronomico. La guida sarà un mezzo che potrà aiutare chi arriva nel nostro territorio e vuole apprezzarne le bellezze. Andrà ad arricchire il “paniere del pellegrino”.

Ma il presidente dell’associazione Archeotuscia, Luciano Proietti, lancia un grido d’allarme: “Il prezioso patrimonio archeologico di Viterbo corre il rischio di andare perduto.” L’appello dell’ingegner Proietti riguarda in particolare Norchia, dove le tombe sono sommerse dalla vegetazione e i sentieri e persino i ponti sono quasi impraticabili, con i visitatori che corrono il rischio di non poter ammirare le tombe. “Tempo fa- ricorda Proietti- è stato effettuato un limitato intervento nell’area delle tombe doriche. Poi più nulla. Non possiamo ignorare il pericolo di perdere questo prezioso patrimonio.
L’allarme va allargato a quasi tutto l’importante patrimonio archeologico che ricade all’interno del territorio comunale, disseminato in vaste aree tra le quali Castel d’Asso, Acquarossa e la stessa Ferento, tutte su terreni privati. Ferento è visitabile, ma affidata ai volontari di Archeotuscia, che provvedono, all’accoglienza, alla pulizia, a liberare ampi spazi dall’erba alta e i reperti dall’assalto della vegetazione, provvedono anche alla pulizia dell’ampia zona della necropoli di Castel d’Asso, sempre visitabile perché in area aperta, mentre per la visita nell’antichissima area di Acquarossa, laddove negli anni ’60 effettuò una campagna di scavi il re di Svezia Gustavo Adolfo, è necessario contattare la proprietà per un appuntamento”.
Proietti evidenzia come i rischi maggiori che queste aree corrono, oltre alla mancata pulizia, sono legati alla rare campagne di scavo che limitano l’enorme possibilità di ritrovare altre tombe e altri reperti e soprattutto per quanto riguarda Ferento, oltre al ritardo di restauri previsti in tempi brevi, anche quello di lasciare ancora nascosta una gran parte della città, che nel I secolo dopo Cristo, era estesa su ben 30 ettari (quasi metà di quella di Pompei) ed aveva superato i 10mila abitanti, compreso un integro anfiteatro situato a circa 600 metri di distanza dal bellissimo teatro romano, sede da 57 anni di spettacoli e concerti estivi. La città fu interamente distrutta dai viterbesi, per vendetta, nel 1172. Tornando alla guida dell’archeologia della Tuscia, il prossimo obiettivo di Giuseppe Cerasa è la pubblicazione della guida in lingua inglese per far diventare Viterbo una vera e propria caput mundi, sempre che però, nel frattempo, si faccia qualcosa per salvaguardare questi preziosi posti, che il solo intervento dei privati non è in grado di tutelare.

 

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