Viterbo: preoccupazioni sul futuro del termalismo, il Comune a rischio risarcimento

di REDAZIONE-

VITERBO- Si riaccende il dibattito sul termalismo in consiglio comunale a Viterbo. Il capogruppo della Lega, Andrea Micci, ha espresso forti preoccupazioni riguardo al futuro del settore, con particolare riferimento alla controversia legale tra il Comune e lo stabilimento termale Terme dei Papi. Quest’ultimo ha citato in giudizio Palazzo dei Priori, chiedendo un risarcimento di 36 milioni di euro per il mancato rispetto delle quantità di acqua sulfurea previste dal contratto del 1986.

Micci ha incalzato l’assessore con delega al termalismo, Stefano Floris, con un interrogativo provocatorio: “Vorrei sapere se dorme sereno”. Il consigliere sottolinea come l’eventuale esito negativo della causa comporterebbe un impatto significativo sul bilancio comunale, con la necessità di destinare ingenti risorse per far fronte a un risarcimento così oneroso.

Le preoccupazioni di Micci si basano su un’analisi del Consiglio di Stato che, con una sentenza del 2022, ha confermato la validità del contratto stipulato nel 1986 tra il Comune di Viterbo e la società che gestisce le terme. Una delibera del consiglio comunale nel 2016 aveva ridotto l’approvvigionamento idrico per le Terme dei Papi a 23-24 litri al secondo, nonostante uno studio dell’Università degli Studi della Tuscia avesse indicato la necessità di almeno 35 litri al secondo. Inoltre, secondo Micci, il Comune non ha fornito prove sufficienti per dimostrare né l’eccesso dell’approvvigionamento richiesto né l’impossibilità di soddisfarlo.

“Ad oggi”, ha dichiarato Micci, “il direttore di miniera registra un approvvigionamento medio di soli 18 litri al secondo, rendendo evidente l’inadempienza del Comune”.

Di fronte alle sollecitazioni del consigliere della Lega, l’assessore Floris ha preferito prendere tempo, annunciando che risponderà in forma scritta con una cronistoria dettagliata della vicenda, a partire dal 1987.

Il futuro del termalismo a Viterbo rimane dunque incerto, con il rischio di un ingente danno economico per l’amministrazione comunale e, di conseguenza, per i cittadini.

 

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