di CHIARA TOSARONI-
VITERBO- Un viaggio attraverso le stanze della memoria e della storia dell’arte è quello che offre “Museo di sabbia”, il libro di Giovanna Di Marco presentato questo pomeriggio a Viterbo presso l’Hub Lazio Artigiana di CNA Viterbo e Civitavecchia. L’evento, organizzato da PromoTuscia di Ivana Pagliara, ha trasformato gli spazi dell’artigianato in un raffinato palcoscenico letterario, confermando la vocazione dell’hub come luogo di scambio culturale.
A portare il saluto iniziale è stato Attilio Lupidi, segretario della CNA di Viterbo e Civitavecchia, che ha ricordato come l’Hub Lazio Artigiana, nato nell’ambito del progetto di rete Lazio Faber Experience, sia un centro vitale per la promozione dell’artigianato artistico del territorio. Lupidi ha ripercorso i principali eventi già ospitati e ha annunciato il prossimo appuntamento in calendario, previsto per il 30 aprile “Foodie”, un’iniziativa CNA dedicata all’alimentazione sana e alla riduzione dello spreco.
Il focus dell’incontro si è poi spostato sul libro e sui suoi contenuti, con gli interventi di Giorgio Nisini, docete di letteratura italiana alla Sapienza di Roma e Paola Del Zoppo, accanto all’autrice. Nisini ha definito “Museo di sabbia” un’opera in cui si intrecciano suggestioni visive e scrittura colta, un libro che diventa opera d’arte. Ha illustrato la particolare struttura del volume, organizzato come un museo immaginario articolato in sezioni, ciascuna dedicata a un periodo artistico, dall’arte moderna a quella contemporanea, in cui ogni racconto si ispira a un dipinto e si presenta come un quadro “incorniciato” che interpella il lettore. Secondo Nisini, questa impostazione riflette il tentativo dell’autrice di cristallizzare la vita che scorre, restituendola sotto forma di narrazione.
Nel suo intervento, Giovanna Di Marco ha raccontato l’origine del progetto, nato da una necessità intima di rileggere e comprendere alcune immagini che l’hanno sempre turbata. La Sicilia, terra d’origine e di contraddizioni, diventa per lei il punto di partenza per uno sguardo sul mondo. L’idea del museo si è rivelata lo strumento più adatto per dare forma a questa inquietudine e trasformarla in parola. Al centro simbolico della sua riflessione si colloca “Il Trionfo della Morte”, l’affresco che incarna la tensione tra caos e ordine, bellezza e violenza.
Paola Del Zoppo ha sottolineato l’aspetto più linguistico e drammatico dell’opera, osservando come la sofferenza dell’identità siciliana si traduca in una lingua che mescola registri e dialetti, in un processo di vera e propria incarnazione delle opere d’arte nei racconti. La narrazione, ha spiegato, assume così una dimensione quasi fisica e coinvolgente.
Nisini ha infine proposto all’autrice una seconda parola, “cecità”, per descrivere la funzione dell’autrice come guida discreta attraverso le opere e le storie che compongono il libro. Nei racconti proposti, ha osservato Di Marco, cambiano le lingue, i punti di vista, e l’arte emerge talvolta come salvezza, talvolta come condanna. Un’opera, dunque, anche sperimentale, che sfida il lettore a seguirla in un percorso tanto estetico quanto interiore.